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Sorrento: città fortificata

Autore: dott. Carlo Alfaro | Pubblicato Maggio 2018 in Cultura

L’Istituto Italiano dei Castelli (IIC) è un’associazio­ne culturale Onlus costituita per promuovere la conoscenza e lo studio a livello storico, archeolo­gico e artistico, nonché la salvaguardia e la valorizza­zione, dei castelli e dei monumenti fortificati in Italia.

Questa mission viene svolta attraverso diverse atti­vità che si dipanano essenzialmente su quattro fronti. Innanzitutto, lo studio e la ricerca, attraverso una serie di interventi volti alla conoscenza del patrimonio d’ar­chitettura fortificata italiano, che vanno dall’inventa­rio e dal censimento delle architetture fortificate (per provincia e per categoria) all’analisi delle fonti stori­che, lo studio delle ricerche archeologiche, l’appro­fondimento della ricerca artistica per meglio definire e aggiornare i valori estetici che caratterizzano i singoli monumenti e complessi fortificati e affinare le tecni­che per il loro studio.

In secondo luogo, la loro salvaguardia e conserva­zione, per mezzo di tutela in senso stretto, attraver­so lo studio e la formulazione di appositi strumenti giuridici e proposte di mezzi legali e fiscali utili alla conservazione attiva e passiva, diretta e indiretta, del patrimonio architetturale, anche allo stato di rudere. Infine, l’inserimento nel ciclo attivo della vita moder­na, mediante: identificazione dei luoghi o delle entità castellane da inserire nell’attività pianificatoria del territorio; opere di restauro delle strutture secondo le teorie scientifiche più aggiornate; reperimento dei mezzi e fondi necessari all’attuazione dei programmi di ricostruzione.

L’ultimo punto è la sensibilizzazione dell’opinio­ne pubblica con azioni di divulgazione e propaganda tendente ad incrementare quantitativamente e quali­tativamente la partecipazione di enti pubblici e privati alle attività dell'Istituto e a diffondere in strati sempre più larghi della popolazione la conoscenza, l’apprez­zamento e la volontà di tutela delle architetture forti­ficate al fine di aumentare anche i flussi turistici. Attra­verso questi campi di intervento l’IIC punta a mettere a disposizione della comunità l’architettura fortificata tramandataci dai nostri avi, consentendone una frui­zione il più possibile ampia, diffusa e rispettosa.

L’IIC è nato nel 1964 su iniziativa di Pietro Gazzola ed è stato eretto ad Ente Morale nel 1991, riconosciu­to dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. È asso­ciato a un organismo europeo patrocinato dall’UNE­SCO e dal Consiglio d’Europa, l’Internationales Burgen Institut, ora Europa Nostra -Internationales Burgen Institut. L’Istituto è personalità giuridica dal 1991, re­gistrato alla Corte dei conti nel registro Beni culturali. La sede legale è in Castel Sant’Angelo, a Roma. L’or­ganizzazione sul territorio si articola in Sezioni regio­nali, cui fanno capo Delegazioni provinciali. Sezioni e Delegazioni, autonome nell’attività nel loro ambito, ri­spondono nelle linee generali a un Consiglio Direttivo, mentre l’attività di studio e di ricerca è coordinata da un apposito Consiglio Scientifico. Oggetto di attenzio­ne dell’Istituto è tutta l’architettura fortificata presen­te in Italia: torri, castelli, case e città fortificate, rocche, fortini, bastioni, conventi fortificati, mura.

Queste architetture, nate per esigenze difensive, sono preziosi scrigni di storia e cultura del passato. Tali opere sono esposte a un grande pericolo, avendo ovviamente perso la loro originaria funzione difensiva. Infatti una chiesa o un palazzo, pur se antichi, possono essere utilizzati ancora oggi, con alcuni accorgimenti, per gli stessi scopi per cui sono nati, mentre un edificio nato con funzioni militari, se si vuole mantenerlo in vir­tù del suo valore storico e artistico, bisogna inventargli un’altra, diversa funzione, che deve essere compatibi­le con le strutture e la vocazione del monumento e tale da garantirne la re-immissione nella vita attuale. Tale edificio va cioè, come si usa dire, “rivitalizzato”, condizione indispensabile perché riceva le cure e la manutenzione che ne garantiscano la sopravvivenza.

