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I valloni della Penisola Sorrentina

Autore: Laura Cuomo | Pubblicato Dicembre 2016 in Cultura

Il territorio della Penisola Sorrentina è caratterizzato dalla presenza di una serie di Valloni, profonde incisioni della piana tufacea, formatisi in seguito ai movimenti tettonici succedutisi durante l’ultima glaciazione e alla conseguente azione di ampliamento ad opera di processi esogeni.
Col trascorrere del tempo le incisioni si sono trasformate in vere e proprie Gole, assumendo l’aspetto di pareti ripide ed alte, in diretta comunicazione con il mare.
In questi luoghi - grazie alla presenza di ruscelli e sorgenti - si concentrò la vita dei primi abitanti della Penisola sorrentina: qui vi trovarono rifugio e riparo i nostri lontani predecessori che vi impiantarono le loro attività principalmente legate ad attività rurali ed agricole, modificando l’aspetto dei luoghi con vari manufatti, fino al loro progressivo definitivo abbandono, avvenuto in diverse epoche storiche.
Tra i Valloni presenti sul nostro territorio (Vallone dello Scrajo a Vico Equense; Vallone Rivo d’Arco a Seiano che costituisce il bacino idrografico più vasto del territorio di Vico
Equense; Vallone di Lavinola; Vallone di San Giuseppe che attraversa il territorio di Piano di Sorrento e sfocia a Marina di Cassano; Vallone di Sant’Agnello che attraversa Corso Italia, dove è stato interrato per tutta la lunghezza del Viale dei Pini e sfocia nel suggestivo scenario del Golfo del Pecoriello; Vallone dei Mulini che attraversa Sorrento), certamente meritano di essere menzionati per grandiosità, bellezza e fascino il Vallone di Lavinola e il Vallone dei Mulini.
Il Vallone di Lavinola (dall’omonimo ruscello che in esso scorre) con i suoi quattro chilometri di lunghezza da valle a mare è il più lungo e il più profondo tra i Valloni di tutta la zona costiera e segna il confine tra il territorio di Piano e di Meta: è un luogo carico di storia, considerato antica via di comunicazione tra gli insediamenti agricoli della parte montana e i villaggi dei pescatori che sorgevano lungo la costa.
Per il suo microclima caldo-umido Lavinola rappresenta un ecosistema unico che consente la rigogliosa crescita di muschi e felci rarissime come la Woodwardia radicans felce gigante bulbifera le cui fronde possono raggiungere la lunghezza di tre metri e la cui origine risale al periodo Terziario.
Il Vallone dei Mulini a Sorrento, così denominato per la presenza di un antico mulino che macinava grano e di cui ne sono ancora evidenti gli affascinanti ruderi - insieme
a quelli di una segheria alimentata da acque fluenti provenienti dalle colline circostanti - ci restituisce l’immagine di una Sorrento letteralmente stravolta dal nuovo assetto urbanistico messo in atto nel XIX secolo.
Il Mulino, che aveva garantito la possibilità di macinare diverse varietà di grano a tutta la popolazione sorrentina, cessò il suo lavoro all’inizio agli inizi del Novecento: i suoi resti, avviluppati dal verde, destano lo stupore di migliaia di turisti che affollano la Città.
Anche qui, insieme alla crescita rigogliosa di innumerevoli specie arboree, si annovera la presenza di una felce rarissima la Phillitis Scolopendrium che - grazie all’alto tasso
di umidità - ha trovato l’habitat ideale per vegetare. Alla luce dell’importanza di questi
siti naturalistici che andrebbero protetti e salvaguardati è molto grave constatare come invece i Valloni siano divenuti nel tempo vere e proprie discariche a cielo aperto. Il carico di rifiuti di ogni genere ivi abbandonati e la presenza di scarichi fognari fuori controllo - vista la diretta comunicazione che i valloni hanno con il mare - rappresentano una tra le cause più gravi che concorre all’inquinamento marino in Penisola Sorrentina.
Senza contare il grave rischio idrogeologico che deriva dall’incuria e dalla mancata manutenzione di alcuni tra questi Valloni.