
La Biopiscina - Gioia e dolori

E’dal lontano 1954 che in Austria fu creato da Gottfried Kern ` il primo laghetto decorativo. Richard Weixler, sempre in Austria, s’ispirò all’esperienza di Kern e nel 1976 costruì un bacino impermeabilizzato in argilla di circa 1000mq, 200 dei quali costituivano la parte balnenabile, senza l’utilizzo di nessun impianto tecnico.
Negli anni ottanta sia in Austria che in Germania s’iniziò ad utilizzare dei teli sintetici per costruire invasi con suddivisioni per creare zone adibite alla balneazione. La qualita` dell’acqua era garantita dai processi naturali che avvenivano attraverso la presenza di piante, microorganismi e dalla loro interazione con i substrati presenti. Tutti i costruttori delle prime biopiscine italiane sono stranieri di lingua tedesca e solo a partire dalla meta` degli anni ’90 hanno cominciato ad operare, come la storia ci insegna, aziende del nord Italia. Così, grazie alla loro capacità associativa, sono state pubblicate molteplici riviste per divulgare la “tecnologia verde” e potenziare la richiesta di mercato. Oggi il settore biopiscine italiano deve trovare un suo equilibrio, difatti la gente confonde la stessa con la piscina. Per tutto ciò si rischia di fare una spesa per poi ritrovarsi in un vicolo cieco.
In pratica, come per un acquario, occorrerebbe una passione di base o un’assistenza con una consulenza scientifica per la conduzione di una biopiscina in quanto non sara` mai un bacino facilmente controllabile, ma un sistema in cui la tecnica la natura e l’uomo dovrebbero interagire in costante movimento.
E` fondamentale, quindi, che il fruitore di una biopiscina sia messo in grado di ‘‘comprendere’’ e interagire correttamente con la sua piscina in tutte le fasi della sua maturazione biologica, pena il disfacimento dell’equilibrio biologico e lo snaturamento del sistema “filosofico” della biopiscina. In pratica è consigliabile avere una superficie di almeno di 150-200mq. fattore determinante dell’equilibrio è senza dubbio la temperatura dell’acqua e quindi il giusto rapporto di coesistenza biologica tra: piante, fauna e ossigenazione.
Nel 1983 abbiamo realizzato impianti per grandi acquari e nel 1998 il biolago per poi ottimizzare le tecnologie impiantistiche per le vasche naturali ovvero la possibilità di integrare le piante in piscina al fine di ottenere il giusto inserimento nell’ambiente naturale e garantire la balneabilità della stessa con semplicità gestionale. Oggi lo styreps ci consente di poter realizzare ogni tipologia d’invaso e così con il sistema impiantistico TA-OXI-OZONFILTER di garantire la balneazione senza cloro e tutto made in Sorrento.
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