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Giornata nazionale della salute della donna

Autore: a cura del dott. Carlo Alfaro | Pubblicato Maggio 2022 in Salute

Il 22 aprile si celebra in Italia la Giornata nazionale della salute della donna, istituita e promossa su iniziativa del Ministero della Salute e della Fondazione Atena Onlus. La Giornata, giunta nel 2022 alla settima edizione, è l’occasione per sensibilizzare sulle peculiarità della salute nel genere femminile e sull’importanza di tutelarla in ogni età della vita.
La Medicina di genere, che si è sviluppata a partire dagli anni ‘90, punta a valutare l’impatto del genere maschile e femminile, e di tutte le variabili che lo caratterizzano (biologiche, ambientali, culturali e socio-economiche) sulla fisiopatologia, sulle caratteristiche cliniche e sul decorso delle malattie.
Le differenze in Medicina tra uomini e donne possono riguardare: tipologia di malattie e problematiche di salute cui vanno incontro; insorgenza, incidenza, presentazione, evoluzione, risposta ai trattamenti, prognosi delle medesime malattie.
Tali differenze dipendono dalle influenze genetiche, molecolari, cellulari, metaboliche, immunitarie, fisiologiche e anatomiche che cromosomi e ormoni esercitano sui i due sessi, oltre che da tutte le distinzioni che la società impone in base all’appartenenza al genere maschile o femminile.
La Medicina di genere rappresenta un modo innovativo di orientare e pianificare le strategie di prevenzione, diagnosi e cura, nella direzione della maggior appropriatezza e precisione possibile.
Il punto di partenza per la tutela della salute della donna è la prevenzione attraverso gli stili di vita corretti, che vanno applicati dall’infanzia-adolescenza e mantenuti per tutta la vita: porre attenzione alla sana e corretta alimentazione, limitare il consumo di sale, praticare regolare attività fisica, non fumare ed evitare il consumo di qualsiasi prodotto con nicotina, evitare il consumo rischioso e dannoso di alcol, mantenere un peso corporeo ottimale. I comportamenti scorretti come tabagismo, abuso di alcol, eccesso ponderale, inattività fisica e dieta scorretta provocano ogni anno solo in Italia oltre 20mila decessi tra il genere femminile.
Una corretta alimentazione è importante in ogni fase della vita della donna. Durante l’infanzia e l’adolescenza, l’apporto dei giusti nutrienti consente l’accrescimento e lo sviluppo ottimali. Una sana alimentazione, già a partire dal periodo pre-concezionale, influenza la fertilità, la gravidanza e il benessere del figlio. Il principio guida deve essere la varietà con moderazione, riducendo i grassi e i dolci, i cibi troppo salati, le bevande zuccherate, e privilegiando gli alimenti integrali ricchi di fibra alimentare, la frutta, la verdura, l’olio extravergine d’oliva, l’acqua.
La salute sessuale della donna va garantita tutelando il diritto alla contraccezione, la protezione dalle mutilazioni sessuali e da ogni forma di violenza di genere, l’assistenza della gravidanza, del parto, del puerperio e dell’allattamento, la garanzia della procreazione medicalmente assistita, la tutela del benessere in menopausa.
La clinica di genere deve tener conto che alcune malattie interessano esclusivamente il sesso femminile (es. ovaio policistico, endometriosi, diabete gestazionale), altre hanno un’incidenza preponderante nelle donne (come le malattie della tiroide, le malattie reumatiche quali lupus e artrite reumatoide, i disturbi dell’alimentazione, l’osteoporosi, alcune malattie del sistema nervoso come emicrania, cefalea muscolo-tensiva, fibromialgia, depressione, Alzheimer), altre infine presentano caratteristiche cliniche differenti in base al sesso, come le malattie cardiovascolari. Le malattie cardio-vascolari rappresentano la prima causa di morte in Italia, anche per le donne, anche se insorgono in età più tardiva (dopo la menopausa). I principali fattori di rischio sono diversi: colesterolo totale e ipertensione nell’uomo, il diabete e il fumo di sigaretta nella donna. Nel caso dell’infarto del miocardio, i sintomi nella donna sono meno evidenti che nell’uomo, determinando talvolta un pericoloso ritardo nella diagnosi. Uno studio pubblicato nel 2000 dal New England Journal of Medicine ha rivelato che le donne hanno 7 volte più probabilità di non ricevere la diagnosi di infarto in pronto soccorso. Esiste poi una malattia cardiaca tipica delle donne, in particolare quelle di età pari o superiore a 50 anni: la cardiomiopatia di Takotsubo, nota anche come ‘sindrome del cuore infranto’, spesso innescata da stress o da una perdita e responsabile di lesioni cardiache a lungo termine e compromissione della funzionalità del cuore. Questa patologia conferma la strettissima connessione cuore-cervello, in particolare per le donne.
Un altro aspetto completamente diverso nelle donne è la percezione del dolore. Le donne hanno una soglia più bassa e una minore tolleranza al dolore, denunciano livelli di dolore più severi, attacchi più frequenti e di maggiore durata degli uomini, sono anche capaci di descrivere più in dettaglio la sensazione dolorosa. Eppure, il loro dolore viene spesso sottovalutato e poco trattato.
La Farmacologia di Genere è quella branca della Farmacologia che studia efficacia e sicurezza dei farmaci in funzione del genere Il genere condiziona in maniera significativa i processi di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione dei farmaci. Rispetto agli uomini, le donne assumono più farmaci (il 40% in più) e hanno, in misura maggiore, effetti avversi (50% in più degli uomini), forse perché gli studi sono effettuati maggiormente sui maschi.
Bisogna tener conto anche della diversa risposta ai vaccini delle donne. Avendo una risposta immunitaria più vivace, sono più esposte agli effetti collaterali e potrebbero aver bisogno di una dose più bassa.
La prevenzione dei tumori è parte integrante della tutela della salute della donna. Ogni anno in Italia più di 64mila donne, di età compresa tra i 50 e i 69 anni, si ammalano di tumore. Il 40% circa dei tumori può essere prevenuto attraverso l’adozione di uno stile di vita corretto, l’effettuazione delle vaccinazioni consigliate e gli screening utili alla diagnosi in fase iniziale, prima, cioè, che si manifestino a livello clinico. Tra le vaccinazioni previste dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale che possono prevenire l’insorgenza di forme tumorali rientrano quella contro il virus dell’epatite B (associato allo sviluppo di tumori del fegato) e quella contro il papilloma virus umano (causa della quasi totalità dei tumori del collo dell’utero e di altre neoplasie, sia nell’uomo che nella donna). Sul piano degli screening, il Servizio sanitario nazionale effettua tre programmi assolutamente sicuri, poco invasivi e gratuiti: prevenzione del cancro del seno (mammografia ogni 2 anni alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni), prevenzione del carcinoma del collo dell’utero (Pap-test ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 30 anni e sopra i 30 anni test per il Papilloma virus- HPV-DNA test- ogni 5 anni; in caso di positività, colposcopia), prevenzione del tumore del colon-retto (sangue occulto nelle feci ogni 2 anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni, se positivo colonscopia).
Il discorso della salute di genere è importantissimo in quanto, secondo un ampio studio danese pubblicato da Nature Communications nel 2019, per molte malattie le donne, in media, ricevono la diagnosi con 4 anni di ritardo rispetto ai maschi. Ad esempio, le donne ricevono mediamente diagnosi di cancro 2,5 anni dopo gli uomini e di malattie metaboliche, come il diabete ,4,5 anni dopo. Non dobbiamo permetterlo più.