Sicurezza stradale un’emergenza globale Mobilitazione a Sorrento
Per la Giornata nazionale sulla sicurezza stradale, “Strada in Sicurezza. Emergenza Strage Stradale”, il 21 maggio, indetta dall’Afvs, Associazione familiari e vittime della strada, anche Sorrento ha voluto manifestare il suo dolore e il suo impegno. Presentati da Giulia Arnese, con l’organizzazione dell’associazione Aurora Sorrentina rappresentata da Cristina Coppola e Carla Agrillo, si sono dati appuntamento in Piazza Andrea Veniero, per dare vita ad una iniziativa di sensibilizzazione sul tema della sicurezza e promuovere una rinnovata cultura della mobilità sostenibile e sicura, il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, il comandante della polizia stradale di Sorrento, Giovanni Scicolone, il comandante della polizia municipale, Rosa Russo, il presidente della sezione sorrentina della Federazione Italiana Motociclisti, Antonino Schisano, la dirigente del liceo Gaetano Salvemini di Sorrento, Patrizia Fiorentino, il vice preside del liceo Publio Virgilio Marone di Meta, Giovanni Ruggiero, il medico Carlo Alfaro, il campione di karting, sulla sedia a rotelle dopo un incidente, Luigi Milano, i genitori di giovanissime vittime, Fernanda Marino, Pietro Villani, Cristiano Gargiulo, Raffaele De Gennaro. Accanto a loro, i giornalisti Luigi D’Alise e Michele Cinque, tantissimi studenti, cittadini, genitori, famiglie, docenti, amici delle vittime. Ha dichiarato il sindaco Coppola “Siamo in piazza per partecipare a una manifestazione sulla sicurezza stradale, assieme a una rappresentanza di genitori di giovani vite spezzate sull’asfalto della Penisola sorrentina e della Costiera amalfitana, associazioni, forze dell’ordine e le scuole della città. Abbiamo voluto testimoniare, ancora una volta, l’importanza dell’educazione stradale. Un tema, da sempre in cima anche nella nostra agenda amministrativa. Bisogna parlare alle coscienze di tutti, per evitare che altre giovani vite siano spezzate, seminando dolore e disperazione nelle loro famiglie”.
L’incidentalità stradale rappresenta un’emergenza globale che costa 1,35 milioni di morti l’anno e tra i 20 e 50 milioni di feriti. Ogni giorno praticamente oltre 3.700 persone muoiono sulle strade del mondo. Un prezzo inaccettabile da pagare per la mobilità soprattutto se si considera che gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte e invalidità per bambini e giovani di età compresa tra 5 e 29 anni nei Paesi industrializzati, distruggendo il capitale umano più prezioso della società.
Nell’Unione europea, ogni anno circa 22.700 persone perdono la vita sulle strade e circa 120.000 rimangono gravemente ferite. Solo in Italia ogni anno ci sono ogni anno oltre 4.000 morti e 1 milione di feriti, praticamente 1 morto e 70 feriti ogni due ore.
In circa il 70 % degli incidenti stradali mortali nelle aree urbane sono coinvolti gli utenti della strada più vulnerabili: pedoni, motociclisti e ciclisti. I bambini, gli adolescenti e gli anziani sono le principali vittime. Sin da piccoli, i maschi hanno maggiori probabilità di essere coinvolti in incidenti stradali rispetto alle femmine.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2010 stabilì una serie di misure per ridurre in 10 anni le vittime di incidenti stradali del 50%: il cosiddetto “decennio di azione per la sicurezza stradale 2011-2020” (Decade of Action). L’obiettivo è stato mancato, per esempio in Unione europea il numero di morti sulle strade è sceso del 36%, in Italia del 42%. In realtà, i risultati sarebbero stati ancora peggiori se non ci fosse stato il Covid-19, che ha portato il tasso di mortalità ai minimi storici, grazie ai periodi di lockdown imposti dai decreti governativi per contenere la diffusione dei contagi che hanno determinato il blocco quasi totale della mobilità e della circolazione, influendo in maniera determinante sull’incidentalità stradale. Ad esempio, nell’Unione europea si sono registrati nel 2020 circa 4.000 decessi in meno sulle strade rispetto al 2019. Dal 2021, tuttavia, il numero di incidenti, di feriti e di vittime è violentemente ripreso.
A ottobre 2021, gli europarlamentari hanno approvato una risoluzione a favore di una mobilità sostenibile e intelligente che renda le strade dell’Ue più sicure, per raggiungere l’ambizioso obiettivo di zero morti sulle strade entro il 2050.
Gli interventi devono partire da quelli che sono i fattori di rischio, per individuare rimedi e soluzioni preventive.
