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Come investire i propri risparmi

Autore: Dott. Massimo Fienga | Pubblicato Maggio 2016 in Attualità

L’epoca dei titoli di stato a tassi “decenti” è un ricordo, oggi il risparmio globale finanziario è quasi tutto a reddito fisso con tassi vicino allo zero. Anche altre forme di investimento come obbligazioni bancarie o industriali hanno notevoli rischi (già enunciati da molti giornali specializzati) e, sempre più, non bisogna investire sul singolo emittente. Attenzione, soprattutto, ai soliti “conflitti di interesse” e alle poche spiegazioni…

Allora? Cosa fare? Prima regola: non avere fretta!!!
Quindi avere un approccio proiettato al medio/lungo termine (4/8 anni) con una notevole diversificazione. Uno degli attuali investimenti che più si avvicina alle regole sopra elencate è il denaro gestito e in special modo i migliori fondi comuni di investimento collocati da società di emissione con gestioni specializzate. Ma come scegliere dei buoni fondi comuni di investimento?

Ci sono alcune regole da rispettare e confrontare:

  1. Non pagare spese di ingresso (penalizzerebbero il rendimento).
  2. Scegliere gestori di indiscussa qualità che negli ultimi 5 anni siano stati sempre attenti e prudenti, – media rendimenti che non siano tra i primi (forse rischiosi) o tra gli ultimi (qualità inferiore allo standard), ma che siano sempre e costantemente nella posizione medio-alta dei rendimenti di settore.
  3. Diversificare tali fondi per aree geografiche importanti e per settori (industriali, farmaceutici, tecnologici, finanziari ecc).
  4. Chiedere sempre spiegazioni dettagliate e proiezioni di tali investimenti.
  5. Avere un rischio moderatamente alto in quanto, oggi, il rischio basso ha rendimenti vicini allo zero e i dividendi azionari sono, al contrario, più redditizi.
  6. Rispettare orizzonti temporali medio – lunghi per avere risultati opportuni e validi.
  7. Avere un professionista vero e di fiducia che segua bene il cliente e gli dia spiegazione dettagliate sul mondo finanziario e sui prodotti scelti.

Tutto semplice?
Ebbene no!
Ma bisogna, cercare di comprendere che oggi tali scelte sono indispensabili.