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"La pergamena" L'arte della legatoria

Autore: Pasquale Davide | Pubblicato Giugno 2016 in Cultura

Quando e come nasce la legatoria “La Pergamena”?

L’attività nasce nel 1983: all’epoca ero ufficiale della marina mercantile e parlando con mio cognato, tipografo, venne fuori che in tipografia si stampavano molti libri, ma che per rilegarli bisognava servirsi fuori dalla penisola sorrentina. Pensammo allora di costituire una società e investire in tale attività: acquistammo macchinari e iniziammo l’avventura. ll nome dell’attività “La Pergamena” è nato dal materiale stesso che da secoli viene usato per le rilegature di lusso richieste dai professionisti quali notai, avvocati e cultori del cartaceo da mettere in bella vista nella ormai quasi scomparsa libreria. Il laboratorio inizialmente era situato a Sorrento, nel vico Sant’Aniello, anche oggi a molti sconosciuto.

lnfatti, per farci conoscere, facevamo il giro di tutte le tipografie, cartolerie, enti pubblici, etc. per prendere le commesse. Intanto, alternandoci, ci recavamo a Napoli, da un amico che svolgeva la stessa attività, così come oggi i ragazzi si recano presso le società per fare lo stage per imparare un’arte. Dopo qualche anno, per avere più visibilità ci spostammo a Piano di Sorrento e allestimmo il negozio con altre macchine, computer, scanner stampanti per realizzare tesi di laurea, giornali, riviste di giurisprudenza, etc.
Anche se in Penisola quest’attività era poco conosciuta, gradualmente le persone iniziavano a farci pubblicità e il lavoro non mancava.
Ancora oggi capita che qualcuno guardi la tabella pubblicitaria “La Pergamena” e che chieda di cosa ci occupiamo nello specifico. In ogni caso i carottesi hanno sempre mostrato entusiasmo nei confronti della nostra attività, apprezzando il servizio che offriamo. Ciò non toglie che, comunque, molti hanno poco interesse per la carta stampata.

Come è cambiato questo lavoro negli ultimi decenni? Quali le sfide vinte e quali quelle ancora da vincere?

Con l’avvento del computer gran parte del lavoro è andato perduto e ci siamo inseriti un po’ nel settore terziario, per offrire altri tipi di servizi. Ormai è rarissimo che qualche cliente arrivi con un manoscritto, come si verificava venti anni fa, magari sono delle persone anziane che hanno poca dimestichezza con il computer. Abbiamo ancora custodita una macchina da scrivere “Olivetti” che ha fatto bene il suo lavoro e che sostituimmo, negli anni ottanta, con il “Commodore 64”, all’epoca rivoluzionario. I laureandi che arrivavano con i fogli scritti a mano, quando vedevano il lavoro finito e la tesi rilegata, entusiasti si complimentavano. Abbiamo sfidato noi stessi avventurandoci in un’attività sconosciuta e pensiamo di aver vinto. Anche se questo tipo di attività non è incentivata da amministrazioni, enti, etc., né tantomeno la burocrazia facilita queste piccole realtà. Ci impegniamo ogni giorno per offrire un servizio sempre migliore con la speranza che un futuro non troppo lontano si possa ritornare ad apprezzare quest’arte di cui si stanno perdendo le radici. Periodicamente, su richiesta delle insegnanti ci rendiamo disponibili a divulgare i segreti di questo mestiere agli studenti delle scuole secondarie inferiori.