
Scopriamo la sindrome rara dagli occhi a stella e del carattere da coktail party

Si tratta della Sindrome di Williams, o Williams-Beuren, più poeticamente chiamata “la sindrome dei bambini con gli occhi a stella”, rara malattia genetica caratterizzata da aspetto peculiare del volto (cosiddetta “faccia da elfo”), cardiopatia congenita, ritardo di sviluppo e atteggiamento comportamentale iper-sociale. La sindrome deve il nome al dottor Williams, medico neozelandese, che per primo ne descrisse i sintomi nel 1961. Il dottor Beuren, nel 1962, in Germania, descrisse con i suoi colleghi un quadro clinico simile, rivelatosi poi essere la stessa sindrome. In Italia vi sono circa 3000 casi. Viene dichiarata un’incidenza di 1 caso ogni 20.000 nati, ma probabilmente la reale incidenza arriva ad 1/10.000 nati. Colpisce indistintamente maschi e femmine. La causa molecolare della sindrome è stata caratterizzata solo nel 1993: si tratta della perdita (delezione) di un frammento o regione del braccio lungo del cromosoma 7 (regione cromosomica 7q11.23), che comprende 28 geni, tra cui quello responsabile della sintesi dell’elastina, proteina strutturale che è una importante componente dei tessuti connettivi, presenti in tutti gli organi. La trasmissione della malattia è autosomica dominante, cioè un individuo che ne è affetto ha il 50% di probabilità di trasmetterla ai propri figli, anche se solitamente la condizione insorge sporadicamente, senza che siano presenti altri casi in famiglia, per un danno genetico insorto de novo. L’anomalia non viene individuata con il cariotipo standard ma attraverso la FISH (Fluorescent In Situ Hybridization), un esame citogenetico che permette di evidenziare la microdelezione cromosomica. Più di recente sono state messe a punto nuove tecniche di diagnosi genetica meno costose e più veloci, come la PCR quantitativa, la MLPA e gli arrayCGH.
I segni e sintomi comprendono:
A) Anomalie di crescita e sviluppo: spesso nascita post-termine, basso peso alla nascita e scarso accrescimento, con bassa statura definitiva (l’altezza media si aggira intorno ai 156 cm nei maschi e ai 147 cm per le femmine); sviluppo puberale precoce (all’incirca 9 anni per entrambi i sessi); invecchiamento precoce.
B) Facies tipica (“viso degli elfi”), più evidente man mano durante la crescita e nell’età adulta: anomalie del cranio (microcefalia, dolicocefalia, costrizione bitemporale), lineamenti marcati e grossolani, fronte larga, sopracciglia rade, aspetto “pieno” dei tessuti intorno agli occhi (edema periorbitale, epicanto, palpebre cascanti), occhi molto distanziati (ipertelorismo), anomalie oculari (iride stellata, strabismo, difetti di rifrazione), dorso del naso depresso e rivolto verso l’alto (naso a sella), setto nasale appiattito, narici antiverse e punta del naso globosa, filtro allungato e poco disegnato, bocca ampia (macrostomia), anomalie dentarie (ritardata eruzione, denti piccoli, radici dentarie piccole e sottili, spazi inter-dentali aumentati, malposizione e malocclusione, spesso carie e ipoplasia dello smalto), labbra carnose con labbro inferiore anteverso, e atteggiamento caratteristico della bocca che viene mantenuta sempre aperta, guance piene e paffute, prominenti e cadenti, mandibola piccola (micrognatia), voce roca e soffocata.
