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Molestie sui mezzi pubblici: Fuori la voce!

Autore: Esther Pollio | Pubblicato Settembre 2016 in Cultura

Un recente calcolo ci informa che in Italia, nel solo 2016, sono 60 le donne che hanno perso la vita a causa di violenza. Molto superiore, a livelli allarmanti, il numero delle denunce da parte di donne che tentano in questo modo di difendersi da minacce, persecuzioni e violenze di ogni genere. Anche se si continua a discutere molto sulla difesa della “categoria rosa” e sull’importanza della denuncia, sono molte le donne che si ritrovano sole, schiacciate dalla paura, a dover contrastare personali emergenze e timori legati a uomini che con il loro comportamento rappresentano una minaccia.

È il caso di armarsi… e urlare.

Essere donne vuol dire spesso essere indifese. Le minacce, o semplicemente i fastidi, possono essere dietro l’angolo e bisogna essere in grado di affrontare al meglio ogni situazione. Ipotizziamo ad esempio di trovarci su un mezzo pubblico, che sia un autobus o un treno, magari la sera dopo una giornata di lavoro, in viaggio verso casa, con mille pensieri nella testa e poca attenzione a ciò che ci accade attorno. Può capitare di ritrovarci a pochi passi da qualche malintenzionato, che si tratti di un borseggiatore o di un molestatore. Ipotizziamo che non ci sia nessuno, che magari non sia il primo vagone del treno e quindi il conducente sia lontano: come tutelarsi dall’importunatore che potrebbe trasformarsi in un violento orco? La prima regola è ignorare il soggetto, far finta di nulla; probabilmente la cosa diventerà insistente e in questo caso il cellulare potrebbe essere un angelo custode. Telefonare a qualcuno e iniziare una conversazione potrebbe essere un buon sistema per creare una distanza tra noi e il soggetto: vedendovi al cellulare saprà che c’è qualcun altro dall’altro capo del telefono che sentirebbe tutto e potrebbe immediatamente allertare le forze dell’ordine nel caso avvertisse qualcosa di preoccupante. Quindi, se anche non c’è nessuno da telefonare, fate finta! Se la vostra prima reazione è quella di scendere alla successiva fermata, valutate bene se si tratta di un luogo a voi conosciuto, se questa scelta può essere ulteriormente dannosa o se effettivamente è l’unica possibile. In ogni caso mettetevi in contatto con una persona cara, un fratello, un amico, il vostro compagno e chiedetegli di raggiungervi alla fermata che avete scelto. Se il molestatore si fa insistente e non siete del tutto sole all’interno del mezzo pubblico, se scorgete in lontananza la presenza di altre persone, la miglior soluzione è quella classica: iniziare ad urlare! Non siate timide, la vostra vita e la vostra salvezza possono dipendere dal vostro alzare la voce. Urlando, infatti, attirerete sicuramente l’attenzione di chi vi sta intorno, seppur un po’ lontano. Non si voglia credere che l’indifferenza che ormai dilaga come una piaga sociale sia a tal punto forte che nessuno intervenga: sicuramente qualcuno arriverà o almeno il delinquente, intimorito e sorpreso dalla vostra reazione, sarà spinto ad allontanarsi e a rinunciare a proseguire nel crearvi disagio.