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Osteopatia ed ernia inguinale

Autore: a cura del dott. Silvio Giglio | Pubblicato Luglio 2020 in Salute

Si parla di ernia inguinale quando si riscontra un disturbo che interessa l’area pelvica. Il termine tecnico sarebbe “protrusione dell’area pelvica”, ossia una posizione prominente di un organo anatomico. L’ernia (non quella inguinale) è una problematica medica molto più grave, ossia la fuoriuscita di un viscere dalla cavità preposta a contenerlo. Nel caso dell’ernia inguinale, può comparire un rigonfiamento di adipe intra addominale o di una parte dell’intestino (quello tenue). L’adipe o l’intestino potrebbero trovarsi posizionati in una sede non naturale.
Quali sono le cause dell’ernia inguinale?
Premesso che le cause dell’ernia sono davvero numerose, le più frequenti riguardano la qualità del tessuto connettivo (che può essere indebolito per ragioni costituzionali od acquisite), l’aumento eccessivo di peso, l’età avanzata ed ovviamente il lavoro che si svolge per vivere: i mestieri più usuranti fisicamente possono favorire l’insorgere di questo tipo di ernia. Ma non solo: anche una pressione addominale eccessiva, una forte tosse o la stipsi possono portare ad una forte ernia. Va comunque ricordato che esiste un’ernia congenita, la quale può comparire indipendentemente dalla qualità di vita del paziente colpito.
Come accorgersi se si soffre di ernia inguinale? Ecco tutti i sintomi.
Dal punto di vista fisico l’ernia si presenta come un rigonfiamento, riscontrabile anche con un semplice controllo tattile. Prestate attenzione al colore della pelle: normalmente la colorazione della zona interessata da ernia presenterà un tono più scuro a causa dell’alta capillarizzazione. Questo colore “preoccupante” sarà più avvertibile nei pazienti di sesso maschile, in quanto il canale inguinale dell’uomo è attraversato da un maggior numero di nervi e vasi sanguigni rispetto a quello della donna. Tali vasi si collegano ai testicoli e perciò necessitano di notevole irrorazione.
Questo rigonfiamento, detto tecnicamente “tumefazione”, aumenterà di dimensioni nel corso delle settimane; il relativo aumento di peso della tumefazione stessa ne causerà la caduto nel sacco scrotale dell’uomo e nel grande labbro della vagina della donna. A questo punto un’ernia tardivamente diagnosticata diventerà evidente in tutta la sua drammaticità visiva ed in tutto il suo lancinante dolore.
Infatti sono davvero rari i casi in cui l’ernia è asintomatica: in moltissimi casi si sentirà un forte dolore ed un notevole bruciore, che aumenterà esponenzialmente all’aumentare dello sforzo fisico (ad esempio alzando dei pesi notevoli). Il dolore tenderà invece a scemare quando il paziente si troverà in posizione prona o supina. La ragione di questo cambiamento è semplice: quando il corpo si trova in posizione sdraiata, i contenuti che sono fuoriusciti dall’ernia tendono a ritornare in sede, diminuendo quindi la sensazione di fastidio o vero e proprio dolore.
Un altro luogo preposto alla scoperta dell’ernia è, ahimè, la tavola: dopo un lauto pasto infatti potremo sentire un fastidio acuto: si tratta di un importante campanello di allarme a cui potrebbero aggiungersi altri campanelli se il dolore compare anche durante la defecazione o quando si sale con rapidità le scale.
Va sottolineata l’esistenza di un particolare tipo di ernia: l’ernia inguinale incarcerata (detta anche “strangolata”). Essa si blocca nella zona dell’inguine o dello scroto ed è impossibile riportarla nella sua sede originaria, ovvero l’addome. Si tratta di un caso decisamente grave, che deve essere affrontato immediatamente in sede chirurgica. Fortunatamente l’ernia incarcerata si riconosce facilmente in quanto il paziente che ne soffre avverte quasi sempre una estrema debolezza, un dolore che compare dal nulla ma aumenta esponenzialmente, febbri e una frequenza cardiaca decisamente accelerata, di molto superiore al normale. Ricordiamo la pericolosità di questa ernia, che se non trattata adeguatamente può avere addirittura decorso fatale.
Come si può curare efficacemente l’ernia inguinale?
Nonostante la scienza farmacologica faccia enormi passi avanti ogni anno, i farmaci al momento presenti non possono fare molto di più di ridurre il dolore e il senso di bruciore (causato dall’infiammazione). Non possiamo quindi sperare in qualcosa di meno di un risolutore intervento chirurgico.
Se preferite curarvi in modo assolutamente naturale, evitando la farmacologia classica e la chirurgia, sappiate che al momento non è stata ancora scoperta una pianta curativa capace di risolvere l’ernia inguinale. Si potrebbe però utilizzare lo zenzero, soprattutto per le sue qualità antinfiammatorie. Un risultato più apprezzabile potrebbe darlo una dieta equilibrata, eventualmente creata ad hoc proprio per i sofferenti di ernia. Pasti leggeri, ripetuti, “conditi” da abbondanti bevute di acqua: è questa la dieta più adatta per riuscire a limitare i danni dell’ernia inguinale. Già che ci siete, sarebbe consigliabile eliminare (o limitare fortemente) il fumo e, soprattutto l’alcol, la cui cattiva influenza sull’ernia è tristemente notoria.
Come molte altre patologie, l’ernia inguinale può nascere da un cattivo comportamento alimentare e da abitudini non esattamente salutari (quali la scarsa attività fisica, un’alimentazione sregolata ed eccessiva, l’uso ed abuso di alcol e fumo). Trattare meglio il proprio corpo porterà, quasi naturalmente, ad una riduzione della possibilità di soffrire dell’ernia inguinale, e al tempo stesso ci donerà un aspetto più sano e piacevole.
Il trattamento osteopatico può essere veramente utile sia per la prevenzione dell’ernia inguinale che durante la fase di convalescenza.
Le tecniche utilizzate durante il trattamento osteopatico consentono di stabilire una corretta pressione toraco-addominale. Si tratta di ripristinare, per quanto possibile, una corretta mobilità degli organi addominali, del diaframma e del pavimento pelvico, protagonisti decisivi per una diminuzione del dolore.
Inoltre, le particolari manipolazioni utilizzate in campo osteopatico sono in grado di stimolare la guarigione e diminuire i tempi della convalescenza.
Gli osteopati prescrivono anche degli esercizi specifici per rinforzare correttamente la parete addominale ed il pavimento pelvico, utili sia per prevenire l’ernia che per il recupero dall’intervento.

Dott. Silvio Giglio
Fisioterapista Osteopata D.O.m.Ro.I
II Trav. S.Michele 7 - Piano di Sorrento
Cel. 338. 83.17.708