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Gino Rivieccio l’attore in libreria con 'Siamo nati per soffriggere'

Autore: a cura del dott. Carlo Alfaro | Pubblicato Luglio 2021 in Attualità

Il napoletano Gino Rivieccio, classe 1958, è senza dubbio uno dei più completi showman nazionali, un esempio inossidabile di talento, cultura, impegno, ironia e buon gusto, che da oltre quarant’anni tiene la scena tra televisione e teatro senza perdere smalto e grinta. La sua comicità resiste nel tempo perché non è mai volgare, sa essere intelligente e garbata e cerca la riflessione più che la risata grassa e immediata.
Attore e cabarettista capace come pochi di incantare il pubblico con il suo humor fatto di grazia, arguzia, sarcasmo, le sue risposte vivaci, i suoi sketchs improvvisati, Rivieccio, dopo aver sconfitto il Covid-19 che lo ha costretto al ricovero al Cotugno nella prima ondata epidemica, è approdato in libreria col suo quarto libro, dopo “Divieto di siesta”, “Retroscena” e “La pazienza differenziata”: “Siamo nati per soffriggere. Riflessioni ai fornelli”, Colonnese Editore, 2020.
La cucina e le ricette della tradizione napoletana diventano un gradevole e allettante pretesto, per l’attore, per raccontare momenti di vita, ricordi, aneddoti, sentimenti e per le sue personali riflessioni semiserie sulla coppia, sui figli, sui rapporti familiari, sugli equilibri sociali, sulla politica, sui vizi, peccati e incongruenze della società odierna e del popolo italiano.
Con la prefazione del giornalista e saggista Magdi Cristiano Allam, Gino Rivieccio traccia un originale manuale che accoppia cucina e filosofia - entrambe essenza della cultura partenopea e italiana- sul filo dell’attualità, trasformando la risata in riflessione e la comicità in amarezza.
Il libro si fa leggere con gusto in un succedersi dialettico e incalzante, nel tono caldo e sferzante, ironico e carezzevole di cui l’attore è ineguagliabile maestro. Senza rinunciare a un messaggio di speranza e all’invito ai lettori a non smettere di coltivare i propri sogni, l’unico vero condimento della vita.
L’attore ha esordito nel 1979 con i grandi Nino Taranto e Luisa Conte, nella compagnia dello storico Teatro Stabile Sannazzaro, anche se, racconta sempre, “la mia prima esibizione risale all’età di cinque anni, quando, in piedi sulla sedia, davanti ad amici e parenti, il giorno di Natale lessi la letterina a Gesù bambino in dialetto napoletano, pardon, in lingua napoletana”.
Già nel raccontare questo aneddoto si capisce l’importanza che dà alla sua “napoletanità” nel suo essere uomo e attore, e infatti in un’intervista dichiarò: “Sono nato a Napoli, e non poteva essere diversamente. Se fossi nato ad Ivrea a quest’ora probabilmente sarei un turnista al reparto spedizioni dell’Olivetti. Perché Napoli è uno stato d’animo, Napoli è un colore e, come dice qualcuno, se non fosse esistita il mondo sarebbe stato diverso”.
Dopo tanto teatro, che resta il suo grande amore “perché è nel teatro che si ritrovano i simboli delle cose perdute di vista”, ha dichiarato una volta, la vittoria al “Festival del cabaret” di Loano nel 1986 gli aprì le porte della tv accanto a Paolo Villaggio e Carmen Russo nel programma “Un Fantastico tragico” su Rete 4 e nel Tg satirico della trasmissione “Studio 5” condotta da Marco Columbro su Canale 5.
Dall’87 all’89 conduce per tre edizioni una striscia a premi del mattino su Canale 5, “Cantando Cantando”, accanto a Little Tony, Bobby Solo e Rosanna Fratello, e nel 1990, sempre su Canale 5, insieme a Lino Toffolo il gioco a premi “Casa mia”.
Nel 1991 passa in Rai conducendo con Mita Medici e Osvaldo Bevilacqua “Sereno Variabile” su Rai 1, e nel 1992 è con Mara Venier e Fiorello per “Il Cantagiro” su Rai 2.
Dal 1992 torna a teatro con “Spasso carrabile”, regia di Massimo Cinque e nel 1993 è con la regia di Dino Verde in “Scanzonatissimo”, accanto a Brigitta Boccoli, ripreso l’anno dopo con Sabina Stilo per la regia di Don Lurio, col nome “Scanzonatissimo Gran Casinò”.
Nella stagione 1995-96 scrive con Nino Marino e interpreta il varietà “Mille Scuse”, mentre la stagione successiva scrive sempre con Nino Marino “Bentornata Passerella”, in cui è affiancato da Pamela Prati.
Nel 1998 firma con Gustavo Verde la commedia “Tilt”, e sempre con lo stesso autore porta in scena nel 1999-2000 “Si prega lasciare l’armadio entro le ore 12.00”, regia di Gaetano Liguori, con Anna Maria Ackermann.
Nel 2001 mette in scena “Per un’Italia migliore”, firmato da Dino e Gustavo Verde. Nel 2002 gira l’Italia con “Di più non dico”, regia di Gaetano Liguori, nel 2003 con “Si minacciano repliche”, replicato per ben due stagioni, nel 2004 con “Sali e t’abbacchi” e “L’Anfitrione”” di Plauto, e nel 2005 di nuovo con “Scanzonatissimo Gran Casinò” e il one-man-show “Mettetevi comodi”.
Nella stagione 2006-2007 interpreta “Sarto per signora” di George Feydeau con Luciana Turina e la regia di Vito Molinari. L’anno successivo con Vittorio Marsiglia lancia il varietà scritto a quattro mani con Gustavo Verde “Non complichiamoci la vita”.
Nella stagione 2009-2010 porta a teatro due spettacoli: “Quanno ce vò ce vò” e “Sali e t’abbacchi”. Nella stagione successiva recita in “Il Padre della sposa” per la regia di Marco Parodi con Corinne Clery.
Nel 2011 con Maurizio de Giovanni e Gustavo Verde scrive un testo sull’emergenza spazzatura che diventa uno spettacolo teatrale e un libro edito da Graf: “La pazienza differenziata”. Nel 2012-2013 realizza “Faccio progetti per il passato”, per la regia di Luigi Russo, uno show sulla filosofia della decrescita.
Nel 2013 è alla ribalta con “Ti presento mio fratello”, di Peppe Quintale e Stefano Sarcinelli, nel 2014-2015 con “Stasera ci divertiamo”, scritto con Gustavo Verde e Gianni Puca, nel 2016 con “Io e Napoli sempre…”, firmato con Gustavo Verde, con la voce di Fiorenza Calogero e il piano di Antonello Cascone, regia di Giancarlo Drillo.
Nel 2018 recita in “Fuoriscena”, regia di Fortunato Calvino, con Antonella Morea, nel 2017-2019 debutta anche alla regia con “Cavalli di ritorno”, con Rosario Minervini e Paola Bocchetti.
Ha partecipato come guest per diverse puntate alla storica soap televisiva Un posto al sole nel ruolo di Virgilio Sgambati.
Insomma, sempre infaticabile nell’impegno, puntuale nella denuncia dei temi attuali più scottanti, grande nelle soluzioni artistiche. Tutte qualità che emergono nel suo ultimo libro “Siamo nati per soffriggere”. Da leggere come un ottimo piatto di pasta al forno.