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Conosci la sindrome del dito a scatto?
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La tenosinovite stenosante, o dito a scatto, è un’infiammazione cronica dei tendini delle dita della mano e della guaina che li ricopre, che causa un ispessimento del tendine e una conseguente diminuzione dello spazio tra tendine e guaina, per cui ogni movimento del dito in questione risulta molto doloroso.
Nelle fasi iniziali della malattia il paziente trova difficile flettere il dito dolorante e non riesce ad estenderlo se non facendosi aiutare dall’altra mano. A questo punto risulta ben percepibile lo scatto dovuto al superamento della strozzatura da parte del tendine.
Le dita più frequentemente interessate dal disturbo sono il pollice, il medio o l’anulare della mano dominante. Tra le cause più frequenti sicuramente i lavori come il cucito, il giardinaggio, i lavori domestici, il pianoforte, insomma tutte quelle occupazioni che comportano microtraumi ripetuti delle dita.
Dal punto di vista clinico, il dito a scatto può presentarsi in modo differente a seconda dello stadio evolutivo del disturbo e molte opzioni terapeutiche consentono il recupero funzionale della mano.
Il paziente deve saper cogliere i segni clinici del disturbo e cercare di prevenire la progressione della malattia consultando un medico specialista della mano, che probabilmente prescriverà la terapia più indicata:
Indossare un tutore per mantenere il dito colpito in posizione estesa consente di porre in una condizione di riposo l’articolazione coinvolta ed impedisce di richiudere a pugno le dita durante il riposo notturno.
Evitare i movimenti manuali ripetuti per almeno tre o quattro settimane evitare le attività che richiedono frequenti movimenti di presa, la chiusura delle dita a pugno o l’uso prolungato di macchinari che vibrano.
Svolgere esercizi per le dita che aiutino a mantenere la mobilità articolare del dito coinvolto.
Farmaci antinfiammatori non steroidei possono alleviare il gonfiore provocato dalla costrizione della guaina sinoviale. Questi consentono anche di lenire il dolore associato allo scatto.
Cicli di terapie fisiche (ultrasuoni, laser…) per ridurre dolore e infiammazione nella fase acuta abbinati a un trattamento manuale del fisioterapista, allo scopo di ammorbidire i tessuti della mano del paziente. Tale beneficio è di solito permanente, e la remissione della sintomatologia può talora essere duratura.
Nei casi avanzati si deve procedere all’intervento che consiste nella sezione della guaina ispessita e talora nella sua parziale asportazione. L’intervento è sempre eseguito in anestesia locale e in regime di day-hospital. L’incisione è solitamente di un centimetro. Dopo l’intervento è necessario osservare un periodo di riposo. Nella maggior parte dei pazienti si assiste ad un miglioramento già nei giorni successivi all’intervento, ma il recupero completo può richiedere fino a tre mesi.
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