Sordità infantile: I fattori di rischio!
La maturazione cocleare, ovvero dell’organo dell’udito, sembra iniziare verso la ventesima settimana di gestazione, ma è solo tra la ventottesima e la trentesima settimana che sono operanti i fondamentali meccanismi dell’analisi di intensità e frequenza acustica. Una risposta fetale alla stimolazione acustica si può avere, infatti, fino dalla ventiduesima settimana di gestazione: si tratta di improvvise contrazioni muscolari, di movimenti della testa, ma soprattutto di modificazioni della frequenza cardiaca fetale.
Anche alla nascita sono presenti queste reazioni spontanee fetali e muscolari, che vengono a prodursi nel neonato per stimoli acustici di intensità superiore ai 70dB. Nei primi due mesi di vita la sfera uditiva del neonato appare piuttosto limitata e le sue risposte (ammiccamento, pianto, arresto di attività, aumento della frequenza respiratoria, ecc) sono del tipo tutto o nulla. Il bambino impara a distinguere suoni vocali e già al terzo mese la voce materna suscita una maggiore attenzione rispetto a voci di persone estranee. Il bambino comincia a reagire a stimoli di intensità sonora anche modesta(30- 40dB), ma è solo verso i sei mesi che dà risposte a stimoli di intensità inferiore. Sempre a quest’età il bambino riesce a cogliere il significato di una particolare intonazione vocale (es. un rimprovero), a nove mesi è in grado di riconoscere parole a lui familiari . Durante il primo anno subentrano, poi, i riflessi di orientamento.
Si assiste ad un progressivo affinamento della capacità di localizzazione sonora che consiste, inizialmente, in una rudimentale rotazione del capo verso la sorgente sonora (3 mesi), poi nella diretta localizzazione sonora sia in senso laterale che verso il basso (6- 13 mesi) ed infine in tutte le direzioni (21-24 mesi).
La sordità infantile può provocare nel caso sia grave e/o profonda, la NON acquisizione del linguaggio se non trattata precocemente! Gli effetti della sordità infantile sullo sviluppo comunicativo linguistico del bambino dipendono infatti dalla entità della sordità e dall’epoca di insorgenza della stessa
nel senso che tanto più grave è la sordità e precoce l’epoca di insorgenza tanto più marcati saranno i deficit del bambino. La percentuale di sordità infantile è l’1/1000 nei nuovi nati e tende ad aumentare del 4-5% nei bambini con fattori di rischio audiologico.
In base all’epoca di insorgenza, parliamo di:
- sordità prelinguali: con insorgenza entro l’anno di età
- sordità perilinguali: tra un anno e i tre anni (periodo di apprendimento del linguaggio)
- sordità postlinguali: oltre i tre anni
La maggior parte della sordità acquisite in epoca prenatale è provocata da un gruppo di agenti infettivi conosciuto oggi come complesso TORCH (Toxoplasmosi, Others, Rosolia, Citomegalovirus, Herpes virus).
- L’infezione materna da rosolia è associata a malformazioni congenite a carico del cuore, dell’occhio e dell’orecchio. La rosolia nei primi mesi di gravidanza rappresenta un fattore di rischio, poiché è in tale periodo che avviene la differenziazione dell’orecchio interno.
- La sordità da citomegalovirus (CMV) è di solito bilaterale e grave, con spiccata predilezione per i toni acuti, anche se sono stati segnalati casi di sordità evolutiva nel tempo. Negli ultimi anni abbiamo avuto un calo delle sordità da rosolia (avvento della vaccinazione), ma c’è stato un aumento di quelle da CMV.
- Oltre alle cause infettive è noto come alcune sostanze “tossiche”, assunte dalla madre in gravidanza, possono portare alterazioni all’apparato uditivo dell’embrione; tra questi ricordiamo: gli antibiotici ototossici, il chinino, l’alcool, i neurolettici, nonchè fattori fisici (raggi x), ecc. Una particolare attenzione deve essere rivolta al diabete e alle gravi forme di nefrite(tossicosi endogene) che possono portare a lesioni labirintiche di tipo emorragico.
Per le sordità perinatali annotiamo ipossia ed ittero come fattori di rischio che comportano una elevata sofferenza fetale! Più è prolungato il periodo di sofferenza fetale, maggiori saranno le lesioni a carico del feto. Le conseguenze cliniche dell’ipossia possono essere molteplici e riguardano particolarmente alterazioni a livello del sistema nervoso centrale, alle quali può associarsi sordità di tipo grave o profonda.
Per le sordità postnatali parliamo di cause infettive, traumatiche e tossiche. Per quanto riguarda le malattie infettive sappiamo che queste sono responsabili di danni molto seri a carico dell’ottavo nervo e della coclea. Le forme di più frequente riscontro sono: la meningoencefalite (malattia infiammatoria delle meningi), la parotite (la cui sordità esordisce in modo brusco e può portare nella maggior parte dei casi ad una cofosi) ed il morbillo. Per le cause tossiche possiamo far riferimento a quelle esposte nelle sordità prenatali, con particolare accento ai farmaci ototossici.
Ultimo fattore di rischio è il ricovero in TIN (terapia intensiva neonatale) per più di 48 ore. Si tratta di fattori come basso peso alla nascita, ventilazione meccanica per più di 5 giorni, meningite batterica, iperbilirubinemia, farmaci ototossici per più di 5 giorni.
Fondamentale, infine, per il recupero completo del bambino sordo grave eseguire una DIAGNOSI PRECOCE in modo da compensare la disabilità conseguente al danno uditivo con l’applicazione di un apparecchio acustico adeguato unitamente ad una educazione logopedica idonea.
Nel prossimo articolo, vista la complessità dell’argomento approfondirò il tema dell’ipoacusia infantile.
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