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Alice: non solo “Per Elisa”

Autore: a cura del dott. Carlo Alfaro | Pubblicato Marzo 2021 in Attualità

Adoro Alice, una vera Signora della musica italiana, artista completa: interprete, autrice, pianista, e sempre originale, raffinata, sofisticata, carismatica, intensa ed elegante. Non dimenticherò mai la sua perfomance al Festival di Sanremo che vinse nel 1981 e la rivelò al mio cuore: un look di prepotente e moderna bellezza, un’interpretazione altera e impetuosa, una voce cupa e solenne, un’incredibile e innovativo modo di cantare. La sua vocalità è unica, il suo talento potente. Proprio da quel mitico Festival, Sanremo si trasformò, dopo la crisi degli anni ’70, in un eccezionale evento mediatico, capace di interessare ed emozionare tutte le generazioni attraverso mille spunti di attrattiva: la tradizione, le melodie, i testi delle canzoni, le vallette, i look, le scenografie, le polemiche, le gaffe, gli scandali, i gossip, gli ospiti stranieri, i comici con i loro monologhi. Sul podio, quell’anno, “Per Elisa” di Alice, coautrice del brano insieme a Franco Battiato e Giusto Pio, l’immensa Loretta Goggi con “Maledetta primavera” e Dario Baldan Bembo con la romantica ballata “Tu cosa fai stasera?” Nella stessa bellissima edizione altri brani poi diventati evergreen della musica italiana come “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri e “Ancora” di Eduardo De Crescenzo. Canzoni i cui versi per adolescenti come me diventavano slogan da sventolare come una bandiera mentre andavamo alla carica di un’esistenza tutta da scoprire.
Il vero nome di Alice è Carla Bissi. Nacque a Forlì, nella bella Romagna, il 26 settembre 1954. Si racconta che cantò in pubblico la prima volta quando aveva solo 15 mesi, in una chiesa nella sua città natale. All’età di 8 anni iniziò a studiare pianoforte e canto. Spinta da una grande voglia di emergere e farsi conoscere, partecipò ancora bambina a vari concorsi per nuovi talenti, come il V Festival Internazionale dei Ragazzi, a Sanremo nel 1965, quando aveva 11 anni, dove si classificò seconda, e poi Fuori la voce, a Cesenatico nel 1967, non ancora tredicenne. Nel 1971, a soli 17 anni, vinse il Concorso per Voci Nuove al Festival di Castrocaro con una personale interpretazione di “Tanta voglia di lei”, classico dei Pooh. Già altissima, fisico filiforme, lunga chioma nera e grandi occhi scuri, venne ribattezzata dalla stampa “la cerbiatta di Forlì”. L’anno successivo partecipò di diritto al primo dei suoi tre Festival di Sanremo con la canzone “Il mio cuore se ne va” di Memo Remigi, che viene subito eliminata. Fu in quel momento che Carla cominciò a realizzare quanto il ruolo di interprete la costringesse ad accettare, come in quel caso, pezzi che non la entusiasmavano e, di conseguenza, non avrebbero coinvolto l’ascoltatore. Molto più sentì dentro, invece, lo stesso anno, il brano “La festa mia”, scritto da Franco Califano, col quale venne premiata con la Gondola d’Argento alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia.
Nel 1973 incise, come si usava fare molto all’epoca, due cover: “Vivere un po’, morire un po’”, versione italiana di My My She Cries di Carole King e “Il giorno dopo”, versione italiana di The Morning After, che l’anno precedente aveva vinto il premio Oscar come colonna sonora del film L’avventura del Poseidon.
Questi brani non riscuotono successo, e Carla capisce, con molto coraggio, che se vuole realizzare il sogno di diventare una cantante di successo deve reinventarsi. Addio allora a Carla Bissi: tornerà sulle scene musicali due anni dopo con un nuovo nome, Alice Visconti, e il suo primo album, “La mia poca grande età”, da cui estrae due singoli, “Io voglio vivere” e “Piccola anima”, che entrano in classifica. Nel 1978 pubblica il secondo LP, “Cosa resta... un fiore”, dal quale vengono estratti altri due singoli (“E respiro” e “Un’isola”).
Ancora una volta, l’artista sente che gli autori non le hanno permesso di esprimere la sua personalità, e la sua musica non trasmette al pubblico la sua interiorità, non arriva al cuore dell’ascoltatore: “Di questi primi due album mi sento addirittura disgustata”, dichiarerà in seguito.
Per questo ha il coraggio di cambiare ancora: nel 1980 abbandona il cognome Visconti, firma per la EMI e inizia a lavorare alle canzoni non solo come interprete ma anche come autrice e compositrice. Nella EMI si verifica un incontro decisivo per la sua vita e la sua carriera: quello col grande Franco Battiato, che diventa il suo maestro e lei la sua musa. Con lui pubblica il grande successo “Il vento caldo dell’estate con cui trionfa al Festivalbar 1980 e il suo terzo album, “Capo Nord”, caratterizzato dalla forte impronta del pop innovativo di Battiato: ritornelli indelebili, testi colti e sofisticati, uso massiccio dell’elettronica. Ha 27 anni quando vince il Festival di Sanremo del 1981, e sempre con la collaborazione di Battiato pubblica dopo il Festival l’album “Alice”, col quale va in tour in tutta Europa, riscuotendo particolare successo in Germania. Nell’estate del 1981, il brano “Una notte speciale” tratto dall’album è una delle hit più ascoltate. Nell’estate successiva, del 1982, esce il singolo “Messaggio” che anticipa l’album Azimut, che contiene il bellissimo duetto con Battiato di “Chan-son egocentrique”. Nel 1983 pubblica l’album “Falsi allarmi” e vince la manifestazione Azzurro. Nel 1984 partecipa con grande successo all’Eurofestival in coppia con Franco Battiato con la raffinata “I treni di Tozeur”. Nel 1985 pubblica l’album “Gioielli rubati”, tributo a Franco Battiato con una serie di cover delle sue canzoni tra cui la sua potente interpretazione di “Prospettiva Nevski”: il lavoro le vale il Premio Tenco quale migliore interprete dell’anno.
