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La squadra della Costiera conquista la promozione al termine di un'annata magica

Autore: Ufficio Comunicazioni ADS Sorrento 1945 | Pubblicato Maggio 2018 in Attualità

Trionfo, capolavoro, impresa, …c’è l’imbarazzo della scelta per descrivere la stagione vincente del Sor­rento ma per noi il termine più adatto è FAVOLA. Una favola rossonera, ricca di colpi di scena ma con un lietissimo fine: la promozione in serie D. Una sceneggia­tura da oscar per un Sorrento, reduce da annate contrad­distinte da tristezza e delusioni, capace di fare il colpac­cio immediatamente nel primo anno del nuovo corso firmato Antonio Guarracino. Il giovane tecnico di Piano di Sorrento lui l’artefice principale del trionfo rossonero, capace di plasmare a sua immagine e somiglianza un gruppo con un età media molto bassa in cui non manca­no talenti espressione del territorio.
Una squadra partita, lo scorso agosto, nello scetti­cismo generale e protagonista di un avvio davvero da incubo: tre sconfitte nelle prime tre giornate di campio­nato, tra l’altro contro squadre che chiuderanno poi la stagione nelle ultime posizioni. L’ultima posto in classifi­ca è un’onta imbarazzante, che riempie la bocca di tutti e mette subito in discussione l’operato dell’allenatore Guarracino ma invece la dirigenza rossonera lo cemen­tifica sulla panchina. Una scelta saggia e lungimirante, il Sorrento alla quarta giornata ospita il Nola e contro i bru­niani prende il via una rincorsa dal ritmo impressionante.
Un percorso quasi perfetto: 26 punti in 10 gare. Un rullo compressore, un mix di spensieratezza e concre­tezza, trascinato dalle reti pesantissime del suo capita­no-bomber, Alfonso Gargiulo. L’attaccante di Massa Lu­brense è il terminale di una formazione probabilmente non bellissima da vedere agli occhi degli esteti di questo sport ma straordinariamente attenta, ordinata tattica­mente e all’occasione cinica nel colpire le avversarie nelle loro debolezze. Il bolide di Gargiulo all’incrocio dei pali da posizione molto defilata, che sbanca il campo della Picciola al 90’, è l’episodio spartiacque della sta­gione. Un’impennata violenta di autostima ed inizia a na­scere la consapevolezza di poter raggiungere qualsiasi obiettivo. A dettarlo sono la determinazione e la fame dei ragazzi di mister Guarracino, costretti a fermarsi sol­tanto nella sfortunata trasferta di Agropoli. La reazione però è immediata contro la Virtus Avellino, con una dop­pietta da cineteca di Gargiulo nel fortino inespugnabile dello stadio Italia (13 vittorie di fila). Nel girone di ritorno la battistrada Agropoli inizia a perdere terreno, la vetta ormai è nel mirino e viene raggiunta alla diciottesima, senza mai più lasciarla.
Il poker di vittorie consecutive - contro Nola, Cervi­nara, Castel S.Giorgio e Battipagliese – è una dimostra­zione di forza al girone e manda in orbita i rossoneri (+8). Le vertigini però giocano un brutto scherzo. Al pari dell’infortunio dell’esperto portiere Munao, protago­nista assoluto costretto a chiudere la stagione con sei giornate d’anticipo. Il Sorrento dilapida il vantaggio per intero dopo il k.o. interno nello scontro diretto contro l’Agropoli in uno stadio Italia stracolmo e ansioso di fe­steggiare.
Sembra il remake di un film già visto, quello col fi­nale da incubo, ma dopo aver visto la “morte sportiva” con gli occhi il Sorrento nell’ultima giornata si rianima, andando a vincere in casa della Virtus Avellino con il gol-macigno del giovane Falanga. Tre punti che servono a difendere il primato in coabitazione con l’Agropoli: la promozione si decide allo spareggio. Teatro della fina­lissima è il “Partenio” di Avellino, dove a sostenere i ros­soneri giungono 500 fedelissimi che vivranno in prima persona emozioni indelebili.
A differenza delle sfide in regular season, il Sorrento con una prestazione da incornicare annichilisce la com­pagine cilentana, allestita col chiarissimo intento di ri­conquistare la D. Il gol dell’anno arriva quasi allo scadere in modo rocambolesco (autorete dopo due secondi dal rigore parato) e non è da meno il salvataggio sulla linea dell’immenso Guarro nell’ultimo di otto interminabili minuti di recupero che hanno messo al repentaglio le coronarie di numerosi appassionati della Penisola.
Al triplice fischio è apoteosi rossonera, il brutto ana­troccolo diventa finalmente un cigno bellissimo e la ri­conquista della serie D è il giusto premio per tutti. Per i tifosi DOC, portatori sani del grande vecchio cuore ros­sonero, sempre al fianco della squadra e fiduciosi della bontà del nuovo corso. Per la dirigenza e tutto lo staff, capaci di bruciare le tappe di un progetto pluriennale. Per mister Guarracino che ha dedicato anima e corpo alla causa, dimostrandosi il migliore della categoria. Per i calciatori che hanno sudato la storica maglia rossonera, facendola ritornare un simbolo di onore e di orgoglio di tutta la Penisola Sorrentina.