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Forte volatilità delle borse azionarie. Il vero motivo?

Autore: dott. Massimo Fienga | Pubblicato Marzo 2016 in Attualità

Se volessimo raffigurare l’andamento delle borse azionarie attraverso un grafico, vedremo che esso assomiglia sempre ad una curva sinusoidale cioè a forma di seno (curva che scende poi risale per poi riscendere… e così via). 

Perché? Semplice... dopo un periodo di lunga discesa (mediamente 3/4 anni) i prezzi delle singole società quotate in borsa risultano basse e sottoquotate in riferimento alle dimensioni della società in questione e dei loro utili oltre alla loro proiezione prevista per il futuro immediato (2 anni). Gli investitori, quindi, sono invogliati all’acquisto e il prezzo, di conseguenza sale.

Domanda: potrà esso sempre salire? Il prezzo di acquisto sarà sempre conveniente? Certo no, ad un certo livello di crescita della quotazione, il rapporto prezzo/utili non sarà più equo ed interessante e quindi si invertirà la curva. Di conseguenza predomineranno, di nuovo le vendite sino a portare i relativi prezzi ad una quotazione congrua e interessante. Questo è l’andamento delle borse senza prendere in considerazione le variabili politiche/ economiche che possono influire inversioni di tendenza anticipando o posticipando l’andamento della curva sinusoidale (quindi delle relative quotazioni). 

In linea di massima questa è la sintetica descrizione della borsa valori e i relativi andamenti. Ma oggi è così?

Non più, la globalizzazione, i nuovi prodotti finanziari e le regole del libero mercato hanno rafforzato la speculazione. Immensi capitali si spostano con velocità da un’area geografica ad un’altra e con la stessa veemenza e velocità si predilige un settore ad un altro (settore finanziario o chimico o industriale o, ancora, tecnologico oppure farmaceutico, ecc). La spinta è volutamente forte e veloce in quanto si vuole guadagnare molto e in poco tempo con strumenti finanziari sofisticati e fortemente speculativi. Le borse e i relativi organi di controllo, sotto l’ipocrisia del libero mercato, non intervengono contro tale forte volatilità.

Come potrebbero intervenire?

  • bloccare il titolo che è sotto forte spinta speculativa (rialzo o ribasso), interrompere la negoziazione e rimandarla al giorno successivo (esempio se un titolo ha una variazione che supera l’otto per cento si interviene bloccando la quotazione);
  • ridurre le operazione allo scoperto (comprare e vendere titoli su “scommesse” senza investire denaro immediato);
  • seguire attentamente l’operatività dei grandi gestori speculativi (di solito americani, arabi e inglesi) intervenendo quando si riscontrano grosse operazioni speculative senza un valido motivo.

Questo, secondo il mio parere, ridurrebbe la forte volatilità dovuta ad una spinta speculativa eccessiva.

Concludo questo articolo asserendo che tale descrizione potrebbe apparire ridotta e semplificata ma ciò è solo per renderla comprensibile anche “ai non addetti ai lavori”.