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Quattro chiacchiere con le presidenti de Le amiche del Museo Correale

Autore: Dott. Carlo Alfaro | Pubblicato Settembre 2018 in Attualità

La suggestiva e coinvolgente presentazione uffi­ciale al pubblico, la mattina di domenica 22 lu­glio, nella Sala degli Specchi del Museo Correale di Terranova a Sorrento stipata di gente fino ai corridoi e alle scale, di un quadro inedito di Luca Giordano, che è entrato a far parte delle collezioni permanenti della Fondazione, è stata l’occasione per scambiare qualche battuta con la presidente uscente, Antonella Avancini, e la neo-nominata, Monica Rocco, dell’As­sociazione “Le Amiche del Museo Correale”, circa 70 attivissime socie, autentiche “pasionarie” dell’arte e della cultura in Penisola sorrentina.
Il prestigioso dipinto del pittore partenopeo, inti­tolato “Sansone contro i Filistei”, è stato donato dal­la signora Maria Vittoria Pollio, originaria di Piano di Sorrento, in ricordo di suo padre Piero Pollio, grande amante dell’arte, che manifestò la volontà di questa donazione. Luca Giordano, nato a Napoli nel 1634, nei suoi settant’anni di vita ha impresso estro, genio e influenze internazionali su più di 3000 tele, che lo resero uno dei più acclamati e prolifici artisti del Sei­cento. Il quadro acquisito dal Museo Correale è da col­locare nell’epoca giovanile dell’artista, precisamente alla fine degli anni 1650.
Il pittore ebbe come maestri Caravaggio, Jusepe de Ribera, di cui fu apprendista per quasi dieci anni, e Paolo Veronese, da cui apprese la leggerezza e l’in­tensità dei colori. Ad illustrare l’opera con un dotto e completo excursus, in presenza del presidente del Museo Correale, Gaetano Mauro, del direttore Filippo Merola, del Consiglio d’Amministrazione, del respon­sabile della biblioteca e dell’archivio museale Mario Russo e di Giovanni Barrella, referente della Soprin­tendenza SABAP, Enrico De Nicola, architetto, dottore di ricerca in Storia dell’Architettura, insegnante di di­segno e storia dell’arte, attivo nel campo del restauro architettonico, componente della delegazione FAI della provincia di Salerno e autore di numerose pub­blicazioni ed eventi espositivi sull’arte napoletana e l’età Barocca.
La prestigiosa acquisizione è l’ennesimo fiore all’occhiello del Museo Correale, una vera e propria perla di Sorrento, con i suoi reperti archeologici di epoca preistorica, greco-romana, medioevale, la ricca biblioteca con circa seimila tra volumi e opuscoli e quattrocento manoscritti, che partono dal XVII secolo e trattano di letteratura italiana e straniera, botanica, storia sorrentina, medicina, archeologia campana, varie edizioni delle opere di Torquato Tasso, di cui si conserva la maschera mortuaria, la galleria d’arte che contempla arredi e mobili, dipinti, scatole e scrigni decorati, tavole e incisioni, porcellane, orologi, ve­tri, argenti, tutte opere provenienti da ogni parte del mondo che vanno dal XV al XIX secolo.
Fondato dai fratelli Pompeo e Alfredo Correale, conti di Terranova, che, rimasti scapoli e senza eredi, decretarono per testamento che alla loro morte tutte le opere d’arte accumulate nel corso degli anni dalla famiglia venissero conservate nella loro villa sorren­tina settecenttesca, Villa Correale, chiamata anche Villa della Rota, il museo fu inaugurato nel 1924, e si è arricchito negli anni di donazioni. Il museo si com­pone di ventiquattro sale distribuite su tre livelli, più un sottotetto utilizzato per le mostre temporanee. Tanto pregio richiede naturalmente cura, attenzione, sforzi, impegno, costi e tempo per garantire un’ade­guata conservazione, manutenzione, restauro, ed è a questo che si adoperano le “Amiche”, unite in asso­ciazione dal 2010, oltre che a sensibilizzare tutti i Sor­rentini, e in special modo i giovani, ad aver cura dell’i­neguagliabile patrimonio storico e artistico della città e a farsi promotori dei valori dell’arte e della cultura.
Carissima Antonella Avancini, chiudi il tuo anno di presidenza con un bilancio pienamente positivo, gli eventi sono stati davvero tanti, di alto livello e spesso­re e con grande partecipazione, vuoi ricordarne qual­cuno di quelli che ti ha particolarmente emozionata e coinvolta?
