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I falsi miti da sfatare sugli apparecchi acustici

Autore: dott.ssa Marianna Grazioso De Pascale | Pubblicato Giugno 2018 in Salute

Tutt’oggi esistono dei pregiudizi sugli apparecchi acustici che comportano scetticismo. La tecno­logia negli ultimi anni ha compiuto dei notevoli passi avanti sia sull’aspetto estetico, riguardo le dimensioni ed il modo di calzare, sia, soprattutto, sul piano qualitativo riguardo la qualità dei circuiti e, di conseguenza, di resa acustica. Troppo grandi, troppo costosi, troppo scomodi? I moderni apparecchi acustici sono migliori della fama che li accompagna. Elenchia­mo questi vecchi miti e sfatiamoli
GLI APPARECCHI ACUSTICI NON SONO NÉ PRA­TICI NÉ BELLI. Si tratta di un retaggio del passato. Da molto tempo indossare un apparecchio acustico non è più considerato penalizzante come invece lo è il do­versi far ripetere più volte una stessa frase. Il progresso del settore ha raggiunto un livello tale da consentire la produzione di strumenti uditivi ausiliari miniaturizzati. Sul mercato sono disponibili vere e proprie meraviglie come modelli retroauricolari mini ed endoauricola­ri praticamente invisibili. Anche il design è cambiato permettendo maggiore varietà di colori sgargianti che trasformano i piccoli apparecchi acustici in veri e propri accessori di moda. Questi sono i fattori che, al giorno d’oggi, fanno del loro utilizzo un atto molto consape­vole.
UN APPARECCHIO ACUSTICO HA SENSO SOLO IN CASO DI MARCATO INDEBOLIMENTO DELL’UDI­TO. L’indebolimento dell’udito è un processo lento e progressivo che non si verifica, nella maggioranza dei casi, dall’oggi al domani. Per esempio, non riuscire più a percepire il ticchettio di un orologio meccanico signi­fica già avere perso un po’ di capacità uditiva. Se per voi è difficile seguire le conversazioni di un gruppo di persone con rumori di sottofondo (come al ristorante o in strada) o se l’esperienza di ascolto della vostra musi­ca preferita non è più intensa come in passato, è molto probabile che sussista già un indebolimento dell’udito. Trascurare questo problema può avere conseguenze particolarmente serie come una perdita delle facoltà percettive generali, che può portare la persona a isolar­si (letteralmente) dal suo ambiente sociale. Per questo è raccomandabile sottoporsi regolarmente a un test dell’udito.
L’APPARECCHIO ACUSTICO È NECESSARIO SOLTANTO NELLA TERZA ETÀ. In tutto il mondo, due terzi delle persone complessivamente colpite da perdita dell’udito hanno un’età inferiore ai 64 anni. L’equivalenza “apparecchio acustico = vecchiaia” non è più valida. La diminuzione della capacità uditiva si ri­scontra con crescente frequenza anche tra i ragazzi o i giovani adulti per effetto degli insulti (influssi) ambien­tali, di un’insufficiente protezione dell’udito durante il lavoro, i concerti live/discoteche o situazioni simili. Gli apparecchi, oggi, sono dotati di telecomandi, inter­facce bluetooth o per smartphone che permettono di utilizzarli ricevendo le telefonate e/o l’audio di radio, televisione o qualsiasi altra fonte sonora direttamente negli apparecchi acustici.
GLI APPARECCHI ACUSTICI SONO COSÌ COSTO­SI CHE NON ME LI POSSO PERMETTERE. Come per tutti i dispositivi tecnologici, anche per gli apparec­chi acustici riscontriamo diverse fasce di prezzo. Gli apparecchi più economici, non sono assolutamente scadenti, dispongono di ottimi circuiti ma hanno un campo di applicazione selettivo ed hanno meno optio­nal. Il Servizio Sanitario Nazionale, in talune condizioni, finanzia la fornitura o contribuisce all’acquisto degli apparecchi acustici. Anche l’apparecchio acustico tecnologicamente più avanzato – quindi più costoso – ha bisogno di un percorso riabilitativo, personaliz­zato sulle esigenze di vita del paziente. Non bisogna approcciare all’apparecchio acustico come il “fine” ma come un mezzo in grado di ottimizzare il recupero di un deficit uditivo/cognitivo, la cui scelta è affidata uni­camente all’audioprotesista, che deve sempre tener conto del rapporto qualità/prezzo ottimizzandolo alle esigenze del paziente.
BASTA UN SOLO APPARECCHIO ACUSTICO AN­CHE SE SI HA UNA RIDUZIONE DI UDITO DA EN­TRAMBE LE ORECCHIE. I rumori ambientali arrivano alle nostre orecchie da tutte le direzioni, vengono sele­zionati dalla nostra capacità uditiva spaziale e trasmes­si al cervello. In questo modo, possiamo localizzare correttamente suoni e rumori e muoverci con sicu­rezza nel nostro ambiente. Se alterata da una perdita dell’udito, questa capacità uditiva spaziale deve essere, per quanto possibile, ricostituita e l’unica soluzione è indossare due apparecchi acustici. Oggi giorno un pe­riodo di prova gratuita è fondamentale sia per l’audio­protesista, poiché gli permette di valutare il migliore adattamento per il proprio paziente, ma essenziale per il paziente stesso, per potersi rendere conto di quan­to due apparecchi acustici migliorino la percezione dell’ambiente che ci circonda.
CON GLI APPARECCHI ACUSTICI POSSO RICO­MINCIARE SUBITO A UDIRE PERFETTAMENTE. Non è proprio così. Per quanto si possa dire che la tecno­logia ha fatto passi da gigante il corpo umano rimane invariato. Si provi ad immaginare di rimanere per molti mesi od anche per qualche ora chiusi in una stanza al buio e si decida di uscire improvvisamente. Appena usciti dalla stanza la luce sarà fortissima e darà una sensazione di stordimento e fastidio. Lo stesso vale per l’udito, dopo essere stati per un anno o più senza udire determinati suoni, se si volesse ridare tutto ciò che si è perso, si avvertirebbe un forte fastidio oltre i limiti della sopportazione. La prima applicazione svolta dall’audioprotesista favorirà inizialmente il recupero di determinati suoni per poi aggiungere qualcosa in più di settimana in settimana ottimizzando l’adattamento ed il recupero fisiologico della funzione uditiva. L’obietti­vo finale è la riabilitazione ed il recupero della funzio­ne uditiva (Orecchio-Cervello) che dovrà man mano reintegrare il riconoscimento di stimoli sonori oramai percepiti molto più bassi o non percepiti per nulla da molti anni.
Nel prossimo numero verranno descritti altri pregiudizi sugli apparecchi acustici. Si è pensato di dividere l’argomento in due articoli per poter dare delle risposte abbastanza esaustive su tutti i punti.