In quest’ottica, l’IIC ha effettuato il censimento dell’architettura fortificata del territorio italiano e la sua catalogazione: il materiale è confluito in una ban­ca dati, finalizzata alla realizzazione di un SIT, Sistema Informativo Territoriale, dal quale trarre utili informa­zioni per tutti gli interventi necessari. Tra le attività dell’IIC, la pubblicazione del bollettino “Cronache Castellane”, che informa i soci su tutte le iniziative, novità e avvenimenti del settore, e della rivista scien­tifica ad uscita annuale “Castellum”; pubblica inoltre una collana di studi monografici, “Castella”, in cui ogni numero è dedicato a uno specifico tema di architettu­ra fortificata.

La Sezione Campania dell’ICC realizza inoltre la rivista “Architettura Fortificata in Campania”, un “quaderno” dedicato specificatamente alla realtà re­gionale. Tante poi le iniziative messe in atto dall’IIC sul territorio: le “targhe di segnalazione” alle opere di architettura fortificata restaurate e valorizzate secon­do metodologie considerate dagli organi scientifici dell’Istituto degne di elogio e imitazione; le “visite di studio”, alla scoperta delle meraviglie di architettura fortificata; il “premio per tesi di laurea” su argomenti attinenti; le “Giornate Nazionali dei Castelli”. Quest’ul­tima iniziativa, che si svolge nell’ultimo week-end di maggio col patrocinio del Ministero dei Beni cultura­li, coincide temporalmente con le Giornate Europee e prevede l’apertura al pubblico ogni anno di castelli normalmente non visitabili, con visite guidate, mostre, convegni, tavole rotonde, conferenze, concerti, allo scopo di avvicinare il grande pubblico a questo affasci­nante settore dell’architettura.

Le Giornate sono giunte quest’anno alla ventesi­ma edizione e si terranno il sabato 19 e la domenica 20 maggio 2018, coinvolgendo 19 Regioni e 33 siti, con visite guidate, presentazioni, concerti, come reci­ta lo slogan dell’IIC: “Il meglio dell’Italia a ponti levatoi aperti per famiglie, turisti ed appassionati di storia, ar­chitettura, restauro”. La Campania è una delle Regioni con più siti di interesse. Commenta il Responsabile ICC Campania, arch. Luigi Maglio: “Le innumerevoli opere fortificate della Campania costituiscono un patrimo­nio storico-architettonico eccezionale, in buona parte ancora misconosciuto, che attende ancora da troppo tempo la dovuta riscoperta e valorizzazione, al fine di poter essere tramandato alle future generazioni.

Offeso dal trascorrere inesorabile del tempo, da catastrofi naturali, ma, forse, soprattutto, dall’incuria dell’uomo, possiede ancora, nonostante tutto, una straordinaria forza espressiva. Queste opere rappre­sentano la testimonianza del processo tecnologico, artistico e culturale delle civiltà che si sono succedute nella storia della nostra Regione: dalle cinte urbiche fortificate di età classica, agli insediamenti alto-me­dievali, alle rocche e castelli di epoca medievale, ai castelli-residenza del Rinascimento, ai forti vicereali spagnoli, alle torri di avvistamento e difesa, fino alle costruzioni rurali fortificate. In particolare, Napoli capitale, tra Medioevo e Rinascimento, presenta un sistema di fortificazione eccezionale, in larga parte conservatosi fino ai nostri giorni, che nessun’altra città italiana può vantare.

Cinque imponenti castelli, resti della murazione greco-romana e di quella quattrocentesca aragonese, ci consentono di leggervi, oltre che la storia della città, l’evoluzione delle tecniche difensive in un arco di tem­po esaustivo per la completa conoscenza della storia delle fortificazioni”. Anche a Sorrento, grazie all’impe­gno dell’arch. Antonio Amitrano, referente per l'IIC per la Penisola Sorrentina, si terranno in occasione delle Giornate Nazionali visite guidate alle mura di Sorrento. Già nell’edizione 2017, per la prima volta a Sorrento si sono tenute le giornate dei castelli, sotto l’alto pa­trocinio del MIBACT, Comune di Sorrento, Fondazione Sorrento e la pregevole collaborazione dell' Istituto Polispecialistico San Paolo di Sorrento guidato dalla Dirigente Scolastica Professoressa Paola Cuomo. Spie­ga l’arch. Amitrano: “Far conoscere Sorrento come cit­tà fortificata è stata un’iniziativa intrapresa nell’anno 2016 su indicazioni dell’arch. Maglio. Già nel 2016 con una giornata di studio alla Sala Consiliare del Co­mune di Sorrento voluta dal Presidente Luigi Maglio d’intesa con il Sindaco di Sorrento avvocato Giuseppe Cuomo e l’amministratore delegato della Fondazione Sorrento avvocato Gaetano Milano, riscosse un note­vole successo di pubblico tale da tenere una sala gre­mita dal mattino sino al tardo pomeriggio. 

