Osteopatia e sindrome del tunnel carpale
La sindrome del tunnel carpale è la compressione del nervo mediano al polso, causata da un’infiammazione dei tendini flessori. Da una visione globale osteopatica i fattori scatenanti possono essere di natura articolare, funzionale, muscolare, fasciale, viscerale o l’insieme di questi. Se i fattori che concorrono a provocare la sindrome del tunnel carpale possono essere tanti, un dato però è certo: il disturbo si manifesta quando il canale carpale, entro cui il nervo mediano scorre verso la mano, diventa troppo piccolo per il nervo stesso. Spesso l’intrappolamento del nervo mediano nasce da compressioni lungo il passaggio nervoso del plesso brachiale che possono essere scatenate da possibili disfunzioni biomeccaniche di tutto il rachide cervico-dorsale e di tutto l’arto superiore, e non solo.
L’osteopatia non cura solo il sintomo, ma risale direttamente alla causa della problematica, ripristinando la corretta fisiologia del sistema nella sua interezza e prevenendo eventuali recidive. Quando la sindrome del tunnel carpale viene trattata in tempo utile, cioè prima di perdere completamente la sensibilità e la motilità delle dita, le tecniche osteopatiche possono garantire il ritorno alla normalità nel giro di poche settimane, con la remissione completa dei sintomi. Se invece si rende necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico, l’osteopatia può tornare utile diminuendo le tempistiche di recupero e accelerando la guarigione dei tessuti e dei nervi.
Il trattamento osteopatico consiste nel verificare e normalizzare le disfunzioni cervico-dorsali e dell’arto superiore a livello strutturale, mio-fasciale, muscolare, vascolare e neurologico, liberando tutte le zone di passaggio del plesso brachiale, e controllare se sono associate disfunzioni viscerali.
Il tunnel carpale è una delle problematiche di tipo nervoso che presenta maggiore possibilità di successo con il trattamento osteopatico. La sindrome del tunnel carpale colpisce chiunque ma prevalentemente donne di oltre 40 anni, ma anche chi è affetto da diabete o artrite reumatoide può incorrere nell’infiammazione del nervo mediano.
Tuttavia i pazienti con artrite reumatoide non possono, per motivi medici, sottoporsi a trattamenti osteopatici. Di fronte ad un paziente con possibile sindrome del tunnel carpale, l’osteopata esegue alcuni semplici test per verificare l’origine del problema. Naturalmente il primo distretto da indagare è il polso, dove in presenza di questa sindrome si verificano scosse e parestesie; tuttavia non è detto che sia il polso l’origine della patologia, per cui l’osteopata esegue controlli su altre zone, in particolare sulle ossa dell’avambraccio (radio e ulna), sulla spalla, sul cingolo superiore (clavicola, scapola) e sul rachide cervicale, un punto particolarmente delicato che molte volte è coinvolto nei sintomi dolorosi del tunnel carpale; anche i visceri e il diaframma, sebbene più raramente, possono causare problemi al plesso brachiale e al tratto cervicale. Nel caso il problema neurologico sia a monte, è inutile trattare il polso, perché i sintomi non tarderanno a manifestarsi anche nella controparte.
Ragionando per step e verificando le sue intuizioni, anche richiedendo esami più approfonditi come l’elettromiografia, l’osteopata riesce a comprendere quale sia la causa primaria della sindrome del tunnel carpale e quindi ad attuare il trattamento più appropriato per il singolo caso. L’osteopatia, quindi, non cura solo il sintomo, ma risale direttamente alla causa della problematica e la risolve, ripristinando la corretta fisiologia del sistema nella sua interezza e prevenendo eventuali recidive. Oltre all’uso di farmaci appropriati prescritti dal medico, l’osteopata mobilizzerà il polso e le dita per esercitare l’articolazione e i tessuti molli, per migliorare la circolazione e la risposta dei nervi periferici. Nel caso la sindrome del tunnel carpale sia causata da una delle problematiche elencate, l’osteopatia è attualmente il trattamento di maggiore successo, in quanto diagnostica precocemente la neuropatia e attua interventi mirati, che risolvono il problema alla base; in tal modo si evita che i muscoli della mano si indeboliscano, scatenando un’infiammazione ancora più aggressiva. Quante sedute sono necessarie? Dipende dal grado di infiammazione e di compromissione del nervo mediano; si va da un minino di 4 sedute, fino a 6-7 o più, a seconda delle necessità del paziente.
Dopo la risoluzione della sindrome, l’osteopata suggerirà al paziente una serie di esercizi da effettuare a casa propria per mantenere la mobilità muscolare ed esercitare una sorta di fisioterapia sul polso e sulla mano. Gli esercizi sono molto semplici ma vanno eseguiti con costanza, per rinforzare i muscoli reduci dall’infiammazione.
Dott. Silvio Giglio
Fisioterapista Osteopata D.O.m.Ro.I
II Trav. S.Michele 7 - Piano di Sorrento
Cel. 338. 83.17.708
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