
Mangi per fame o per appetito?

Fame e Appetito non sono sinonimi. Analizzare i due termini permette di capire quali differenze sostanziali esistono tra le due parole.
“Fame” è la richiesta biologica dell’organismo, ovvero la necessità fisiologica di energia e macronutrienti. Lo stimolo della fame può essere accompagnato anche da sensazioni spiacevoli, come cefalea, crampi allo stomaco, debolezza e perdita di attenzione.
L’“Appetito”, invece, deriva dal latino appetere e significa chiedere, desiderare, avvicinarsi. Esprime il desiderio di mangiare in un determinato momento, desiderio che non necessariamente ha una correlazione positiva con la fame. Esso rifletterebbe lo stimolo a raggiungere il proprio appagamento attraverso l’assunzione di un determinato alimento, che privilegi un odore o un sapore legato a particolari ricordi ed emozioni.
La fame quindi, rappresenta un’esigenza, l’appetito una scelta. Sta ad ognuno cercare di bilanciare questi due stimoli, in modo da avere appagamento dal cibo, che permetta di nutrirsi in modo corretto e senza eccedere da una parte o dall’altra!
A differenza degli animali, l’uomo non mangia sempre per fame. Un esempio tipico è quando al termine di un pasto abbondante, nonostante la cintura dei pantaloni comprima fortemente la pancia, non si riesce proprio a rinunciare ad una “fettina” di dolce. Emozioni come rabbia, felicità, ansia possono provocare attacchi di fame incontrollata. A livello fisico nell’uomo il controllo dell’assunzione di cibo è regolato da due centri ipotalamici, i quali inviano segnali che spingono o meno alla ricerca di cibo. Lo stimolo più importante sulla regolazione dell’appetito è la glicemia. Dei recettori cerebrali monitorizzano costantemente la concentrazione di glucosio nel sangue. Non appena i livelli di glicemia nel sangue tendono a scendere al di sotto dei valori di guardia, si innesca lo stimolo della fame. Viceversa quando il glucosio ematico si alza eccessivamente il cervello capisce che non è più necessario mangiare.
I centri della fame sono pesantemente influenzati anche dai depositi di grasso presenti nell’organismo. Quando le scorte lipidiche iniziano a scarseggiare il cervello stimola l’assunzione di cibo. Il segnale inibitorio sullo stimolo della fame viene sospeso non appena i depositi adiposi vengono ricostituiti.
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