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ALIMENTAZIONE, SALUTE ED UDITO: prevenire l’ipoacusia nei bambini

Autore: a cura della dott.ssa Tea Maione | Pubblicato Febbraio 2020 in Salute

Gli approcci per cambiare abitudini a livello alimentare, fare più attività fisica e modificare altri fattori di rischio per il proprio stile di vita possono essere diversi, a seconda dell’area geografica, dell’età e del sesso della popolazione target, senza tralasciare problematiche di natura socio-culturale. Sebbene, in generale, i concetti di vita e dieta sana siano abbastanza universali, le sfide da affrontare possono essere assolutamente peculiari, in base alla regione del pianeta in cui si vive. Anche in paesi più sviluppati, la povertà e la carenza di alimenti sani e nutrienti possono essere fattori problematici, così come senza dubbio alfabetizzazione e informazione corretta riguardo l’alimentazione sono elementi indispensabili per promuovere invece salute e comportamenti adeguati.
Nei paesi in via di sviluppo si sommano i problemi relativi alla malnutrizione, o alla sottonutrizione, ad uno scarso accesso alle risorse sanitarie e l’imperversare di malattie. Questi fattori hanno implicazioni che riguardano lo sviluppo di forme di ipoacusia da lievi a sempre più gravi. Si stima che al mondo siano circa 32 milioni i bambini ipoacusici, vale a dire il 9 per cento della popolazione mondiale (WHO, 2016). Attualmente la ricerca, per esaminare il ruolo della nutrizione durante la fase prenatale, perinatale e l’infanzia, è molto limitata e non si hanno ancora dati certi circa la compromissione dell’udito e il rischio di sordità. La malnutrizione infantile è associata ad un aumento significativo dell’ipoacusia neurosensariale.
La carenza di iodio è, da sola, la causa principale, per altro evitabile, dei danni cerebrali e delle disabilità mentali, che colpiscono in tutto il mondo oltre 700 milioni di persone (OMS 1999). La carenza di vitamina A, anch’essa prevenibile, resta la causa primaria della cecità infantile (OMS, 1995). Le nascite premature e la scarsità di peso al momento della nascita, comunemente legati alla nutrizione prenatale e perinatale, possono influenzare notevolmente la crescita e lo sviluppo delle capacità fisiche e mentali del bambino.
Queste sono tutte conseguenze comuni di un’alimentazione carente (penuria di iodio e vitamina A) direttamente ed indirettamente collegate all’udito come ci dicono studi del 2014.
Le nascite premature e lo scarso peso dei neonati sono fattori di rischio ben noti per la disfunzionalità uditiva e, a causa della maturità dei soggetti, risultano essere aspetti piuttosto problematici dal punto di vista diagnostico. Altre specifiche relazioni tra le sostanze nutrienti sono state indicate anche da Attias nel 2012. I ricercatori hanno dimostrato l’esistenza di una correlazione tra la carenza di tiamicina e i disturbi dello spettro nella neuropatia uditiva. Relazioni simili con la maturazione neurale dell’apparato uditivo sono imputabili alla carenza di ferro.
Non solo la malnutrizione, ma anche l’obesità costituisce un problema emergente per i paesi in via di sviluppo.
I cambiamenti nelle abitudini alimentari tradizionali e il consumo di alimenti industriali molto calorici (al posto di cibi più naturali e nutrienti) stanno creando generazioni non solo malnutrite e carenti di principi nutritivi sani, ma anche obese. L’obesità e i fattori primari che contribuiscono all’aumento indiscriminato del peso corporeo sono stati correlati con il rischio di perdita uditiva nei bambini e con l’instaurarsi di deficit simili, acquisiti in età adulta. La perdita della capacità uditiva nel corso dell’infanzia è un problema piuttosto rilevante, specialmente in aree con scarsa attenzione socio-culturale nei confronti della salute uditiva e con accesso limitato alle risorse audiologiche ed educative appropriate. Le implicazioni dell’ipoacusia nei bambini sono tante e comportano notevoli problemi in termini di sviluppo, risultati scolastici e integrazione socio culturale. Esistono per ora dati molto limitati sul ruolo dell’alimentazione, in fase prenatale e perinatale, per prevenire la perdita uditiva nell’infanzia.Tuttavia, affrontare le carenze nutrizionali è un fattore chiave per migliorare la salute dei bambini e mitigare il rischio di ipoacusia.