Black box, l’Italia resta il primo Paese per diffusione
È il nostro il Paese in cui sono montate il maggior numero di scatole nere al mondo, gli apparecchi per la geolocalizzazione che consentono di registrare i dati relativi alla vettura e ai percorsi effettuati.
Sugli oltre 30 milioni di auto in circolazione nel 2016, più di cinque avevano installato una scatola nera: a dichiararlo è Maria Bianca Farina, il presidente dell’ANIA (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici). Il numero uno dell’Associazione ha anche sottolineato come la grande diffusione dei dispositivi abbia diminuito il numero di incidenti, migliorandone anche la documentazione, con conseguente riduzione delle frodi e maggiore rapidità degli accertamenti.
Questa tecnologia è stata particolarmente apprezzata dagli automobilisti negli ultimi anni, un boom dovuto in particolare alla scontistica applicata dalle compagnie sulle singole polizze RC Auto che permette di tagliare il premio pagato dagli assicurati fino al 30%, notizia di cui si può approfondire nella news "RC Auto, le black box invadono il mercato". Proprio per questo motivo, i contratti di assicurazione che prevedevano l’uso del congegno sono saliti da una percentuale del 5% del 2012 a circa il 17% del 2016.
In merito al funzionamento della scatola nera, ricordiamo che l'assicurazione non analizza esattamente ogni dato e spostamento dell’automobilista, poiché le norme per la privacy non lo consentono. Vengono invece monitorati costantemente il numero di volte che si sono superati i limiti sulle strade, il chilometraggio medio e l'eventuale preponderanza di guida notturna, elementi che permettono alla compagnia di ottenere una fotografia comportamentale del guidatore. Diversa invece la situazione in caso di incidente, visto che l'automobilista al momento dell’adesione alla polizza acconsente all'uso di tutti i dati raccolti per favorire l'assicurazione nel riscontro dell’evento negativo, ma solo ed esclusivamente in relazione a quel singolo momento.
La black box non influisce sul consumo della batteria. A confermarlo è Giuseppe Meroni, presidente e fondatore della KFT SPA (azienda leader nei sistemi di localizzazione): “durante la fase operativa l'auto è in funzione ed i consumi, che possono essere molto variabili, non incidono sulla batteria. Quando l'auto è spenta il sistema va in sleep-mode e si arriva a poche decine di microamper. Da ricordare che appena l'auto si muove il sistema si risveglia, inizia la raccolta dati ma la spedizione via GPRS è cadenzata in relazione alle esigenze del committente”.
Il montaggio della black box è più frequente nelle regioni del Centro e del Sud, con le province di Napoli e Caserta che la rilevano in oltre il 50% dei contratti stipulati.
Il numero di black box dovrebbe aumentare significativamente nel breve-medio periodo, visto che il Ddl concorrenza, entrato in vigore a fine agosto, ha imposto sconti significativi per coloro che la installeranno. I criteri sui quali si basano i bonus sono stati ultimamente fissati dall’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) e trattati nella news "Sconti RC Auto, arriva il regolamento dell’IVASS". Un ulteriore abbuono definito come “aggiuntivo” sarà applicato nelle aree geografiche caratterizzate da maggiore sinistrosità, così da equilibrare la discrepanza di tariffe tra alcune aree della penisola. I capoluoghi ad alta sinistrosità indicati dall’Istituto sono 29, tra cui le province di Toscana (tranne Arezzo, Grosseto e Siena), Puglia (eccetto Lecce), Calabria e Campania (ad esclusione di Cosenza e Avellino). Per la determinazione degli sconti e l’identificazione delle province, l’IVASS ha utilizzato sia le informazioni già in suo possesso riguardanti il portafoglio italiano del ramo RC Auto, che i dati forniti da un campione di imprese rappresentativo del mercato assicurativo.
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