
Le 'schiume marine' Gli esperti: processo naturale ed innocuo

Già da qualche anno, con l’approssimarsi della stagione estiva, ci siamo abituati a veder comparire sul mare vistose masse schiumose: il fenomeno che da anni interessa estesi tratti di litorali italiani - non risparmiando nemmeno la Penisola sorrentina e tutto il golfo di Napoli - crea allarmismi e disagi tra turisti e bagnanti che, interrogandosi sulla natura delle vistose chiazze bianche, spesso attribuiscono il fenomeno a sversamenti illeciti di ingenti quantità di detersivi.
La scie schiumose che all’inizio della stagione estiva puntualmente compaiono a mare, per poi sparire del tutto in inverno, solitamente inodori e dall’aspetto inizialmente biancastro, poi viranti al giallo e al marrone - spiega Giandomenico Ardizzone, biologo marino e professore di Ecologia all’Università La Sapienza, sono il risultato di un processo di origine naturale da addebitarsi alla decomposizione di micro-alghe che abbondano in mare ad inizio estate, ovvero quando le acque raggiungono la temperatura ideale al loro prolificare e risultano molto ricche di nutrienti. Anche le analisi finora effettuate su numerosi campioni di schiuma, di fiocchi e filamenti gelatinosi avvallano quanto affermato dagli esperti: non è stata riscontrata la presenza di idrocarburi o tensioattivi che si accompagnano a scarichi urbani sospetti o illeciti, mentre è stata confermata l’origine legata a processi naturali e fisiologici degli organismi marini.
Le piccole alghe unicellulari in decomposizione - addizionate all’ effetto del grande “frullatore marino” - ovvero alle correnti, al moto ondoso e anche al gran numero di natanti a motore, le cui eliche contribuiscono a “montare le acque” (non a caso la presenza delle persistenti scie schiumose è visibilissima al transito degli aliscafi), sarebbero le cause riconducibili alla formazione delle schiume mucillaginose, che tanto turbano i bagnanti desiderosi di immergersi in acque limpide e cristalline.
Nessun allarmismo, dunque ma solo un processo naturale, certamente accelerato se non peggiorato dal fattore antropico, ovvero dalle elevate concentrazioni di quelle sostanze (fosforo, azoto) che immesse in mare contribuiscono a nutrire e a far prolificare le micro alghe (ciò avviene in assenza di sistemi di depurazione – ovvero quando i liquami fognari ricchi di tali sostanze, si riversano “tali” in mare).
Anche secondo i pareri della Guardia Costiera e delle Agenzie Regionali Protezione Ambiente, il fenomeno - pur se brutto da vedere - sarebbe innocuo: l’ARPAC precauzionalmente sconsiglia la balneazione tra le schiume, anche a causa della potenziale capacità delle stesse di aggregare e concentrare materiale o sostanze indesiderate, precisando comunque che non ci sono pericoli per la salute.
Il fenomeno delle schiume in mare, pur se non nocivo, non deve comunque far abbassare il livello di attenzione sulla qualità del mare.
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