
Come fare il bagno senza rischi per la salute?

Un’altra estate, e torna l’incubo del mare inquinato e dei pericoli per la salute collegato ai bagni nell’acqua sporca. L’estate 2015 è stata drammatica per la Penisola sorrentina, con immagini e reportage del nostro mare inquinato rimbalzate dai social network sui Tg e le testate giornalistiche locali e nazionali, i dati ARPAC che certificavano un livello di inquinamento del mare tale da imporre temporanei divieti di balneazione, e la nascita di un movimento spontaneo di cittadini, capitanato da Laura Cuomo, “La grande onda”, a tutela del mare della Penisola Sorrentina.
Quest’anno i dubbi e le preoccupazioni ritornano. Il problema della balneabilità delle acque dipende dalla concentrazione di batteri fecali riscontrati nei campionamenti effettuati a cura delle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA), che consentono di classificare i lidi marini in: zone balneabili, se l’esito delle analisi sui campioni di acqua prelevati è al di sotto delle soglie di legge; zone temporaneamente non balneabili, se l’esito delle analisi sui campioni prelevati è al di sopra delle soglie di legge, e attraverso controlli successivi si accerterà la occasionalità o meno del superamento dei limiti imposti dalle normative; zone non balneabili, in quanto con persistente alterazione dei parametri e quindi da sottoporre a provvedimenti di bonifica e successivi monitoraggi di verifica. Quando nel corso della stagione balneare i risultati delle analisi impongono un provvedimento di divieto di balneazione, i laboratori preposti al controllo informano il sindaco, il quale emette una ordinanza di divieto; quest’ultima viene tempestivamente inviata al Ministero della salute, che la pubblica on line. Quando
su una zona già interdetta alla balneazione i risultati delle analisi, per due campionamenti consecutivi, risultano favorevoli, questa può essere riaperta alla balneazione: il laboratorio dà immediata comunicazione al sindaco della revoca del divieto di balneazione, e questi dà una copia dell’ordinanza di revoca al Ministero, che la inserisce on line nel portale acque. Ma quali sono gli effetti sulla salute dei bagnanti dell’immersione in acque non balneabili? L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) da un’ampia disamina dei dati disponibili, ha trovato un rischio aumentato di gastroenteriti batteriche.
Tuttavia per contrarre una gastroenterite il numero di batteri fecali deve essere almeno 4 ordini di grandezza sopra il limite imposto dal Ministero. Le gastroenteriti batteriche si trasmettono attraverso ingestione di cibo o acqua contaminato da materiale fecale, e si manifestano con febbre, dolori addominali, vomito, diarrea, disidratazione. Sono anche possibili infezioni delle vie aeree da inalazione di acqua inquinata.
Benchè tra i bagnanti siano comuni otiti esterne e congiuntiviti batteriche, i dati disponibili mostrano che questi non dipendono dalla qualità microbiologica dell’acqua, ma sono legate a condizioni predisponenti quali l’umidità, gli sbalzi di temperatura, la promiscuità. Sono comuni d’estate anche le infezioni cutanee, ma anche in questo caso si verificano a prescindere dall’inquinamento del mare, a causa di umidià, sabbia, punture d’insetto. Per prevenire problemi di salute al mare, è comunque opportuno rispettare alcune semplici regole igieniche: informarsi sulle condizioni microbiologiche delle acque di balneazione della località in cui si soggiorna (in Italia il portale acque del Ministero della Salute, www.portaleacque.it, viene aggiornato in tempo reale); evitare di bere accidentalmente l’acqua di mare per quanto possibile; farsi la doccia dopo il bagno e lavarsi accuratamente le mani prima di mangiare al ritorno dalla spiaggia.
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