Feste ed eventi: 5 cose da NON fare sui social
L’estate è piena di eventi: le persone escono con più piacere, le location all’aperto aumentano gli spazi disponibili e spesso i Comuni finanziano progetti per attirare turisti. Questo è un bene, ma quanti di questi eventi, spesso validissimi, vengono comunicati nei giusti tempi e con i giusti modi?
La domanda che mi fanno sempre in questo periodo è proprio: Costanza, come posso pubblicizzare quest’evento? I social sono sicuramente il mezzo più accessibile a tutti in termini economici, ma un uso smodato potrebbe complicarvi la vita. Ecco cinque cose da NON fare per promuovere correttamente il vostro evento su facebook.
Non riducetevi all’ultimo. Lo so, andate sempre di fretta. Ma la programmazione è importante per una campagna facebook di un evento tanto quanto quella di un’impresa. Conoscere in tempo tutti gli elementi caratterizzanti del vostro evento, dargli un’anima e un perché, scegliere quali canali social presidiare, vi darà grossi risultati e darà credibilità all’evento.
Attenzione agli hashtag. Hashtag è una parola composta da due parole che significa “cancelletto-etichetta”. Su twitter, come su facebook e instagram, viene usata per raccogliere tutti i contenuti dentro un particolare argomento facendo seguire al # la parola o la frase rappresentativa. Fateci caso: quando create un hashtag, si crea un link sul quale le persone possono cliccare e vedere tutti gli argomenti e i contenuti correlati a quel particolare hashtag. Promuovere su facebook il vostro evento elencando un numero spropositato di hashtag, spesso incomprensibili, non è bene. Innanzitutto perché se cliccano sul link escono dal post, quindi distraete le persone alle quali volevate comunicare l’evento. In secondo luogo, l’hashtag è consigliabile che sia uno, originale e caratterizzante per ogni evento. In questo modo non solo date un’impronta personale (una sorta di slogan) all’evento, ma quando ci cliccheranno su, le persone andranno su una pagina che contiene post collegati al vostro evento e non roba d’altri.
Meglio, no?
La locandina non è social. Eh no, non lo è. Ok, avete fatto la locandina e magari ne andate fieri perché avete fatto un buon lavoro: il giusto peso degli elementi, il giusto copy, ottima gerarchia… insomma una locandina di impatto. Sono contenta per voi. Usatela pure in tutti i contesti in cui generalmente si usa una locandina. Magari pubblicatela anche una volta su facebook, ma non fate che sia il vostro contenuto social. Coinvolgete il pubblico con immagini reali: la preparazione, i protagonisti o il backstage dell’evento. Pubblicate video e fate dirette (possibilmente sensati e non di cattiva qualità). Spiegate cosa andranno a vedere le persone e perché dovrebbero farlo. Voglio essere sicura che lo abbiate capito: la locandina non è social.
Tag? No, grazie. Poche cose sono fastidiose come il venire taggati in cose che non ci appartengono. Il tag è, appunto, l’etichetta che viene apposta in genere su una foto, per indicare che uno dei nostri amici è lì. Anche qui, però, l’uso del tag non viene rispettato e si finisce per taggare in foto, locandine e post, una serie di sconosciuti per far arrivare loro forzatamente la notifica del nostro post e, in qualche modo, interessarli all’evento. Sbagliato. È una pratica fastidiosa ed è questo il sentimento che trasmettete a chi andrà a controllare quella notifica: fastidio.
Occhio ai risultati. Se vi siete avvalsi di una pagina e non di un profilo per pubblicizzare il vostro evento, allora avrete (sorpresa!) dei dati da poter analizzare. Fatelo. Capire quale contenuto ha coinvolto di più il vostro pubblico è importante per migliorare la comunicazione e quindi l’impatto dell’evento sul pubblico.
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