Sicuramente non dimenticherò la rappresenta­zione allestita nel Ninfeo del Syrene, Sange, messa in scena dalla nostra amica Mariagrazia Grilli, un evento da me fortemente voluto per la sua particolarità che consiste nell’essere una forma di teatro alternativa e contemporaneamente molto coinvolgente che ha fatto parlare molto...mi ha fatto piacere presenta­re qualcosa di assolutamente nuovo. Tutto sempre nell’intento di raccogliere fondi utili alla nostra causa che resta sempre di offrire concreto sostegno al Mu­seo.
Da quanto tempo sei nell’associazione? Quali cambiamenti trovi col passare degli anni?
Io sono nell’associazione ormai da circa 8 anni… e mi rendo conto con soddisfazione che quello che facciamo sta avendo un riscontro sempre più positivo nella popolazione che ci riconosce e sostiene sem­pre, insieme con l’amministrazione sempre disponibi­lissima verso le nostre iniziative.
L’associazione ha fatto suo il motto di Properzio “in magnis voluisse sat est”, nelle grandi imprese è sufficiente anche solo l’aver voluto. Cosa hai forte­mente voluto tu, in questo anno di presidenza?
Ho fortemente voluto l’inizio di un percorso nuo­vo che non limiti l’intervento dell’associazione al so­stegno della mera attività di restauro delle opere, che pur è fondamentale, ma che aiuti nella ricerca di una maniera per far conoscere il Museo, perché solo ren­dendolo ”famoso” lo si può veramente tramandare: abbiamo in serbo, a questo proposito, una sorpresa, un allestimento particolare che mi è stato proposto e che io a mia volta ho proposto alla direzione del Museo, che ne è rimasta entusiasta e che grazie a noi dell’Associazione vedrà la luce nei prossimi anni …non voglio anticipare di più...
Di cosa ti occuperai adesso nell’associazione? E che consigli daresti, sulla base della tua esperienza di quest’anno, alla nuova presidente, Monica Rocco?
Per ora resterò nel Consiglio come past president e continuerò come prima a cercare strumenti adatti agli obiettivi della nostra mission... a Monica Rocco consiglio di non fermarsi mai, di puntare alto nel per­seguire i nostri scopi contando sempre sull’aiuto di tutte noi! Sicuramente non avrà problemi!
Carissima Monica Rocco, con quale spirito ed emozioni ti accingi ad iniziare questo impegnativo percorso come presidente de Le Amiche del Museo Correale di Terranova?
Caro Carlo innanzitutto ti ringrazio per l’attenzio­ne che da tempo rivolgi alla nostra associazione, con­tribuendo così a rafforzare la nostra visibilità e, quindi, la nostra capacità di azione. Al momento della mia nomina ho provato ovviamente un’intensa emozione per l’importanza dell’incarico, accompagnata da un sentimento di gratitudine verso le socie per la fiducia accordatami, fiducia che mi onora e mi incoraggia ad impegnarmi in continuità con l’ottimo lavoro svolto dalle amiche che mi hanno preceduto. Ho in mente vari progetti che spero di riuscire ad attuare con l’aiu­to ed il sostegno del direttivo e di tutte le socie.
Da quanto tempo sei nell’associazione? Che evo­luzione stai notando in seno all’associazione rispetto all’inizio?
Sono socia dal 2010, anno di costituzione dell’As­sociazione. Quando la cara Paola Savarese, alla quale mi lega un’amicizia ultraventennale, ci invitò a casa sua per condividere questa bellissima iniziativa mi sentii subito coinvolta. Rispetto a oggi il Museo era molto meno visitato sia dai Sorrentini che dai turisti, per cui bisognava lavorare per dargli visibilità e con­temporaneamente realizzare qualche piccolo inter­vento di miglioria, ovviamente nei limiti delle nostre disponibilità in termini economici e di tempo. Le amiche che mi hanno preceduta in questo incarico si sono prodigate tutte per perseguire queste finali­tà, organizzando ciascuna una serie di eventi culturali che ci hanno viste coinvolte in presentazioni di libri, concerti, progetti in collaborazione con istituti scola­stici, contatti con altre associazioni museali, gite cul­turali, ma anche mercatini di abiti vintage delle socie stesse, tornei di burraco, il tutto finalizzato sia a rac­cogliere fondi che a creare occasioni di aggregazione all’interno dell’Associazione. In questi anni il museo è cresciuto tanto: è molto più visitato, ha maggiori di­sponibilità economiche, ha una gestione più al passo con i tempi. Ciò è dipeso principalmente dagli sforzi profusi dalla Fondazione, ma in piccola parte - voglio sperare - anche dal nostro pur modesto contributo. La situazione è mutata, dunque, rispetto a otto anni fa, per cui non credo che oggi il Museo abbia bisogno dei nostri fondi per ristrutturare i bagni o mettere le luci in giardino, cose che abbiamo fatto nei primi anni di vita della nostra Associazione; il nostro impegno, quindi, continuerà nell’occuparci - sempre d’intesa con la Fondazione - del restauro di singole opere d’arte e nel concentrarci sempre più sul miglioramento della visi­bilità e rinomanza del Museo, come pure sulla sensi­bilizzazione dei nostri giovani verso le opere d’arte in esso custodite e, più in generale, verso i beni culturali e ambientali del nostro territorio.