C) Patologie dei vari organi e apparati (malattia “multisistema”): cardiopatie congenite (75- 80% dei casi), che condizionano più di tutto la prognosi: principalmente stenosi sopra-valvolare dell’aorta, ma anche stenosi valvolare aortica, valvola aortica bicuspide, prolasso della mitrale, DIA e DIV; alterazioni a carico dei vasi sanguigni (come stenosi delle arterie polmonari, epatiche e renali; in quest'ultimo caso si può avere ipertensione arteriosa); anomalie strutturali: torace stretto, collo lungo, spalle cadenti; talvolta ernia inguinale/ombelicale; basso tono muscolare da piccoli, poi crescendo contratture, dolori, crampi; fragilità ossea, deviazioni della colonna vertebrale, clinodattilia del quinto dito della mano; iperlassità articolare; complicazioni gastro-intestinali: difficoltà di alimentazione, vomito, dolori addominali ricorrenti, diarrea; otiti frequenti; ipercalcemia e/o ipercalciuria con nefrocalcinosi; frequente enuresi diurna e notturna; associazione con celiachia.
D) Problemi neurologici: ritardo mentale, di grado estremamente variabile; ritardo del linguaggio, ma solo nelle fasi iniziali; incoordinazione dei movimenti e difficoltà nella motricità fine e grossolana, con vistosa goffaggine; compromissione della memoria a breve termine; iperattività, irrequietezza, problemi di attenzione, impulsività, disobbedienza, difficoltà di concentrazione, sbalzi d’umore; ansie, ossessioni, preoccupazioni e paure; difficoltà di orientamento spaziale; difficoltà di addormentamento e turbe del sonno; ipersensibilità ai rumori dovuta alla presenza di iperacuità uditiva (iperacusia) che specie nei neonati e nei più piccoli è causa di risvegli e pianti improvvisi.
E) Aspetti caratteriali: sono dotati di un carattere estremamente espansivo, gentile, socievole ed estroverso, anche nei riguardi di persone che non conoscono (comportamento ipersociale, che gli inglesi chiamano efficacemente “cocktail party personality”): sono persone allegre, conviviali, amichevoli, affettuose, comprensive, altruiste. Hanno anche una capacità straordinaria nel riconoscere i visi, grazie a spiccata memoria per i volti, e grande abilità nell’identificare le espressioni emozionali e le prospettive degli altri (empatia). Spesso, però, all’eccessiva disinibizione sociale si associano notevoli difficoltà a relazionarsi costruttivamente con i coetanei e a stringere e mantenere legami di amicizia, in quanto sono indiscriminatamente amichevoli con tutti, e quindi spesso divengono vulnerabili allo sfruttamento, inoltre manifestano bassa tolleranza alla frustrazione, forte impulsività e fanno fatica a rispettare i turni di interazione con l’altro. Un altro aspetto della personalità è la spiccata sensibilità e predisposizione per la musica: apprendono con estrema facilità le canzoni, alcuni posseggono l’orecchio assoluto e un prodigioso senso del ritmo, molti ricordano melodie per anni, altri sono musicisti professionisti.
Riguardo alla terapia, non esiste una cura specifica per la Sindrome di Williams, ma è importante il monitoraggio da parte di una equipe multi-disciplinare di specialisti di tutti i problemi sanitari specifici. Sono poi importanti gli interventi educativi, come l’uso di particolari accorgimenti per l’insegnamento della lettura e della scrittura, quali il computer, e il lavoro volto all’incremento dell’autonomia, come la cura personale, la gestione del denaro, l’orientamento nello spazio. Utili anche programmi di abilità sociale, contenimento dell’ansia, gestione dell’ipersensibilità ai suoni. La pressione arteriosa e la funzione renale devono essere controllate per tutta la vita.
Come per altre patologie rare, è importante il ruolo delle associazioni dei pazienti. L’Associazione Italiana Sindrome di Williams, fondata ventuno anni fa, nel 1996, si batte per incentivare la ricerca, informare la popolazione, favorire le diagnosi precoci e potenziare gli aspetti educativi e riabilitativi, attraverso convegni, libri, opuscoli informativi, video e spot, allestimento del sito. In occasione del ventennale, lo scorso anno, le Poste Italiane hanno emesso un francobollo dedicato all’Associazione.
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