1. Eccesso di velocità. La velocità rappresenta un fattore chiave in circa il 30% degli incidenti stradali mortali e un fattore aggravante nella maggior parte degli incidenti. Ogni aumento dell’1% della velocità media produce un aumento del 4% del rischio di incidenti mortali. Importante come deterrente è stata l’introduzione del nuovo sistema di controllo elettronico della velocità media (sistema Tutor). Sarebbe opportuno ridurre i limiti di velocità a 30 km/h nelle zone residenziali e con un numero elevato di ciclisti e di pedoni.
2. Alcol e droghe. L’alcol è implicato nel 25% circa dei decessi sulle strade. Nel caso di guida in stato di ebbrezza, il rischio di un incidente stradale inizia già a bassi livelli di concentrazione di alcol nel sangue (BAC) e aumenta significativamente quando il BAC del conducente è ≥ 0,04 g / dl. Il rischio di assunzione di alcol è particolarmente alto dopo le serate nei locali notturni, ma per molti giovani il tasso alcolemico è già sopra la soglia all’ingresso nei locali. Nel caso di guida sotto l’influenza di droga, il rischio di incorrere in un incidente stradale aumenta a livelli diversi a seconda della sostanza psicoattiva utilizzata. Ad esempio, il rischio di un incidente fatale tra coloro che hanno usato anfetamine aumenta di circa il 5 volte. La prevenzione richiede tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti e un aumento esponenziale dei posti di blocco per i controlli di verifica del tasso alcolemico con etilometri e dell’uso di sostanze stupefacenti con il “precursore”, un tampone che, intriso di saliva, fornisce, inserito in uno scanner portatile, un profilo tossicologico completo del guidatore. Anche le campagne di formazione e sensibilizzazione contro la guida in stato di ebbrezza, basate sulla crescita di una nuova cultura delle regole, come la scelta del “guidatore designato” che sceglie di non bere per riaccompagnare in sicurezza i compagni a casa, sono fondamentali.
3. Non uso di caschi da motociclista, cinture di sicurezza e sistemi di ritenuta per bambini. Un corretto utilizzo del casco può comportare una riduzione del 42% del rischio di lesioni mortali e una riduzione del 69% del rischio di lesioni alla testa. Indossare una cintura di sicurezza riduce del 45-50% il rischio di morte dei conducenti e degli occupanti dei sedili anteriori e del 25% il rischio di morte e lesioni gravi degli occupanti dei sedili posteriori. L’uso di sistemi di ritenuta per bambini può comportare una riduzione del 60% dei decessi.
4. Guida distratta. La distrazione causata dai telefoni cellulari è un rischio importante per la sicurezza stradale. I conducenti che utilizzano i telefoni cellulari hanno all’incirca 4 volte più probabilità di essere coinvolti in un incidente. L’uso di un telefono durante la guida rallenta i tempi di reazione (in particolare il tempo di reazione di frenata, ma anche la reazione ai segnali stradali), e rende difficile mantenere la giusta posizione nella corsia e le distanze corrette. Anche i telefoni vivavoce sono fonte di distrazione. Gli sms aumentano notevolmente il rischio di incidenti.
5. Infrastruttura stradale non sicura. La progettazione delle strade dovrebbe garantire strutture adeguate per pedoni, ciclisti e motociclisti. Misure come marciapiedi, piste ciclabili, punti di attraversamento sicuri possono essere fondamentali per ridurre il rischio di lesioni tra gli utenti della strada.
6. Veicoli non sicuri. I veicoli sicuri svolgono un ruolo fondamentale nel prevenire incidenti e ridurre la probabilità di lesioni gravi. Esistono numerose normative ONU sulla sicurezza dei veicoli che, se applicate agli standard di produzione e produzione dei Paesi, potrebbero potenzialmente salvare molte vite. Questi includono le normative relative agli urti anteriori e laterali, il controllo elettronico della stabilità, airbag e cinture di sicurezza in tutte le auto.
7. Assistenza post-incidente inadeguata. I ritardi nell’assistenza a chi è coinvolto in un incidente stradale aumentano la gravità delle lesioni: ritardi di minuti possono fare la differenza tra la vita e la morte. Il miglioramento dell’assistenza post-incidente richiede cure pre-ospedaliere ed ospedaliere tempestive e di qualità, anche in virtù di programmi di formazione specialistica per i sanitari.
8. Inadeguate sanzioni per l’inosservanza delle leggi. La diffusione di strumenti tecnologici per il controllo delle violazioni alle norme stradali e l’inasprimento delle sanzioni possono rappresentare un valido deterrente all’incidentalità.
9. Inadeguata cultura stradale. Comunicazione, formazione ed educazione stradale permanente vanno inculcate nei cittadini sin da bambini e continuamente rinforzate.
La sicurezza stradale deve diventare una priorità di tutti. La perdita anche di una sola persona sulla strada è un’amputazione cui una società civile non può e non deve rassegnarsi.
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