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Mai avuto un déja vu?

Autore: a cura di S.R. | Pubblicato Settembre 2020 in Cultura

Stia vivendo una situazione nuova, ma hai il presentimento di averla già vissuta. Alcuni hanno anche la netta convinzione di sapere già come andrà a finire. Com’è possibile? Si tratta di un déjà vu, un fenomeno psichico sperimentato dal 60-80% delle persone che si verifica quando il cervello riconosce in una scena una somiglianza con qualcosa di già sperimentato, ma non riesce a rievocare correttamente l’episodio in questione. Un po’ come quando si ha una parola “sulla punta della lingua” ma non si riesce a trovarla o quando si scorge un volto familiare fuori dal contesto abituale e non si riesce a riconoscerlo. Il dèja vu rappresenta quel lampo di ricordi familiari che assale nel momento in cui si incontra uno sconosciuto che si sente di conoscere da una vita o quando si riconosce un posto senza non esserci mai stati prima, e si afferma di aver avuto un déjà vu (che tradotto dal francese significa “già visto”).
La causa di questo fenomeno mnemonico non è ancora del tutto chiara, ma ci sono diverse ipotesi al vaglio degli scienziati. Quella più accreditata per spiegare il fenomeno e anche la più probabile, potrebbe essere una falsa sensazione di familiarità dovuta ad una alterazione delle funzioni cognitive di riconoscimento e recupero dei ricordi, una mancata corrispondenza tra percorsi neurali. Per esempio, quando un profumo evoca un’esperienza del proprio vissuto, a volte può accadere che un’informazione sensoriale raggiunga direttamente il “magazzino” della memoria a lungo termine, senza passare per quella a breve termine (in pratica un “deposito” temporaneo che trattiene per pochi secondi le nuove informazioni prima di decidere se formarne un ricordo solido o, al contrario, dimenticarle). Questo “mancato passaggio” potrebbe essere la causa della strana sensazione di aver già vissuto un momento che in realtà è nuovo.
Questo senso di familiarità ad alto valore emotivo si può estendere a tutti gli elementi presenti in quel momento nell’ambiente percepibile anche se nuovi. Dunque la teoria più plausibile secondo gli scienziati di questi campi è che questo fenomeno non è un atto di precognizione o di profezia come chi lo vive e pensa, ma piuttosto un’anomalia della memoria.