
Tifo violento! Danni anche per le orecchie!

Molti credono che esporsi a rumori e/o suoni ad alto volume, come quelli di una tifoseria allo stadio, produca solo una temporanea sensazione di fastidio alle orecchie con percezione di suoni ovattati, e che le funzioni uditive tornino del tutto normali nel giro di poco tempo. Ma non è così! Non bisogna crogiolarsi nell’idea che un danno uditivo sopraggiunga solo dopo anni e anni di esposizione a traumi acustici. Le fibre nervose connesse alle cellule ciliari dell’orecchio interno, che trasmettono i segnali elettrici al cervello, possono subire danni uditivi permanenti anche dopo una sola esposizione a rumori forti e non necessariamente assordanti.
Il limite massimo stabilito dagli esperti, oltre il quale ci si espone al rischio di perdita di udito, è 85 DB, mentre il livello di rumore raggiunto dai sostenitori delle tifoserie durante una partita allo stadio può arrivare fino a 167 DB. Un dato allarmante, se si tiene conto che l’aspetto più critico di questo fenomeno è la disinformazione. I tifosi che frequentano abitualmente gli stadi sono perlopiù inconsapevoli delle implicazioni che questi hanno per la loro salute. Si ignora che esporsi ad alti livelli di rumore per anche solo per il tempo di una partita di calcio allo stadio può comportare gravi danni per l’apparato uditivo degli spettatori e degli stessi giocatori.
Come si può continuare a seguire le partite della propria squadra del cuore allo stadio senza mettere a repentaglio la propria salute uditiva? Un modo sarebbe quello di adottare misure preventive per tutelarsi dall’inquinamento acustico negli stadi. Esistono diversi tipi di protezione che si possono utilizzare. CI sono otoprotettori che consentono di sentire il parlato e i rumori di fondo attenuando i suoni nocivi. Un altro suggerimento potrebbe essere quello di limitare il tempo di esposizione: alternare una partita allo stadio con una alla tv, dimezzando così il numero di ore in cui ci si sottopone al rumore oppure acquistare biglietti per postazioni negli spalti che siano meno affollate.
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