Per quanto riguarda la cinta bastionata di Sorrento vi è poca conoscenza e divulgazione turistica, siamo stati i primi a progettare un itinerario turistico dedi­cato esclusivamente alle Antiche Mura, un itinerario testato per la prima volta a marzo 2016 in occasione del workshop internazionale ‘Sorrento città fortifica­ta’, promosso e curato dall’IIC in collaborazione con la Città di Sorrento, Fondazione Sorrento e l’Istituto Po­lispecialistico San Paolo che ha messo a disposizione le proprie sale per ospitare una sessantina di studenti dei corsi di laurea del DICEA (ingegneria edile, inge­gneria edile/architettura) e del master internazionale Erasmus Mundus Dyclam provenienti da quattordici Paesi europei ed extra-europei.

Il workshop ha avuto il format organizzativo in tre fasi (conoscenza del tema fortificazioni e della realtà del territorio con visita guidata da un socio esperto; fase creativa e rappresentativa delle idee progettuali; fase di presentazione pubblica delle proposte di valo­rizzazione delle fortificazioni sorrentine) creato e spe­rimentato da un decennio dalla prof.ssa Marina Fumo, consigliere scientifico dell’IIC e responsabile del corso ‘Progetto di recupero edilizio’. Da allora abbiamo ef­fettuato altre visite guidate sull’intero tracciato della murazione con la collaborazione dell'architetto Rosa­rio Fiorentino, con notevole gradimento da parte dei partecipanti ed innumerevoli richieste di persone in­teressate a future visite guidate.

Quest’anno grazie ancora alla collaborazione della Dirigente scolastica dell’Istituto Polispeciali­stico San Paolo di Sorrento effettueremo visite gui­date anche in lingua inglese ad opera degli studenti del suddetto Istituto”. Sorrento ha potuto contare su una solida difesa assicurata da una imponente cer­chia muraria fin da epoca romana, che si è rinforzata durante il periodo del viceregno spagnolo, quando, essendo esposta al rischio delle incursioni saracene, che soprattutto nel corso del Cinquecento devasta­rono buona parte delle località marittime dell’Italia Meridionale, fu impegnata in una intensa attività volta a garantire un massiccio sistema difensivo del centro abitato. A partire dai primi anni del XVI secolo le mura romane, più volte restaurate in epoca medioevale, furono completamente rinnovate e rese di fatto in­valicabili. La presenza di un Castello (oggi purtroppo scomparso) testimoniava la valenza della porta rivolta ad oriente, verso il Piano, che era considerata come la porta maggiore.

Tra le porte minori, invece, c’era la porta che consentiva di proseguire nel cammino verso Massa Lubrense e quelle che consentivano l’accesso agli ap­prodi delle marine. Non esisteva, invece, la cosiddetta Porta di Parsano, che è sorta solo in epoca borbonica e che, ironia della sorte, è l’unica che oggi è ancora vi­sibile nel suo contesto originario. Essa fu aperta lungo il lato meridionale delle murazioni per consentire un più agevole accesso alla zona collinare che era in fase di graduale sviluppo, ma difficilmente raggiungibile per la conformazione di un territorio reso quasi inac­cessibile dalla presenza di profonde gole nella roccia.

Realizzata durante il XVIII secolo, la Porta di Par­sano ha segnato l’inizio di una serie di trasformazioni urbanistiche culminate con l’allargamento dell’anti­co decumano maggiore (oggi corrispondente al Cor­so Italia), la realizzazione di Piazza Tasso (molto più ampia dell’antica Piazza Castello) e, durante il seco­lo scorso, la realizzazione di Via degli Aranci. Proprio grazie all’apertura della Porta di Parsano, Sorrento si è sviluppata anche in direzione sud della città, oltre le mura che si estendevano dalla zona oggi corrispon­dente a Via Marina Grande per arrivare fino al Vallone dei Mulini che, ancora ai giorni nostri, è in parte sovra­stato dalle mura vicereali.

L’intervento di restauro recentemente terminato rientra in una serie di opere che hanno permesso di valorizzare il Bastione di Parsano con l’annessa rampa vicereale e i resti della porta e che, per il futuro, con­sentiranno di estendere il percorso accessibile al pub­blico tanto verso Villa Fiorentino ed il suo splendido parco, quanto nella direzione del vallone dei Mulini. Una volta ultimati questi lavori, i visitatori potranno ammirare la bellezza arcaica del costone tufaceo ed una lussureggiante vegetazione che, anche grazie a condizioni ambientali uniche, è ricca di esemplari di felci e di altre piante rare. (grazie all’arch. Antonio Amitrano per le informazioni utili a redigere questo articolo).