La birra nell’epoca antica
Una antica ballata popolare tedesca narra di Gambrinus, mitico re germanico, al quale la leggenda fa risalire l’invenzione della birra. Numerose fonti storiche ci riferiscono della conoscenza e produzione della birra nel mondo tedesco precedentemente alla sua nascita, dunque confiniamo Gambrinus in una area di pura leggenda e lo ricordiamo come viene descritto:
“…un grassissimo personaggio, con una fluente barba, vestito con abiti regali, seduto su di un sontuoso trono, il capo cinto da una corona di spighe d’orzo ed in mano uno spumeggiante boccale di birra”.
Nel medioevo germanico si affina la produzione della birra; da lavorazione prevalentemente casalinga, diventa di preparazione semi industriale. Si abbandona l’uso dei tini di coccio e si iniziano ad usare recipienti di rame che conferiscono alla birra più raffinate caratteristiche. La birra viene aromatizzata con rosmarino, ginepro, resine ed altro e soltanto dal 1270 in poi si inizia ad utilizzare il luppolo di cui se ne scopre il felice abbinamento con il malto d’orzo. Al 1516 risale il famoso editto di Guglielmo IV di Bavaria “Das Reinhetsgebot”, letteralmente “legge della purezza”. Stabiliva:
“…in particolare vogliamo che d’ora in avanti nelle nostre città, mercati e paesi, non sia usata o venduta alcuna birra con altri ingredienti che non siano solo il luppolo, malto d’orzo e acqua...”
Erano previste sanzioni pecuniarie per chi non la rispettasse e ben più pesanti pene venivano inflitte ai contravventori.
Per verificare la genuinità della birra ne veniva versata una pinta su di una panca di legno e vi si faceva sedere il mastro birraio; se una volta asciutta la panca i pantaloni di cuoio si attaccavano, significava che era stato utilizzata la resina, ingrediente più economico e “non puro”. Nel periodo invernale la punizione consisteva nell’immersione del malcapitato in un pentolone della sua stessa birra mescolata con pezzi di ghiaccio, mentre in estate erano puniti con l’immersione
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