Postura e denti perché sono in relazione?
Il corpo umano è spesso visto come un semplice contenitore di organi, ma ha preso sempre più forma l’idea di un sistema le cui componenti fisiche e psicologiche dialogano di continuo alla ricerca dell’equilibrio.
A conferma di questo, non è raro trovare chi, per sintomi vari, trova nel trattamento dell’apparato stomatognatico una soluzione ai propri disagi, grazie a professionisti capaci di riconoscere le correlazioni tra parti del corpo apparentemente distanti. Questi aspetti sono supportati da molte evidenze cliniche, ma non vanno presi come soluzione di tutti i mali.
Non è un segreto che il settore che vede i denti come protagonisti è ricco di svariate e stravaganti proposte, spesso molto onerose e, a mio avviso, suggerite con troppa facilità anche a chi di fatto presenta solo alcuni problemi estetici.
Si stanno sempre più sviluppando alcuni studi scientifici che cercano di valutare la correlazione tra malocclusioni dentali, cefalee e algie facciali, visto il notevole incremento di tali disturbi. I segnali più importanti dell’implicazione dell’articolazione temporo-mandibolare (che d’ora in poi chiameremo ATM) nel dolore facciale, ad esempio, sono la difficoltà ad aprire la bocca, click e scrosci articolari durante l’apertura e la chiusura della mandibola e dolori durante i movimenti di diduzione. La persona che soffre di tali disturbi generalmente viene visitata dal medico di base, dal fisiatria, dall’ortopedico, dall’otorinolaringoiatra e soprattutto dal dentista, dall’odontotecnico e dallo gnatologo, che sono i principali protagonisti della diagnosi di tali disturbi. Recentemente si sta creando un’ottima integrazione professionale tra queste figure mediche e quelle degli osteopati e dei logopedisti-terapisti mio-funzionali per riuscire a trattare efficacemente queste problematiche.
È comunque certo che una scorretta occlusione dentale, valutabile grazie all’odontoiatra, è meglio se integrata da un approccio osteopatico. Quest’ultimo è in grado di stimolare attraverso le vie nervose una migliore attivazione e sinergia dei muscoli della masticazione: questi sono inseriti all’interno di catene muscolari, le quali contribuiscono alla gestione del sistema posturale. É possibile quindi capire come, da un semplice precontatto dentale, si possa creare un disturbo continuo durante la giornata, frutto di informazioni incoerenti tra loro che arrivano alle centraline responsabili dell’equilibrio del corpo umano.
Da qui è possibile l’insorgenza di problematiche di ogni tipo: da quelle vestibolari a quelle tipicamente ortopediche o psicologiche, come diretta conseguenza del tentativo del sistema nervoso di cercare la miglior soluzione per gestire le informazioni che riceve dall’esterno. Spesso questi aspetti occlusali generano sia un utilizzo anomalo dei muscoli della masticazione, che un disequilibrio dell’assetto delle ossa del cranio, facilitando in alcuni casi la stimolazione anomala di nervi cranici che decorrono tra i numerosi forami. É l’osteopata quindi che, mediante le sue abilità di manipolatore e di sensibilità manuale, riesce a ritrovare un equilibrio tra le stimolazioni dei nervi cranici e il disequilibrio craniale, riducendo così le tensioni che si creano lavorando in sinergia con l’odontoiatra e le altre figure professionali indispensabili per la risoluzione di ogni specifico problema.
I sintomi di queste attivazioni anomale sono diversi e arrivano a colpire alcune funzioni dei vari distretti corporei: per questo, un problema all’apparato stomatognatico può contribuire al manifestarsi di mal di schiena, problemi viscerali, senso di pesantezza degli arti, emicrania, ronzii alle orecchie, aritmie cardiache, dolori del trigemino, perdita dell’equilibrio, stanchezza cronica e disagi psicologici.
Una determinata classe occlusale (il rapporto tra arcata superiore e inferiore dei denti) viene normalmente associata a delle alterazioni della postura. L’osteopata, per ciò che riguarda gli squilibri muscolari prende in considerazione ciò che può avvenire nei vari distretti corporei con una visione globale e olistica.
Va però detto che, ad una determinata occlusione non corrisponde necessariamente un disturbo di tipo cranio-facciale. Ed ecco l’importanza dell’osteopatia in supporto alla gnatologia. Innanzitutto l’osteopata cerca di capire se effettivamente la chiusura e l’apertura della bocca influenzano il cranio e la colonna cervicale nel loro movimento. Tramite l’osteopatia craniale, le tecniche sulla colonna cervicale, le tecniche sui legamenti della mandibola, le tecniche di detensione dei muscoli masticatori, l’osteopata cerca poi di mettere in comfort le strutture cranio-mandibolari, permettendo anche un migliore lavoro dell’ortodonzia, riuscendo talvolta a prevenire le frustranti recidive dopo l’utilizzo dell’apparecchio.
Un altro aspetto che viene preso in considerazione da un punto di vista osteopatico è la valutazione della funzione orale: ad esempio, verranno esaminate le abitudini errate del paziente, come masticare chewinggum per troppe ore, succhiare le penne o il dito, mordersi il labbro, la presenza di respirazione orale o l’alterata postura della lingua durante i movimenti e a riposo. Importanti saranno allora alcune indicazioni corrette per affrontare tali abitudini errate ed eventualmente si consiglierà una consulenza logopedica.
Questi aspetti, se ben gestiti dalla collaborazione di diverse figure professionali, regalano parecchi sollievi a chi soffre di disturbi a carico di questo sistema.
Infine ricordo a chi presenta alcuni di questi disturbi di non dimenticare di portare la questione all’attenzione del proprio medico curante così da escludere altre implicazioni.
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