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'Alimenti' ai genitori anziani. Chi paga il mantenimento?
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Mio fratello ha accolto presso la sua abitazione nostro padre anziano e malato, ultimamente le sue condizioni di salute sono peggiorate e necessita di una badante h24 o di essere trasferito in una casa di riposo. La pensione di nostro padre non è sufficiente a coprire le spese e mio fratello pretende che sia io ad integrare la differenza, visto che lui già si occupa di vitto e alloggio. Io ho diversi problemi economici e non riesco a versare la cifra che mi chiede ma lui mi ha minacciato di trascinarmi in tribunale.
Nel nostro Paese non esiste una legge ad hoc che tutela i genitori nel caso in cui abbiano bisogno che i figli contribuiscano al loro mantenimento, tuttavia sopperiscono a questa lacuna gli articoli 433 e seguenti del codice civile che regolano, appunto, la prestazione di “alimenti”.
I genitori che versano in stato di bisogno hanno diritto a ricevere un assegno alimentare da parte dei figli, oppure a essere mantenuti e accolti nella loro casa. Spesso succede che il mantenimento ricada su uno dei figli, e questo comporta un peso non indifferente, sia in termini economici che psicologici. Se i figli sono più di uno, devono concorrere al mantenimento del genitore bisognoso in proporzione alle loro condizioni economiche (art. 438 c.c.). Invero, la quantificazione degli alimenti deve essere fatta “in proporzione del bisogno di chi li domanda e delle condizioni economiche di chi deve somministrarli”.
Potrebbe accadere che un figlio voglia concedere al padre un tenore di vita superiore al necessario o, al contrario, che non gli garantisca neanche il minimo per vivere.
Pertanto, il figlio che abbia sostenuto spese in totale autonomia (scegliendo ad esempio una struttura di ricovero o una badante assai costosa) non può pretendere dagli altri fratelli il rimborso per quella parte in cui le stesse superino quanto necessario per la vita dell’alimentando. Inoltre, la spesa non si deve suddividere sic et simpliciter in parti uguali fra i figli chiamati al mantenimento, ma solo in proporzione alle condizioni economiche di ciascuno.
In questi casi è opportuno che i fratelli concordino su cosa sia necessario e cosa superfluo ai fini della ripartizione delle spese, ma se proprio non riescono a trovare un accordo sulla misura, distribuzione e modalità di somministrazione degli alimenti, sarà necessario ricorrere all’autorità giudiziaria, con un procedimento innanzi al Tribunale .
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