Quali sono secondo te i vostri punti di forza?
Nostri punti di forza sono senz’altro il sentimento di amicizia che ci unisce e la comune e appassionata volontà di impegnarci tutte insieme per perseguire le finalità della nostra associazione, anche con l’organiz­zazione di eventi non solo culturali ma anche, perché no, ludici e aggregativi.
Qual è l’eredità che ti lasciano le presidenti che ti hanno preceduta?
Questi anni di intenso lavoro, oltre ai piccoli grandi risultati cui prima facevo cenno, ci hanno fatto cresce­re in termini di visibilità, facendoci conoscere sul terri­torio e direi anche oltre, perché ogni qualvolta è stato organizzato un evento culturale o siamo andate a visi­tare un Museo, un sito archeologico, un monumento (ed in questi anni di gite di questo tipo ne avremmo fatto almeno una cinquantina), abbiamo sempre fatto in modo di sfruttare tali occasioni per pubblicizzare il Museo Correale, la nostra Associazione e le sue finali­tà anche fuori dalla Penisola Sorrentina. Quindi sento il peso della responsabilità di continuare, sempre con l’aiuto delle socie, a perseguire le finalità dell’asso­ciazione con la stessa perseveranza ed efficacia delle amiche che mi hanno preceduto nel ruolo di Presi­dente.
Su quali obiettivi conti di concentrarti quest’anno con le vostre socie?
L’anno scorso abbiamo deliberato di finanziare il restauro di una pala d’altare del millequattrocento ad opera della dott.ssa Alessandra Cacace, che prevede di consegnarci l’opera finita entro fine anno. Alla ria­pertura delle Scuole, inoltre, vorremmo organizzare, in accordo con gli insegnanti, alcune visite di piccoli gruppi di studenti particolarmente motivati degli Isti­tuti superiori, durante le quali Alessandra illustri bre­vemente il suo lavoro di restauro dallo studio dell’o­pera alle varie fasi di esecuzione, sempre allo scopo di sensibilizzare le nuove generazioni all’importanza della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale del loro territorio, che in fin dei conti rappre­senta non solo il loro passato, ma specialmente il loro futuro. Inoltre stiamo mettendo a punto un ambizio­sissimo progetto che dovrebbe partire nel mio anno di mandato e che speriamo possa essere completato nell’anno successivo; riguardo a questo progetto per adesso posso anticiparti soltanto che è finalizzato a legare in modo permanente alla musica il Museo e le opere in esso custodite.
Come valuti attualmente le condizioni del Museo Correale, è sempre “il più bel Museo di provincia d’Ita­lia”, come lo definì l’archeologo Amedeo Maiuri?
Io penso che il Correale sia davvero uno splendido Museo di provincia, certamente tra i più belli d’Italia e d’Europa, anche per la peculiarità che le sue collezioni d’arte sono organizzate ed esposte in maniera da ri­creare le atmosfere di un’antica dimora aristocratica, immersa in uno splendido parco con un belvedere a picco sul mare di incomparabile bellezza. Come tan­ti altri Musei ha bisogno di qualche intervento alla struttura e alle collezioni in essa custodite, nonché di un’informatizzazione sempre più al passo con i tempi, che credo siano già nel calendario della Fondazione. D’altronde, le opere d’arte sono tante, e, anche se generalmente versano in buone condizioni, necessi­tano di cure continue e, in qualche caso, anche di re­stauri di una certa rilevanza, come qualcuno di cui si è fatta carico la nostra Associazione. Negli ultimi anni la Fondazione ha fatto tanto per la promozione e la valorizzazione: il Museo ha aperto le porte alla città, vi si organizzano mostre, eventi, concerti, ha un sito internet molto curato. E’ diventato più fruibile, in linea con l’evoluzione che ha interessato i principali musei del mondo…in una parola: è vivo! E se tutte le volte che salgo a piedi al primo piano e, affacciandomi a guar­dare il panorama ad un passo dalle tante splendide opere d’arte, sono immancabilmente rapita alla vista di tanta bellezza, quali emozioni proverà il visitatore che vi si reca per la prima volta?