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Che stress!!!!

Autore: a cura del dott. Carlo Alfaro | Pubblicato Ottobre 2021 in Salute

Lo stress è la risposta adattativa, psicologica e fisiologica, che l’organismo mette in atto nei confronti di situazioni, compiti, eventi della vita percepiti come eccessivi, minacciosi o pericolosi. Nasce come reazione di allarme dell’organismo quando il cervello avverte un pericolo: lo “stressor”. Tale reazione ha la funzione di preparare il soggetto a una rapida azione offensiva o difensiva, fondamentale per la sopravvivenza (cosiddetta reazione di “attacco o fuga”).
Diversi sono gli stimoli stressogeni (biologici, emotivi, sociali, ambientali, storici); essi possono essere di origine esterna o interna. Gli eventi stressanti hanno diverso impatto a seconda di come sono percepiti e vissuti dall’individuo. La sensazione che si prova in una situazione di stress è di essere sottoposti a una forte pressione mentale ed emotiva che incombe, sovrasta e opprime. Si parla di stress “acuto” se lo stimolo stressogeno si verifica isolatamente e transitoriamente, con durata limitata nel tempo, di stress “cronico” se invece la fonte di stress si protrae e si ripete nel tempo.
Lo stress può avere una funzione positiva, attivando le risorse dell’organismo, aumentando la carica e la motivazione, guidando alla risoluzione di problemi e alla crescita e maturazione personale attraverso l’esperienza, nel qual caso si definisce “eustress”, mentre, soprattutto se cronico e intenso, può creare danni al benessere psico-fisico dell’individuo, logorandolo gradualmente con un progressivo peggioramento delle condizioni generali (“distress”). Se infatti lo stimolo stressante è prolungato nel tempo, si innesca una fase di “resistenza” che, non potendo durare all’infinito, porta ad esaurimento delle risorse a disposizione dell’organismo e a loro scompenso.
Tutto il ciclo allarme-resistenza-esaurimento rientra nella “sindrome generale di adattamento”, come fu definita dallo scienziato che per primo ha teorizzato lo stress, Hans Selye. Il meccanismo dello stress si realizza attraverso le interazioni cervello-ghiandole endocrine-tessuti periferici. Il sistema limbico, area del cervello deputata all’elaborazione delle emozioni, attiva il sistema ipotalamo- ipofisi che stimola la ghiandola surrenale. Il surrene secerne cortisolo, adrenalina e noradrenalina, che mediano gli effetti biologici dello stress: aumento dell’irrorazione a livello del cervello e dei muscoli, attivazione del sistema simpatico con un aumento del battito cardiaco, della pressione arteriosa e della ventilazione polmonare, attivazione rapida del metabolismo per la mobilizzazione delle riserve energetiche. Queste funzioni dipendono dal fatto che per la reazione d’attacco e lotta o di fuga il cervello deve essere allertato al massimo, i muscoli hanno bisogno immediato di energia e nutrienti, mentre tutte le attività biologiche che nell’immediato non sono utili vanno messe in pausa.
I sintomi dello stress possono essere quanto mai vari: cefalea, tensione muscolare, dolori addominali o osteo-articolari, disturbi digestivi con nausea e vomito, colon irritabile con diarrea o stipsi, tachicardia, ipertensione, sudorazione delle mani, astenia, vertigini, perdita o eccesso di appetito, senso di costrizione o oppressione alla gola o al petto, dispnea, rabbia, ansia, agitazione, tensione, bruxismo, problemi di sonno, difficoltà di concentrazione o ipervigilanza, isolamento, depressione, disfunzioni sessuali, manifestazioni cutanee (es. herpes labialis, alopecia). Nei casi più gravi, lo stress può dare origine a disturbi psichiatrici anche invalidanti.
Entro 1 mese da un evento traumatico stressante il soggetto può sviluppare un quadro di forte sofferenza mentale chiamato “Disturbo Acuto da Stress”. Quando il disturbo psichiatrico creato dal trauma si protrae invece oltre il primo mese si parla di “Disturbo da Stress Post Traumatico”.
Un tipo specifico di patologia da stress è quello che colpisce il lavoratore subissato da richieste che avverte eccessive rispetto alle sue risorse e capacità: la sindrome del “Burn-out”, che consiste nell’esaurimento di tutte le energie fisiche e psichiche. Lo stress può anche indurre una patologia somatica, qualora arrivi a scompensare l’omeostasi dell’organismo, creando livelli elevati di infiammazione generalizzata che creano disfunzione di tutto l’apparato neuro-immuno-endocrino-metabolico. Lo stress cronico rappresenta infatti un fattore di rischio per: ipertensione, malattie cardio-vascolari come ictus e infarto, obesità, diabete, dislipidemia, ulcera peptica, malattie infiammatorie croniche intestinali, emicrania, malattie infettive, malattie autoimmuni, tumori, sterilità, malattie neurodegenerative, invecchiamento precoce, riduzione dell’aspettativa di vita.
I livelli di stress delle popolazioni sono aumentati in modo cruciale negli ultimi due anni a causa della pandemia globale, tanto da spingere l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ad affermare che la tutela della salute mentale è attualmente la priorità assoluta.
Lo stress colpisce tanto chi ha vissuto da vicino l’esperienza della malattia (pazienti, familiari e sanitari) tanto in chi ha sofferto della sensazione di trovarsi sospeso in un limbo di costante incertezza e attesa indeterminata, tra paura del contagio e delle conseguenze della malattia per sé e per i propri cari, infodemia, ossia l’eccesso di informazioni date dai media, spesso contraddittorie e allarmistiche, pesantezza delle norme di restrizione delle libertà individuali messe in atto dai governi per limitare la diffusione del Covid-19 che hanno creato un’improvvisa frattura sulla normalità della vita, preoccupazione per le conseguenze lavorative ed economiche, interruzione delle prospettive (“furto del futuro”).
Allo stress acuto della prima ondata è subentrato, al prolungarsi dello stato di emergenza, uno stato definito dall’Oms “Pandemic fatigue” o “stress da pandemia”. I sintomi, variabili da persona a persona, includono stanchezza, sfinimento, tristezza, depressione, agitazione, ansia, irrequietezza, sbalzi di umore, rabbia, tristezza, confusione, fobie e ossessioni o all’opposto negazione del problema e rifiuto delle norme imposte. Secondo il Consiglio Nazionale degli Psicologi, oggi “la nuova normalità è essere stressati”. Attraverso uno strumento definito “stressometro”, è stata condotta un’indagine settimanale per rilevare i livelli di stress nella popolazione italiana. A fine 2020, i risultati rilevavano che i livelli di stress erano di quasi 10 punti percentuali più alti di quelli che venivano registrati prima dell’inizio dell’emergenza.
Dallo stress possiamo difenderci. Non è in nostro potere eliminarlo, ma la capacità di resilienza si può apprendere, migliorare e potenziare, attingendo alle risorse personali, familiari, comunitarie, sociali, politiche, per accettare, adattarsi, controllare le emozioni distruttive, reagire, progettare, trasformare le difficoltà in opportunità, costruire un nuovo futuro.