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La paralisi ricorrenziale

Autore: a cura del dott.sa Mariarosaria d’Esposito | Pubblicato Maggio 2022 in Salute

Tonante come un trombone o acuta fino al punto di far gonfiare e scoppiare un uccellino (come Fiona che canta “It Is You I Have Loved”, in Shrek I), la voce è una magia! Si modifica e cambia con il nostro umore e dice tanto di noi. Riempiamo stanze e locali, inondiamo interlocutori delle onde sonore che produciamo e che per eccellenza ci rendono (nella maggior parte dei casi), “animali sociali”.
Ma come avviene questo miracolo? Qual è il motore? Tutto parte chiaramente dalla nostra volontà (riceviamo il comando per parlare, urlare o cantare dal Sistema Nervoso Centrale) che intima alle nostre sorprendenti corde vocali di vibrare e trasformare un semplicissimo e banale soffio espiratorio, in voce.
Delicate come foglioline tenere di primavera, le corde vocali sono custodite e protette da uno “scudo”, parte della laringe, che inoltre contribuisce a veicolare il passaggio dell’aria. La laringe è un organo cavo che si trova nel collo; più grande nell’uomo, crea una prominenza nota come il “pomo d’Adamo”. Oltre a quella vocale, la laringe svolge un’importantissima funzione (assolutamente prioritaria e vitale) di protezione delle vie aeree durante l’atto della deglutizione. Si chiude come una saracinesca (mediante il movimento dell’epiglottide) per impedire al bolo alimentare di entrare in trachea, durante la deglutizione dei cibi; ricorre, invece, alla tosse per consentirne l’espulsione. La laringe, inoltre, svolge un ruolo decisivo durante lo sforzo fisico: possiamo facilmente renderci conto che ci prepariamo al lavoro muscolare (anche non particolarmente impegnativo, come svitare un barattolo che oppone resistenza o alzare una cassa dal pavimento) serrando la gola. Qui la laringe svolge un’importante funzione valvolare, non diversamente da quanto avviene per espletare funzioni fisiologiche come il parto, la defecazione o la minzione.
Le corde vocali sono quindi contenute nella laringe e la loro motilità è assicurata dal nervo laringeo superiore e inferiore (nervo ricorrente). Una lesione di tale nervo causa paralisi cordale periferica (distinta dalla paralisi centrale che risulta invece conseguente ad un danno dei centri motori corticali).
Il soggetto con paralisi laringea periferica denuncia perdita o grave alterazione della voce (disfonia); possono essere presenti difficoltà ad ingoiare (disfagia) o deficit respiratorio (dispnea).
Avendo un decorso molto più lungo, il nervo ricorrente è più frequentemente coinvolto in eventi paretici (paralisi ricorrenziali). Le cause in assoluto più frequenti sono le lesioni accidentali nel corso di interventi chirurgici al torace o alla tiroide. Può infatti accadere che, dopo un intervento di asportazione di noduli alla tiroide, il paziente si ritrovi completamente afono. La paralisi cordale può essere causata, inoltre, da stati infiammatori e traumatici o compressione del nervo durante il suo decorso.
Più rara la paralisi cordale bilaterale, interessa entrambe le corde vocali. In tal caso la glottide assume una condizione cosiddetta “cadaverica”: le corde vocali risultano immobili ed è presente totale afonia. Può essere necessario un intervento di tracheotomia d’urgenza, al fine di creare un’apertura (attraverso il collo) che consenta un accesso per la respirazione e/o una via di fuga per la rimozione del cibo, in caso di ab ingestis.
Un quadro sicuramente più comune è rappresentato dalla paralisi cordale monolaterale: la corda vocale interessata perde la capacità di vibrare (rimanendo fissa ed atrofica) oppure vibra in maniera anomala. La voce risulta debole e soffiata ed il soggetto presenta difficoltà nel parlare o nel raggiungere un’intensità vocale sufficiente.
La rieducazione funzionale in caso di paralisi laringea deve essere tempestiva (non oltre la terza settimana) per evitare il degenerare della condizione.
Il programma terapeutico personalizzato prevede innanzitutto l’impostazione della corretta modalità respiratoria (per migliorare la capacità di gestione dell’aria e potenziare il soffio espiratorio) e l’assunzione di posture facilitanti. Sono previsti esercizi (di natura tensoria ed adduttoria) miranti a colmare lo spazio glottico, mediante il potenziamento della capacità vibratoria da parte della corda sana.
Ad oggi la terapia logopedica nelle paralisi cordali rappresenta uno strumento valido, efficace ed importantissimo per il ripristino dei parametri vocali e respiratori e per renderli quanto più approssimabili alla normalità.
E per l’uccellino di Fiona? Niente da fare!!!