Basta una serata per rovinarsi l’udito
Si è sempre pensato che l’unico effetto indesiderato dell’esposizione a rumori e/o suoni ad alto volume, come quelli di una serata in discoteca o uno spettacolo di fuochi pirotecnici, fosse la fastidiosa sensazione temporanea di avere le orecchie tappate, ovattate e che in seguito le funzioni uditive tornassero del tutto normali.
L’idea era che ci volessero anni, se non decenni, di esposizione a traumi acustici per distruggere le minuscole cellule ciliate dell’orecchio interno immerse nell’endolinfa dove le vibrazioni delle onde sonore vengono trasdotte in potenziali elettrici per essere inviate ed interpretate da specifiche aree cerebrali.
Il danno acustico da esposizione acuta e cronica al rumore è stato oggetto di studi e lavori di cui la letteratura internazionale è ricca. Gli studi si sono sempre concentrati sui danni riportati dalle cellule ciliate. Si è visto che, alla fine, queste possono sopravvivere a un concerto rock o ad una serata in discoteca con una esposizione poco distante da un diffusore acustico, ma che le fibre nervose, ad esse connesse, che trasmettono i segnali elettrici all’encefalo, potrebbero invece subire danni permanenti!
Da qui nuovi studi sostengono che una singola esposizione a rumori forti - ma non necessariamente assordanti - può provocare la morte di alcune terminazioni non isolate delle fibre nervose che connettono l’orecchio interno al cervello.
Molto di frequente al calo d’udito si associa l’acufene, o tinnitus, ovvero un insieme di fischi, ronzii o crepitii a cui non corrisponde alcun suono reale.
Fondamentale rimane quindi la prevenzione ed una buona dose di attenzione mantenendosi, per esempio, ad una giusta distanza da un diffusore acustico e/o diminuendo il tempo di esposizione alla sorgente dannosa ed utilizzando come estrema ratio dei batuffoli di cotone. Giova ricordare come la sempre pericolosa usanza di salutare il nuovo anno nella notte di San Silvestro con i vari tipi di petardi, anche i più “innocui” come i mini ciccioli, creano numerosissimi danni uditivi permanenti.
Il rumore negli ambienti di lavoro è ormai diventato uno dei problemi più importanti tra quelli compresi nell’igiene del lavoro. Dove non sia tecnicamente fattibile adottare un metodo per l’abbattimento del rumore o le misure per minimizzare il rischio sono insufficienti è necessario ricorrere all’adozione dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). II protettori più comuni sono i tappi per le orecchie e le cuffie auricolari.
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