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Le tante crisi economiche del Brasile

Autore: Massimo Fienga | Pubblicato Settembre 2016 in Attualità

La prima economia latinoamericana è di nuovo alle prese con “il volo della gallina”. E’ questo il nome, denigratorio, usato in Brasile per descrivere la performance del paese nell’ultimo secolo. Nel 2010 il Brasile, tramite l’ISTAT nazionale, cresceva con una percentuale del 7,5%, nel 2014 dello 0,1% quasi lo stesso nel 2015.
Il Brasile sta soffrendo gli effetti del rallentamento davanti a: diminuzione del PIL Cinese crollo del prezzo delle commodities (oro, argento, rame, petrolio, ecc...) a livello internazionale.
Bisogna, poi, considerare gli aspetti interni e politici di tale paese:
• Forte litigiosità politica;
• Bassa motivazione al lavoro da parte del popolo;
• Stampa fortemente contraria alla attualepolitica;
• Forte criminalità;
• Tassi elevati della Banca Centrale del Brasile (BACEN) al 14,25% (dal 10,50 del 2014).
Dal 15 maggio corrente anno c’è in Brasile un nuovo governo di coalizione brasiliano, in carica dopo che la presidente Dilma è stata sospesa dall’incarico per “impeachment”. Tale nuovo provvisorio governo ha già iniziato ad abolire molte delle riforme approvate negli ultimi anni dal partito dei lavoratori. Si voterà nei prossimi 8 mesi per costituire un governo definitivo.
Tutto ciò ha portato gli imprenditori a non investire più nel paese semplicemente perché è venuta a mancare anche la certezza di un ritorno economico ai loro investimenti.
Inoltre, gli investitori stranieri hanno lasciato in massa il Brasile. Il tutto ha portato ad una forte svalutazione della loro moneta (Real) che nel 2014 (rapporto con l’Euro) era quotato a circa 3 e oggi è mediamente registrato a 4,3.
Il decennio di forte crescita, coinciso con l’amministrazione Lula, non è stato sfruttato per rendere più efficiente e costante l’economia brasiliana, che, invece, doveva aprirsi alla concorrenza internazionale e aumentare la competitività all’interno del paese.
Tutti, oggi, sanno che il Brasile deve procedere alle riforme strutturali che vengono sempre rimandate per una questione “populistica”e a detta dei più grandi economisti questo porterà il paese a pagare un notevole prezzo abbandonando definitivamente il sogno di essere un grande paese sviluppato.
Bisogna intervenire con un governo forte che dia una svolta notevole alle buone caratteristiche del Brasile eliminando o attenuando gli aspetti interni negativi interni del paese precedentemente sopraelencati.