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Perché si guardano i film tristi?

Autore: Luca Ricciardi | Pubblicato Luglio 2017 in Cultura

Si sprecano così tante energie per guardare pellicole che fanno versare fiumi e fiumi di lacrime. Ma perché non si può fare a meno di guardare film tragici come Titanic e Pearl Har­bor, in grado di smuovere anche gli animi più ru­vidi e impassibili?

È la domanda che si è posto Robin Dunbar, professore all’Università di Oxford, che ha con­dotto uno studio per spiegare qual è il potere di attrazione dei racconti drammatici sulla mente umana. Il ricercatore ha coinvolto nel suo espe­rimento 169 uomini e donne che sono stati monitorati in una posizione scomoda e dolo­rosa per testare il grado di resistenza al dolore. Successivamente è stato chiesto loro di compi­lare un questionario sul proprio stato d’animo e sui sentimenti provati nei confronti degli altri membri del gruppo. Infine gli studiosi dell'Uni­versità hanno diviso i partecipanti in due gruppi: al primo hanno fatto vedere un film drammatico incentrato su una storia vera, al secondo gruppo di volontari sono stati fatti vedere un documen­tario di storia naturale e uno di archeologia.

Cosa hanno scoperto i ricercatori? Dopo la visione della pellicola strappalacrime, la soglia di tolleranza al dolore dei volontari del primo gruppo è aumentata del 18%. Questo perché il film triste ha innalzato i livelli di endorfina nell’organismo di quelle persone, fungendo così da “antidolorifico” naturale. Non è avve­nuta la stessa cosa negli individui assegnati al gruppo dei documentari, nei quali la resistenza al dolore è scesa addirittura del 4,6%.

E' stato così dimostrato che il dolore emo­tivo causato dal dramma sprigiona nel cervel­lo le endorfine e quando i livelli di endorfina si innalzano, aumenta il benessere personale, la tolleranza al dolore e migliorano anche i legami sociali.