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Un trucco per combattere il dolore

Autore: a cura di Erminio Ricciardi | Pubblicato Aprile 2021 in Cultura

In questo tempo di emergenza sanitaria sono sospese le visite a pazienti ricoverati in ospedale e cliniche per accertamenti, interventi chirurgici o qualsiasi altro motivo non legato al Covid. Ma il conforto umano è un elemento indispensabile per la guarigione durante una malattia o dopo un’operazione.
Secondo alcune ricerche in assenza della persona amata, il dolore può essere alleviato con un trucco: semplicemente guardando la fotografia di una persona amata. Questi esperimenti hanno dimostrato che oltre al contatto umano anche le immagini sono utili ad alzare il morale e a contribuire alla guarigione.
La prima ricerca è ad opera della psicologa Sarah Master dell’università della California che per sei mesi ha studiato 25 donne e i relativi compagni. Nello studio le donne in cura hanno tenuto la mano dell’amato, che successivamente è stato sostituito con un estraneo. Le donne erano separate da una tenda così da impedire loro di valutare chi fosse a reggere la loro mano. La prova è stata poi ripetuta con delle fotografie: prima la foto del partner, poi la foto dello sconosciuto. Il risultato è ha confermato che in caso di assenza di una persona amata, anche un semplice surrogato come una fotografia può contribuire ad alzare il morale dell’ammalato.
Il secondo studio condotto dal neuroscienziato Jarred Younger della Stanford University in California, che ha visto coinvolti 15 studenti ai primi mesi di una relazione sentimentale. Applicando dei sensori al cervello dei volontari, è stato chiesto loro di guardare dapprima le fotografie dell’amata, successivamente le foto di donne attraenti simili al partner. Per simulare il dolore sul palmo della mano delle cavie sono state applicate delle temperature crescenti. Il risultato? I soggetti che visionavano la fotografia della donna amata riuscivano a sopportare meglio il dolore rispetto alle immagini di persone affascinanti, ma sconosciute.
Cosa accadeva al cervello in questi esperimenti? Le foto delle persone amate attivavano quelli che si conoscono come i “centri della ricompensa”; cioè, l’amigdala, l’ipotalamo e la corteccia orbito-frontale. Nello stesso tempo, riduceva l’attivazione di altre zone cerebrali come l’insula. I ricercatori considerano che le foto delle persone amate non rappresentano una semplice distrazione ma piuttosto agirebbero come una sorta di droga che può calmare efficacemente la sensazione di dolore.