Come chiedere risarcimento danni al comune
Come fare ad ottenere un indennizzo per il danno subito dalla mancata vigilanza di un ente locale (una buca, una scala o un marciapiede rotto)?
Siete caduti a causa di una buca presente su di un marciapiede comunale? Avete subito un brutto infortunio, con dei postumi invalidanti? Avete sostenuto delle spese sanitarie ingenti? In questo articolo scopriremo come chiedere il risarcimento dei danni al Comune, ente proprietario e custode di quel tratto stradale lesivo della vostra incolumità fisica.
Cosa fare prima di agire contro il Comune?
Prima di procedere formalmente alla richiesta di risarcimento danni nei confronti di un Comune, occorre verificare l’esistenza di tutti gli elementi che la legge richiede per ottenere il risarcimento sperato.
Partiamo dall’elemento principale: l’individuazione del fatto lesivo.
Si pensi ad una buca stradale, ad un marciapiede malmesso, ad un palo della luce crollato. Qualsiasi fatto che abbia provocato una lesione patrimoniale o non patrimoniale al soggetto interessato.
Dopodiché, dovremo individuare l’evento. E così, riprendendo i fatti sopra elencati, la caduta o il danneggiamento di un bene di proprietà.
Determinati questi due elementi, dovremo accertare quello più importante, ossia il collegamento (detto nesso di causalità) tra il fatto lesivo e l’evento. E così, occorrerà verificare se quella caduta sia stata o meno provocata dalla buca o dal marciapiede malmesso; o che la propria autovettura sia stata danneggiata da quel palo della luce crollato.
Verificata la presenza di questi elementi, dovremo andare ad accertare il responsabile di quell’evento che, nel nostro caso, sarà il Comune. Ma, per averne certezza, dovremo fare tutti gli accertamenti del caso: la strada contenente la buca è di proprietà comunale, e non provinciale? Il Comune deve essere considerato custode di quel tratto e, quindi, obbligato alla vigilanza e alla manutenzione dello stesso? Se la risposta è affermativa, potremo passare all’ultimo step.
Dovremo, infatti, da ultimo verificare se il danno non sia dovuto ad un caso fortuito, non riconducibile all’omessa custodia del Comune; dovremo, inoltre, riscontrare se quella buca era visibile o prevedibile per il danneggiato, poiché, se così fosse, quest’ultimo sarebbe considerato responsabile insieme al Comune per l’evento dannoso.
Predisposizione di una diffida
Una volta verificati tutti questi elementi, almeno in astratto, potremo pensare ad agire materialmente con la domanda di risarcimento danni.
La prima cosa da fare, in tal senso, sarà inviare una lettera all’Ente con la quale narrare brevemente i fatti accaduti e i danni subiti, quantificandoli in una somma determinata, e intimando al Comune il relativo pagamento.
Questa lettera dovrà essere indirizzata al Sindaco attualmente in carica, e potrà essere inviata o a mezzo raccomandata, con ricevuta di ritorno, o con consegna a mani o, se muniti, tramite posta elettronica certificata.
In questa prima fase, non dovrete essere necessariamente rappresentati da un legale, anche se una diffida inviata da un avvocato ha sempre un effetto più incisivo, rispetto a quella inviata direttamente dal cittadino, poiché preannuncia all’ente locale la volontà di fare causa, in caso di mancato accordo sulla richiesta di risarcimento danni.
Nella lettera dovrà anche essere indicato un termine entro il quale il danneggiato pretenda gli sia data una risposta; in tal modo, spirata quella scadenza il danneggiato potrà considerare come non accolta la richiesta di risarcimento inviata.
Contenzioso davanti all’autorità giudiziaria competente
Se la richiesta di risarcimento effettuata fuori dall’ambito giudiziale non andrà a buon fine, il danneggiato non avrà altra scelta che recarsi presso uno studio legale, per incaricare il proprio avvocato di fiducia ad agire contro il comune responsabile di quell’evento dannoso.
La causa dovrà essere iscritta presso l’ufficio giudiziario competente per valore e, quindi, davanti al Giudice di pace per la richiesta di risarcimento limitata ad un valore di cinquemila euro, mentre presso il Tribunale per richieste superiori al predetto importo.
La competenza per territorio sarà collegata alla posizione del Comune responsabile.
Una volta notificato l’atto al Comune ed iscritta la causa presso gli Uffici giudiziari competenti, spetterà all’avvocato dimostrare, con l’indicazione di testimoni, e il richiamo agli articoli di legge previsti dal codice, tutti gli elementi già indicati all’inizio di questo articolo: fatto lesivo, evento dannoso, nesso di causalità tra fatto ed evento, mancanza di caso fortuito ed esistenza dell’elemento colposo in capo al Comune citato in giudizio.
Una volta dimostrati tutti questi elementi, si potrà passare alla quantificazione del danno. Per fare questo, occorrerà che il Giudice nomini un consulente tecnico (nel caso, un medico) che dovrà esaminare tutti i documenti prodotti dal danneggiato (certificati medici, referti ospedalieri e quant’altro) e procedere alla visita medica sul soggetto stesso.
In questo modo, il consulente potrà effettuare una relazione dettagliata verificando che tipo di danno ha subito il soggetto e la percentuale di invalidità residuata sul suo corpo.
Individuata questa percentuale, occorrerà quantificare il risarcimento del danno dovuto al soggetto, tramite l’utilizzo di apposite tabelle predisposte dai più rilevanti Tribunali a livello nazionale (tra tutte, le tabelle Milanesi sul danno non patrimoniale).
Fatto questo calcolo, il Giudice potrà assumere la causa in decisione e, conseguentemente, potrà emettere la sentenza richiesta dal danneggiato determinando al dettaglio la somma che il Comune dovrà pagare a quest’ultimo per i danni subiti.
FONTE laleggepertutti.it
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