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Disturbo affettivo stagionale La sensibilità ai cambiamenti stagionali

Autore: a cura di S.R. | Pubblicato Ottobre 2020 in Salute

Il Disturbo affettivo stagionale noto anche come DAS o SAD secondo l’acronimo inglese (SAD) è un’alterazione psicofisica che porta il paziente a sviluppare sistematicamente ogni anno in occasione dei cambi di stagione dei cambiamenti dell’umore i cui sintomi principali sono: tristezza o malumore persistenti, marcata perdita d’interesse per qualunque attività che un tempo procurava piacere, sonno agitato rispetto al solito, difficoltà ad addormentarsi o risveglio anticipato con impossibilità di riaddormentarsi, oppure sonno eccessivo soprattutto nel periodo invernale, cambiamento nelle abitudini alimentari che si manifesta con perdita di appetito e di peso, ma in certi casi può verificarsi l’opposto con una consumazione eccessiva di cibo dolci e conseguente aumento di peso, affaticamento, stanchezza, perdita di energia, agitazione o difficoltà nei movimenti, perdita di concentrazione o indecisione, difficoltà nel leggere o lavorare. Persino le attività più semplici possono risultare impossibili da svolgere senso di inadeguatezza o eccessivo senso di colpa.
Questo disturbo colpisce soprattutto intorno ai mesi di ottobre/novembre e continuano fino a marzo o aprile. Il periodo peggiore per chi soffre di questo disturbo affettivo stagionale va da dicembre a febbraio, mesi in cui i sintomi si presentano in maniera più grave. Fortunatamente i sintomi tendono a scomparire spontaneamente nel corso di una settimana con l’arrivo della primavera. Solitamente il disturbo affettivo stagionale inizia a manifestarsi intorno ai 20-30 anni ma può presentarsi ad ogni età e tende a colpire maggiormente le donne.
Le cause precise del disturbo affettivo stagionale non sono ancora note: sicuramente la luce solare influisce sul numero di impulsi nervosi inviati dagli occhi ad alcune aree del cervello. L’attività degli impulsi nervosi causati dalla luce del sole influisce sul livello di alcuni componenti chimici all’interno del cervello, come ad esempio la serotonina, e sul livello degli ormoni, come la melatonina. Quindi, la diminuzione della luce solare che si verifica durante i mesi invernali porta al cambiamento dei livelli di questi ormoni responsabili del tono dell’umore e del ciclo sonno-veglia, portano con sé, ad alcuni soggetti più sensibili, questi spiacevoli effetti transitori.
I trattamenti più efficaci per questo tipo di disturbo includono la terapia della luce, che consiste nel sedere di fronte ad una luce speciale ogni giorno per un determinato periodo di tempo, oppure le stesse terapie utilizzate per la cura degli altri tipi di depressione.