
Capelli che cadono come foglie in autunno

Un recente sondaggio ha scoperto che due italiani su cinque hanno più paura di perdere i capelli che d’ingrassare.
Il cambio stagionale tra estate e autunno è una delle principali cause dell’accentuata caduta dei capelli. In realtà si tratta di un fenomeno temporaneo, naturale e reversibile, che andrebbe semplicemente affrontato senza troppi allarmismi. Tutto tende a tornare normale nel giro di poche settimane.
Mediamente un individuo può perdere ogni giorno tra i 50 e i 70 capelli, ma nel periodo autunnale questo fenomeno s’intensifica con un aumento del 20% - 30% in più rispetto al resto dell’anno.
Nella maggior parte dei casi la caduta dei capelli è un processo naturale e fisiologico: i capelli infatti hanno un ciclo di crescita che durante l’autunno (e la primavera) tende ad accelerare a causa del cambiamento climatico. Il problema si protrae fino alla fine di novembre e riguarda sia gli uomini che le donne, ma anche vecchi e giovani.
Soffre di più chi ha i capelli lunghi perché alla caduta stagionale si aggiunge la tradizionale fragilità del capello lungo, che si spezza con maggiore facilità.
Cosa si può fare?
Si può intervenire dall’interno assumendo integratori alimentari a base di vitamine del gruppo B ed E, e di sali minerali tra cui zinco, rame e ferro, in modo da accelerare la fese di ricrescita successiva. E’ opportuno agire anche con una buona alimentazione ricca di principi nutritivi e con prodotti che ristabiliscano quelle condizioni ideali dei capelli, privilegiando frutta (anche secca, soprattutto noci, mandorle e nocciole) e verdura, semi (di zucca, di girasole) pesce (soprattutto azzurro e pesci dei mari del nord come il salmone, ricchi di Omega3 ma anche frutti di mare e molluschi), latticini, legumi e uova. Infine si può stimolare la circolazione e rivitalizzare i follicoli con opportuni frizioni sul cuoio capelluto a base di decotti di erbe (di timo e lavanda, ad esempio).
Se ovviamente il fenomeno della caduta non si limita al cambio di stagione, ma prosegue anche negli altri periodi dell’anno, occorre rivolgersi a specialisti che consiglieranno gli opportuni esami tricologici.
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