Carlo Alfaro si racconta
Questo mese EccomiQua ha avuto il piacere di intervistare una persona amata e apprezzata in tutta la Penisola Sorrentina. Uomo di grande cultura, eclettico, socialmente interessato, Carlo Alfaro si è messo in gioco rispondendo a tutte le nostre domande con simpatia ed ironia.
Medico pediatra, attore, presentatore, operatore culturale, responsabile eventi del Circolo Endas Penisola sorrentina, direttore artistico di manifestazioni di spessore, “cantastorie” di Mamme al Centro, e tanto altro ancora... Carlo qual è il segreto per avere la forza ed il tempo di fare tutto (e permettici il complimento, anche bene)?
Grazie per il complimento, e consentitemi di ringraziarvi anche di aver pensato a me per questa intervista, ne sono lusingato! Il segreto… è essere single… in senso molto allargato…cioè senza legami, come un sacerdote… sentire di appartenere a tutta la comunità: chiunque può disporre di me! Io poi sono molto curioso
- alcuni dicono impiccione, è l’altra faccia della medaglia - non c’è nulla che riguarda la vita che non mi interessi…
Spesso presenti libri scritti dai nostri concittadini, hai mai scritto o pensato di scrivere un libro?
Sì è vero, uno dei miei scopi è promuovere i talenti locali ed emergenti, intorno a noi c’è una tale ricchezza di storie e capacità che merita di avere l’opportunità di essere conosciuta. Come credo quasi tutti, ho anche io i miei “manoscritti nel cassetto”, poesie, sceneggiature, racconti…che hanno un valore, come spesso la produzione creativa, soprattutto soggettivo, di espressione di sentimenti, emozioni, sensazioni che altrimenti sarebbero implosi…chissà se un giorno sentirò che è arrivato il momento di condividerli…
Sei un pediatra affermato, cosa ti ha spinto ad intraprendere questa professione?
Sembrerà banale, ma è la pura verità: adoro i bambini! C’è una verità abbagliante nel loro modo di essere, come un raggio di pura luce. Mi spiace che a volte i genitori rischino di non godersi appieno questo universo incantato, imbrigliati dalle paure inutili per malattie banali, problemi inesistenti, luoghi comuni, false credenze, radicate cattive abitudini, pregiudizi intramontabili, logiche lontane dalla loro realtà. Mi piacerebbe riuscire a trasmettere un po’ alle famiglie l’arte di “capire i bambini”.
Essere un dottore non è sempre semplice, a volte si deve affrontare la perdita di un paziente, o trattare casi disperati. Ti è mai capitato? Cosa ti ha dato la forza di non perdere la tua solarità?
Quanto è vero quello che dici! Ho 51 anni, la vita mi ha provato molto, come capita a tutti, nella professione come negli affetti privati. Purtroppo, o per fortuna, la vita non ti dà la possibilità di dire: “fermate il mondo, voglio scendere!”. Si va avanti, col sorriso e l’energia di sempre, e le cicatrici nascoste nella piega più profonda del cuore…
Hai aneddoti simpatici che riguardano il tuo lavoro?
Alcuni complimenti delle persone più semplici mi fanno troppo sorridere, per esempio una mamma mi disse: “Per me subito dopo Padre Pio ci siete voi!”, oppure un’altra: “Basta che ci mettete la vostra mano santa sulla pancia e gli passa tutto!”. Eh, magari!!!!
Hai a che fare tutti i giorni con i bambini, non hai mai avuto voglia di avere dei figli?
Può sembrare una risposta scontata, ma per me sono tutti “figli” e “nipoti”! Certo, il desiderio di accudimento è insito nella natura umana, perciò, come spesso accade alle persone senza figli, “coccolo” molto i miei animali!
Hai visitato intere generazioni di bambini, qualcuno ti è rimasto nel cuore o ti ha particolarmente colpito?
Dentro ogni bambino c’è un universo di una ricchezza infinita, e averli conosciuti da piccoli, mi permette di riconoscerlo ancora quando sono grandi. In loro, anche adulti, rivedo sempre il bambino di allora, quella purezza che si può mascherare, ma non scompare mai del tutto. Un pensiero tutto speciale poi va a quegli angioletti che non sono diventati grandi, il cui percorso terreno si è interrotto nell’infanzia: loro sono con me, sempre.
Spesso le mamme ti vedono come un amico e/o un consigliere, confidandoti dubbi e paure, pensi che le mamme del Sud siano troppo apprensive come si dice?
Non solo le mamme del Sud, le mamme di oggi in generale. In questo senso c’è stato un peggioramento. Oggi più che mai i genitori vivono “di paura”. La preoccupazione fa parte della natura, dell’istinto e del ruolo della madre, ma molte mamme oggi sembrano aver timore di tutto, hanno un’insicurezza e un’ansia che toglie gioia e spontaneità al rapporto col bambino, trasformandole in fanatiche esperte di malattie, sempre pronte a ravvisare pericolose anomalie o improbabili allarmi nei loro piccoli, ed ossessivamente amanti di qualunque visita, controllo, esame o farmaco possa placare, seppur temporaneamente, la loro sete di salute per il figlio. Vorrei poter insegnare loro “la leggerezza”.
Progetti futuri di Carlo Alfaro. Quali sogni/progetti vorresti realizzare?
Mi piacerebbe diffondere la filosofia della “Decrescita felice”, del cui movimento in Penisola sorrentina sono tra i soci fondatori: non badare alla crescita economica, ma al benessere emotivo e alla qualità della vita, secondo il principio delle “cinque erre”: ridurre, riparare, riusare, riciclare, rallentare. La “decrescita” mira a promuovere uno stile di vita che bandisca la fretta, la competizione, il consumismo sfrenato, e recuperi i valori della tradizione, della sobrietà, della condivisione. Mi piacerebbe nelle nostre vite ci fosse più spazio per la semplicità, la bellezza, la poesia, la natura. Viviamo in un territorio di grande bellezza naturalistica, radicate abilità artigianali, straordinaria arte culinaria, profonda storia e cultura, queste sono le nostre forze, il nostro patrimonio da tutelare. E poi mi batto per la tutela delle diversità: le differenze significano opportunità e unicità.
Come si vede Carlo Alfaro tra 20 anni?
Oddio! Il rapporto con gli anni che passano non è mai facile! Meglio vivere ogni giorno come fosse l’ultimo!!
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