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La memoria

Autore: a cura del dott.sa Mariarosaria d’Esposito | Pubblicato Giugno 2022 in Salute

Si può pensare alla Memoria a Breve Termine (MBT) come ad una sorta di lavagna da cui le informazioni, annotate temporaneamente, vengono cancellate o inviate alla Memoria a Medio e poi a Lungo Termine (MLT).
Leggi la lista di numeri e ripetila subito dopo. Quante unità hai ricordato?
5 7 3 2 9 0 4 6 8 1
Puoi avere così una sommaria valutazione della capacità della tua MBT. Si tratta di un serbatoio mnemonico che riesce a registrare dalle 5 alle 9 unità ed ha la funzione di immagazzinare informazioni solo per pochi secondi (ad esempio il tempo che intercorre tra la lettura di un numero telefonico e il digitarlo sulla tastiera). In realtà le potenzialità della MBT sono nettamente superiori, soprattutto se si ricorre a strategie di memorizzazione. Rappresenta, inoltre, un passaggio indispensabile, insieme alla memoria sensoriale, affinché l’informazione venga inviata alla MLT e si realizzi così l’apprendimento.
La MLT è considerata come un patrimonio formidabile e stabile di informazioni che ha capacità illimitate e che contiene informazioni anche per tutta la vita. Al suo interno si distinguono numerosi “tipi di memoria”:
Memoria semantica: rappresenta la conoscenza generale di tutto ciò che è nozionistico e non personale (ad esempio che i dinosauri abitavano la terra)
Memoria episodica: conserva informazioni personali (ad esempio i particolari di un film)
Memoria procedurale: riguarda l’apprendimento di capacità operative (ad esempio giocare a tennis o guidare la macchina)
Memoria prospettica: riguarda il “ricordare di ricordarsi” (ad esempio di dover imbucare una lettera o di dover passare in banca)
Memoria autobiografica: relativa ai ricordi della propria vita.
Le patologie neurologiche si accompagnano spesso a disturbi mnestici. Si riscontrano elevate percentuali nei traumatizzati cranici, nelle malattie croniche degenerative e nelle sindromi demenziali.
Nella valutazione della memoria vengono utilizzati test specifici volti a determinare quante e quali funzioni mnestiche sono deteriorate, quante conservate o compromesse in misura minore.
L’approccio terapeutico, pertanto, risulterà estremamente diverso in relazione alla tipologia e alla gravità. Generalmente, in presenza di estese compromissioni, il paziente può confidare unicamente nelle cosiddette “strategie esterne”, particolari tecniche che sollecitano la rievocazione di informazioni già immagazzinate e l’annotazione di quelle nuove.
Di particolare interesse quelle che vengono definite “strategie interne” che consentono una diversa organizzazione dei ricordi e suggeriscono tecniche di elaborazione ottimale per l’acquisizione delle nuove informazioni.
Alcune, semplicissime, possono essere estese alla memorizzazione di concetti e nozioni, anche all’apprendimento scolastico.
Rime: “a e i o u, l’asinello che sei proprio tu” facilita l’apprendimento delle vocali.
Acronimi: “I.N.P.S.”- “Istituto Nazionale Previdenza Sociale”, ovvero ogni lettera suggerisce e facilita il reperimento dell’intera parola.
Associazioni fonetiche: “Marco Rossi” - “Mar Rosso”. Si associa, così, l’elemento nuovo da ricordare con qualcosa di noto e foneticamente simile.
In ambito scolastico, meno in quello terapeutico, può essere utile il ricorso a schemi gerarchici o lineari. I primi sono ideali per rappresentare sistemi complessi, costituiti da più sottoparti (come avviene, ad esempio, nell’albero genealogico). Gli schemi lineari risultano, invece, più utili per sequenze temporali:
03/04 compleanno di Domenico
01/08 compleanno di Marco
10/08 compleanno di Jacopo
15/09 compleanno di Ros
Infine, risulta estremamente utile, al fine di organizzare e memorizzare informazioni, la scrittura di riassunti e del diario.