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Occhi e sole

Autore: dott. Antonio Carderopoli | Pubblicato Settembre 2016 in Salute

L’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti del sole, in assenza di adeguata protezione, è dannosa a livello oculare e dermico. L’occhio è particolarmente esposto allo stress causato dalla luce.
I fotoni visibili “violetti e blu”, insieme ai raggi UVA (320-400 nanometri), sono pericolosi soprattutto per la retina, mentre il cristallino e la cornea sono particolarmente sensibili ai raggi UVC (200-290 nm).
La cornea fa da primo filtro per le radiazioni luminose ed è, quindi, la prima struttura ad essere danneggiata da un’eccessiva esposizione (fotocheratite). L’assorbimento delle radiazioni solari, col passare degli anni, danneggia il cristallino e ne causa la perdita della trasparenza (cataratta), con conseguente calo visivo (in questo caso, tuttavia, il cristallino opacizzato può essere sostituito con un cristallino artificiale mediante intervento chirurgico). Al contrario i danni che le radiazioni solari possono provocare alla retina possono essere in larga misura irreversibili. Diverse patologie hanno dimostrato un coinvolgimento delle radiazioni solari nell’induzione o nella progressione del danno retinico: edema maculare cistoide, retinopatia solare o epiteliopatia e degenerazione maculare legata all’età.
È fondamentale proteggere gli occhi mettendo occhiali scuri dotati di filtri a norma di legge. Gli occhiali da sole avvolgenti sono quelli più protettivi perché bloccano i raggi UV provenienti anche lateralmente. Anche un cappello con visiera offre un ulteriore grado di protezione. Bisogna ricorrere a tali protezioni in tutte le situazioni in cui ci sia una forte esposizione ai raggi ultravioletti (mare, montagna o lampade abbronzanti). Qualora compaiano fastidi – quali bruciore, rossore ed intolleranza alla luce (fotofobia), visione offuscata, macchie scure sulla parte bianca del bulbo (simili a nei) – è consigliabile recarsi dall’oculista che, una volta formulata l’esatta diagnosi, prescriverà la
terapia idonea.
E’ importante evitare di usare prodotti per automedicazione senza cognizione di causa perché, in presenza di una cheratocongiuntivite (congiuntivite associata a una cheratite), l’uso di un collirio errato potrebbe persino peggiorare il quadro clinico.

COSA FARE QUANDO SI PORTANO LE LENTI A CONTATTO?
A causa dei vari agenti atmosferici (sole e riverbero sull’acqua, vento, ecc.) si è più suscettibili ad arrossamenti oculari ed è frequente un’alterazione del film lacrimale con sensazione di occhio asciutto. Bisogna evitare di addormentarsi con le lenti a contatto e devono essere utilizzate più spesso lacrime artificiali. Nel caso di utilizzo di lentine giornaliere, queste devono essere buttate subito dopo l’utilizzo in acqua.

CHE DIETA È CONSIGLIABILE?
È opportuno consumare molta frutta (soprattutto arancia, kiwi e albicocche), verdura (peperoni, pomodori, carote,vegetali a foglia verde come lattuga e spinaci) e seguire una dieta povera di grassi. Può essere utile – in soggetti affetti da distrofie retiniche – l’assunzione di complessi multivitaminici (contenenti vitamina A, C ed E, ma anche selenio, zinco e luteina). Il fine è ridurre ulteriormente lo stress ossidativo e proteggere le cellule della retina.
Inoltre, è consigliabile mangiare spesso pesce azzurro perché contiene omega-3 e omega-6, acidi grassi che hanno dimostrato avere un effetto protettivo sulla macula. È sempre importante bere molta acqua – se possibile anche facendo ricorso a specifici integratori di sali minerali – perché le elevate temperature determinano una disidratazione maggiore (specialmente a livello del corpo vitreo). La conseguenza più comune è l’aumento della presenza delle cosiddette ’mosche volanti’ ovvero dei corpi mobili (addensamenti proteici sospesi all’interno del corpo vitreo che proiettano la loro ombra sulla retina). Nei casi limite il corpo vitreo può (in seguito a notevole riduzione del suo volume x disidratazione spinta) andare incontro a distacco (tecnicamente si parla di “distacco posteriore del vitreo”).

C’È IL RISCHIO DI CONTRARRE UN TUMORE?
In teoria sì: l’esposizione prolungata ai raggi solari può incrementare il rischio di contrarre un tumore oculare. Categorie professionali più a rischio sono, ad esempio i marinai, gli agricoltori e i lavoratori che utilizzano l’arco voltaico. Più nello specifico i raggi ultravioletti possono concorrere, nel lungo periodo, a provocare lesioni tumorali della pelle intorno alle palpebre e della congiuntiva sia di natura benigna, sia maligna (come il melanoma). Anche l’uvea può essere colpita: i raggi ultravioletti possono accrescere, ad esempio, la possibilità di contrarre il melanoma dell’iride o della coroide.