Da questo momento di massima popolarità, Alice, con molto coraggio, ancora una volta cambia rotta: smette la collaborazione con Battiato e vira, per tutto il resto della sua carriera, verso la scelta di una ricerca musicale coltissima e di grande originalità e qualità, che spazierà dall’avanguardia alla musica sacra alla letteratura in musica. Un percorso che l’ha inevitabilmente destinata un pubblico molto elitario, lontano anni luce dal successo commerciale e dalle hit-parade.
Nel 1986 esce l’album “Park Hotel”, primo frutto del sodalizio artistico e affettivo con Francesco Messina. I due vivono assieme da 40 anni, non hanno avuto figli ma allevano una miriade di affettuosissimi gatti. Nell’album Juri Camisasca, artista fuori da ogni schema, schivo e solitario (si è ritirato per 11 anni in un monastero benedettino in Umbria), già collaboratore di vecchia data di Battiato, firma la suggestiva “Nomadi”. Nel 1987 pubblica l’album “Elisir”, Premio della critica in Germania dove viene premiata col Goldene Europa, mentre sfonda anche sul mercato giapponese. Nel 1988 pubblica l’album “Mélodie passagère” in cui interpreta splendide pagine di musica colta e nel 1989 lo spirituale “Il sole nella pioggia”.
Nel 1992 esce l’ermetico “Mezzogiorno sulle Alpi”. Nel 1994 canta in alcuni concerti con l’orchestra sinfonica di Arturo Toscanini per il progetto Art & Decoration. Nel 1995 passa alla WEA e pubblica l’album “Charade”. Nel 1996 collabora all’album di Trey Gunn e nel 1997 a quello dei Bluvertigo. Nel 1998 esce “Exit”, un album di pop elettronico. Il successivo album, “God Is My DJ”, del 1999, ricerca “il sacro nella musica” e viene promosso attraverso concerti tenuti nelle chiese.
Nel 2000 Alice torna al Festival di Sanremo con “Il giorno dell’indipendenza”, inserito nell’album di suoi successi “Personal Juke Box”. Segue il progetto live “Le parole del giorno prima”, sul valore delle parole nella musica, da Shakespeare a Pasolini. Nel 2003 pubblica (per l’etichetta indipendente Nun Entertainment) “Viaggio in Italia”: un omaggio ai grandi cantautori italiani (Ivano Fossati, Fabrizio De André, Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Giorgio Gaber e Battisti). Nel 2004 incide il brano “Sospesa”. Tra il 2006 e il 2008 tiene alcuni concerti con il nuovo progetto “Lungo la strada”, dai quali nasce l’album dal vivo del 2009, Lungo la strada live. Il 21 giugno 2009 partecipa ad Amiche per l’Abruzzo, concerto benefico svoltosi allo Stadio San Siro di Milano e finalizzato alla raccolta di fondi per le popolazioni colpite dal terremoto. Sempre nel 2009, riceve il Premio Mia Martini. Nel 2011 esce la retrospettiva “The Platinum Collection”, con le canzoni chiave dell’intera carriera. Nel 2012 esce l’album pop “Samsara”, termine sanscrito che rappresenta una ruota che gira, col bellissimo singolo scritto da Tiziano Ferro “Nata ieri”.
Nel 2013 partecipa al progetto Del suo veloce volo, grande concerto-evento all’Arena di Verona insieme a Antony e Battiato da cui è tratto l’album dal vivo di Battiato “Del suo veloce volo”. Dopo aver partecipato agli album di Luca Carboni e Mario Venuti, nel 2014 pubblica l’album “Weekend” e interpreta lo spettacolo di Marco Goldin su musiche di Franco Battiato “La ragazza con l’orecchino di perla”, assieme a Francesca Michelin. Nello stesso anno riceve il premio speciale Cervo d’oro alla carriera Michel Gondry – Cervignano Film Festival. Durante l’estate 2015, Alice partecipa allo spettacolo ideato da Caterina Caselli “La Dolce Vita, la musica del cinema italiano”, Nel 2016 è impegnata nel “Tour Battiato E Alice”: 32 date nei maggiori teatri Italiani, sempre tutto esaurito, tant’è che vengono riproposti altri 7 spettacoli da cui viene pubblicato il CD+DVD.
Nel 2018 torna sul palco dell’Ariston, in duetto con Ron. Tra il 2018 e il 2019 riprende il tour “Viaggio in Italia” sui cantautori da lei più amati.
Il 2020 ha fermato tutti gli artisti ma, come è sempre stato nella storia dell’uomo, confido che l’Arte sarà più forte delle crisi e delle catastrofi.