Anna Bartiromo - La voce delle emozioni percepite negli altri
Sempre sulla cresta dell’onda, contesa tra salotti letterari e televisivi, Anna Bartiromo è costantemente proiettata nel futuro come col suo ultimo libro, “Quando l’abisso è il tuo corpo”, diventato una bandiera della capacità di reazione e auto-guarigione della sua personalissima esperienza col cancro. Il testo, edito da Graus, è un toccante diario, in prosa e poesia, della sua vicenda con il tumore, la lotta contro un “alieno”, come lei lo definisce, che sconvolge l’esistenza e forgia le reazioni. Il messaggio di Anna è forte e chiaro: l’affetto dei cari, la fede in Dio, l’umanità del personale medico, il legame con la natura e l’attaccamento alla vita sono stati, per lei, parte integrante del processo di guarigione. Docente di Lingua e Letteratura Inglese negli istituti superiori, impegnata attivamente nel sociale, traduttrice, interprete, giornalista pubblicista, ha pubblicato libri di narrativa, poesia, saggistica, con i quali ha ottenuto insigni riconoscimenti, tra cui il Primo Premio assoluto al concorso “Giacomo Leopardi” a Torre del Greco, “Pensiere ‘e femmena” per la Campania, “Il Fauno d’Oro” a Contursi Terme, “Histonium” a Vasto, la Medaglia d’oro della città di Piano di Sorrento conferita dal Sindaco Giovanni Ruggiero in qualità di cittadina insigne di Piano per la sua attività culturale e letteraria, il Franco Bollo d’oro città di Sorrento alla cultura.
Qual è il “luogo” della scrittura, per te? La tua casa o in giro per le strade del mondo?
Il luogo della mia scrittura è la mente, non importa dove mi trovo. L’ispirazione può nascere da qualsiasi cosa, nella solitudine come nella folla.
Quando scrivi, lo fai per te stessa o per dare un messaggio al mondo?
Mai solo per me stessa. Saper scrivere è un dono, e come tutti i doni, vanno a loro volta donati. Un talento tenuto per sé, muore.
Molti Italiani fuggono dal nostro Paese o lo denigrano, tu invece hai sempre cantato ed elogiato l’Italia nei tuoi scritti. Che rapporto hai con la tua Nazione?
La amo visceralmente, come il mio pese, Piano di Sorrento. Ciò non toglie che non veda e provi rabbia per i problemi che l’Italia vive quotidianamente a causa del malgoverno dei politici!
Come ti difendi dallo stress, hai una tua personalissima ricetta?
Con la fantasia! Quando le cose non vanno, immagino di salpare sulla mia astronave scintillante e lascio il Pianeta alla volta di nuove frontiere!
Cosa provi se ti capita di rileggere cose che hai scritto anni addietro?
Non mi ci ritrovo più, a volte! Al punto di chiedermi se davvero l’ho scritto io!
Quali sono i valori più fondanti che ti hanno sorretto e guidata nella tua esistenza?
L’Amore, inteso in senso universale, la fede, la famiglia. Sono una donna semplice, in fondo.
Sei così amata, seguita… mai pensato di scendere in politica?
Mi è stato e mi viene tuttora richiesto, e da più parti politiche…mi occupo da sempre di temi politici e sociali, ma sono una persona intellettualmente troppo “libera” per legarmi ad un partito. Sono “un cane sciolto”.
C’è una persona a cui fai leggere quello che scrivi prima di pubblicarlo?
Più di una persona, due-tre amici fidatissimi del cui giudizio ho grande considerazione.
La vita ti ha dato tanto, ma anche tolto. Pensi che il dolore sia necessario per un’artista per nutrire la sua sensibilità e creatività?
Non obbligatoriamente. La creatività nasce dalle emozioni, qualunque esse siano.
Il grande pittore dell’800 Renoir regalava ai suoi amici ammalati i suoi dipinti per aiutarli a guarire più in fretta. Anche i tuoi libri hanno aiutato qualcuno a stare meglio, che tu sappia?
Molti lettori mi hanno comunicato di essersi rispecchiati nei miei testi e aver trovato risposte e serenità. In particolare, con il mio ultimo testo”Quando l’abisso è il tuo corpo” sto facendo un progetto per aiutare chi come me deve affrontare la difficile prova di una malattia importante, accanto al famoso Renè Bonante, il visagista dei Vip che conduce una trasmissione su Tele-A, “Incontriamoci al fast beauty”, e collabora con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli, il Pascale, gestendo una sala trucco all’interno del reparto di chemioterapia, dove è a disposizione delle ammalate per rivelare loro i piccoli trucchi sul come essere belle anche senza capelli e sopracciglia, ma soprattutto per portarle in un mondo di leggerezza e fantasia lontano dalla pesantezza delle cure e le incertezze del futuro.
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