
Il Giorno della memoria

Perché c’è bisogno di continuare a ricordare?
Affinché non si verifichi mai più una simile catastrofe.
Il mondo continua a commemorare le vittime della Shoah (che in ebraico significa catastrofe, disastro o distruzione) avvenuta oltre settanta anni fa.
Il 27 gennaio del 1945 fu una giornata che cambiò la storia del Novecento e la percezione dei crimini del regime nazista.
Quel giorno la Prima armata del Fronte ucraino fece il suo ingresso sotto la famigerata scritta “Arbei macht frei” ad Auschwitz nel più grande campo di sterminio nazista, liberando i superstiti lasciati dai nazisti che circa 10-15 giorni prima si erano ritirati portando con loro, in una marcia della morte, tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa. L’apertura dei cancelli di Auschwitz mostrò al mondo intero non solo i testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati dal regime nazista.
L’Italia ha istituito il Giorno della memoria nel 2000 per non dimenticare lo sterminio del popolo ebraico, ma anche per ricordare la persecuzione degli ebrei italiani e di quanti vollero opporsi allo sterminio, rischiando la vita per salvare i perseguitati. Insomma una pagina di storia che non può essere dimenticata
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