La Fiction Italiana: Mancanza di idee, di attori o di budget?
Parlare di decadenza del cinema italiano è una consuetudine ormai conclamata, ma il ramo delle produzioni di fiction neanche se la passa tanto bene.... A conti fatti le motivazioni per cui ritengo (e non sono il solo) che la fiction italiana stia vivendo un vero e proprio periodo di crisi (è cattivo dire o pensare che non è mai propriamente decollata?) sono diverse:
La prima caratteristica evidente della fiction nostrana è l’assoluta mancanza (o quasi) di voglia di rischiare e provare a mettersi in gioco; Tutte le altre serie italiane che sono state fatte negli ultimi anni sulla RAI sono molto spesso in costume o riguardano personaggi storici: molto più semplice trasporre una storia già scritta piuttosto che inventarne una da zero. A Mediaset invece si cerca di fare serie che abbiano più azione ma, arrivati alla quindicesima stagione di una serie interminabile, lo spettatore inevitabilmente si accorge che le idee sono ormai le stesse. Poi il nulla. Non si tratta solo di cambiare inevitabilmente attori, è proprio che la storia fa acqua da tutte le parti, forse la voglia di mettere a tutti i costi una trama orizzontale sta fortemente penalizzando le serie. E dopo aver parlato del filone “forze dell’ordine” e di quello “storico”, perché non menzionare le serie scritte e girate strizzando l’occhio all’italiano medio con tanto di buonismi retorici vari e famigliole felici. O peggio ancora i drammi fintissimi da telenovelas… In Italia non si rischia e difficilmente si vedranno mai storie come “Orange is the new black”.
Sfortunatamente il fatto che troppo spesso i protagonisti delle fiction italiane siano personaggi famosi (non necessariamente attori), magari riciclati da qualche reality, non può che influenzare negativamente la recitazione e quindi la resa della fiction stessa, oppure solo immagine di se stessi per le ragazzine innamorate e non per cultura e recitazione impegnata.
I punti interrogativi sono d’obbligo. Questa è la scusa tipica che tirano fuori gli addetti ai lavori quando si tenta di fare un paragone tra la fiction nostrana e i prodotti televisivi d’oltreoceano: il tutto alla fine ruota intorno all’originalità della storia, prima che ai mezzi di trasposizione. Ma se vogliamo fare paragoni con serie di qualità non dobbiamo neanche per forza andare oltreoceano, basta vedere quello che fanno in Inghilterra. E la BBC è forse uno dei network più simili alla RAI, sia per come è organizzata che per i budget; e anche i numeri di episodi a stagione sono inferiori rispetto a quelli americani. Eppure di serie inglesi di qualità ce ne sono a bizzeffe. Come mai?
Uno dei più grandi problemi della TV italiana, perché per parlare di fiction è inevitabile parlare anche di reti televisive, è la mancanza di competitività. Nonostante adesso esista il digitale terrestre e una varietà maggior di canali, quelli che la fanno da padrone sono i soliti 8: RAI1, RAI2, RAI3, Rete4, Canale5, Italia1, LA7 e MTV. Se già di per sè la competitività è minima perché ci sono solo due grandi network (RAI e Mediaset). Non è un caso che le migliori serie italiane come Gomorra, Romanzo Criminale o The Young Pope arrivino da Sky. Fatte senza dover rendere conto a nessuno, sono impostate all’americana sia per quanto riguarda le storie, ma soprattutto per quanto riguarda il livello di cast tecnico.
Il melodramma e la satira sono generi che sono nati nel nostro paese e che hanno anche una ragione d’essere e una storia autonoma, peccato che monopolizzino le produzioni per il gradimento che hanno sul pubblico. L’assurdo è che l’Italia ha una tradizione cinematografica invidiabile su tanti fronti: i kolossal, il cinema realista, il cinema di protesta, il western, l’horror anni 70-80. In questo senso siamo probabilmente il secondo paese dopo gli USA per tradizione cinematografica, considerando l’ampissima gamma di scuole che abbiamo fondato. Non è perciò un problema di contenuti ma piuttosto di appiattimenti stilistici e attori mediocri. Tanto è vero che i pochi registi con una cifra stilistica diversa, della commedia generazionale di Muccino o il dramma espressivo di Sorrentino, fanno fortuna anche all’estero.
Perdonate l’ardire, ma di mazzi di 3 rose appassite e di preti/investigatori ci siamo un pochino stancati.
A bientot
Articoli Attualità
- Acquistare azioni: Cosa c'è da sapere?
- #Ioscelgolamiaterra - Nuova iniziativa del Rotary Club Sorrento a sostegno dell’economia locale
- Le tante crisi economiche del Brasile
- RECLAMI liti tra acquirente e venditore risolti su internet gratis
- Ma in borsa, possibile, che guadagnano sempre gli altri?
- Il nostro centro minibasket “45gatti”
- Squid game: la serie cult dei giovani che fa tremare i genitori
- Carmen Mazzola: Un sogno chiamato Gusto
- Falsi profili Facebook e messaggi offensivi Cosa prevede la normativa
- Prof. Pappalardo “La mia esperienza con gli apparecchi acustici”
- GENERAL CONTRACTOR un po’ di chiarezza
- Le Acque di balneazione in Campania e l’attività di monitoraggio dell’ARPAC
- La LinfoisticitosiEmofagocitica, Alex e il miracolo dell'amore
- Didattica Online Io e la mia Pegaso - il nuovo libro della Prof.ssa Rosa De Martino
- Curiosità su Sanremo
- SLAM un anno di successi
- Alzarsi la mattina non è più un problema con la sveglia intelligente
- Consulenti finanziari competenze professionali