
Caso Volkswagen. Nessuno si salva?

Negli ultimi anni il mondo finanziario è stato investito dagli scandali delle banche Americane con il successivo fallimento della Lehman Brothers e il susseguirsi delle crisi per quasi tutti gli istituti di credito dei paesi occidentali.
Di seguito, sono emersi i bilanci falsificati del Paese Grecia per entrare nella UE e... tanti altri scandali, ma ciò che più ci ha sconvolto è stata la grande truffa dell’industria automobilistica del gruppo tedesco Volkswagen a cui si attribuiva una indiscussa serietà, provocando un crollo di borsa del 44% in pochi giorni.
Ben 11.000.000 milioni di autovetture non erano in regola con le norme anti-inquinamento euro 5 e 6 e tale truffa durava da fine 2005 ai giorni nostri.
Come era organizzata tale truffa?
In modo molto tecnico e truffaldino: la centralina elettronica che gestisce anche il controllo delle emissioni dei gas nocivi era stata tarata in modo tale che, se l’auto girava sui “rulli” (come da controlli) e , quindi, non in movimento reale, registrava una emissione che rientrava nelle severe norme antinquinamento anche se il veicolo aveva prestazioni “sacrificate”.
Detta centralina avvisava, altresì, quando l’auto era in movimento effettivo (... e non sui rulli); in tal caso le rigorose normative antinquinamento non erano più rispettate e il motore ritornava ad avere prestazioni brillanti.
Una trovata “geniale e perversa” che costerà cara alla casa automobilistica obbligata a richiamare le auto del gruppo (Audi, Skoda, Seat e ... Volkswagen) per adeguarle definitivamente alle norme euro 5 e 6 con costi enormi, senza contare il dover pagare multe “altissime e salatissime” agli Usa ed ad altri Paesi.
Ciò comporterà un notevole ritardo su investimenti di nuovi modelli e, quindi, una notevole e progressiva riduzione nel tempo delle forze lavoro e una discesa degli ordini su società dell’indotto (molte italiane ...).
Una crisi notevole che colpisce un paese “virtuoso e serio” cioè la Germania.
Ma allora chi si salva?
- Se non cambia la mentalità dei consumi a breve;
- Se non cambia il modo di gestire i budget (a breve e non a lungo termine - massimo a soli 3 anni e non a 7 come di regola);
- Se gli stipendi dei manager non sono proporzionati al risultato temporale lungo termine (almeno 5 anni);
- Se non ci saranno severe e “ pesanti” pene a chi incorre a tali malversazioni ed errori.
Niente Cambierà.
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