Sai perché ... si dice 'me veco pigliate d’e turche'?
L’espressione “me veco pigliate d’e turche” è entrata a far parte dei detti popolari napoletani e ancora oggi in uso per indicare un momento di difficoltà estrema. La sua origine deriva dalla vocazione marinara del popolo napoletano. Questi molto spesso restavano vittime dei corsari barbareschi, pirati di nazionalità turca, che, nel 1558, con una flotta di 120 galee, con a capo il pascià Mustafà, devastarono i paesi del golfo di Napoli, da Punta Campanella fino a Torre del Greco, catturando più di dodicimila abitanti. Quando i marinai iniziarono a spingersi verso le coste africane, nei pressi dell’isola di Galita, il numero di marinai rapiti e tenuti prigionieri in Turchia divenne sempre più numeroso e sempre più pericolosa la navigazione nel mediterraneo. I prigionieri, per la quale i pirati chiedevano un riscatto, venivano torturati in maniera indegna nelle prigioni turche, incatenati e ammassati tipo bestiame e spesso trucidati. L’espressione “pigliate d’e turche” indicava quindi quei marinai rapiti e tenuti prigionieri.
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