Perdonare un tradimento. Si o no?
Il tradimento procura una profonda ferita personale a chi lo subisce, paragonabile a un vero e proprio lutto. Spesso si crede di aver perdonato un tradimento e non è così. Con il tempo si acquista consapevolezza di ciò che è successo realmente e si iniziano a percorrere varie fasi che porteranno poi al perdono vero e proprio.
È POSSIBILE RIUSCIRE A PERDONARE UN TRADIMENTO?
Per capirlo è necessario comprendere cos’è veramente il perdono. Perdonare non significa necessariamente riconciliarsi. Chi ha subìto un torto e decide di perdonare si rende conto dei limiti di chi l’ha ferito, ne riconosce i suoi pregi e comprende i suoi difetti, senza per questo giustificare. Perdonare non vuol dire dimenticare la cosa e far finta che non sia mai accaduto niente, piuttosto si perdona quando ricordando il passato non si prova più dolore. Il perdono non da diritto a chi ha offeso di liberarsi delle proprie responsabilità piuttosto quando si perdona si inizia un processo per liberare dalle conseguenze negative chi ha compiuto il torto.
Nella fase iniziale della scoperta del tradimento non è possibile perdonare, sarebbe come chiedere a chi ha subito un lutto di dimenticare immediatamente la persona che non c’è più. Subito dopo il tradimento inizia una fase di elaborazione emotiva del dolore e della rabbia che ne consegue. In questo periodo la persona che ha tradito deve permettere alla vittima di esprimere i sentimenti di sofferenza e sdegno che prova per questo tradimento.
Questo non è il momento giusto per tentare da parte dell’autore del tradimento di trovare subito delle spiegazioni razionali al proprio gesto. Fare questo non farebbe altro che amplificare il dolore e la rabbia della vittima che non solo si sente ferita, ma anche colpevolizzata. Solo alla fine di questa fase di consapevolezza è possibile veramente perdonare.
La ferita causata da un tradimento ha bisogno di tempo per cicatrizzarsi. Il perdono è quindi un processo lungo e doloroso, ma non impossibile.
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